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Carenza di chip, la fine del tunnel in Europa non prima del 2024

L’Europa non vede ancora la fine del tunnel della carenza di semiconduttori nel mercato hitech.  

A quando la fine della carenza di semiconduttori per i prodotti tecnologici?

Al Mobile Wolrd Congress di Barcellona i vendor specializzati fanno appello alla pazienza, mentre la guerra in Ucraina lascia temere delle nuove perturbazioni in un mercato che si trova già sotto pressione.

Problemi di logistica, carenza di scorte e magazzini stracolmi. La situazione resta molto complessa per il settore, secondo gli analisti di Deloitte.

E su tutto resta il tema della carenza di chip, dovuta al boom della domanda di prodotti elettronici in seguito alla pandemia e ai lunghi periodi di lockdown delle crisi sanitaria.

Una carenza che ha toccato da vicino anche il mercato dell’automotive e dell’informatica, per non parlare di quello degli smartphone, anche se quest’ultimo ha resistito meglio di altri.

Secondo la società di analisi IDC, le vendite di telefonini sono diminuite del 3,2% nel quarto trimestre del 2021 a 363,1 milioni di unità. In Cina, la flessione è stata più marcata, pari all’11%, secondo stime di Counterpoint research.

Tutto ciò non ha impedito ai grandi vendor globali come Apple e Samsung di registrare degli utili nel 2021. Ma in generale la mancanza di semiconduttori ha rallentato su ampia scala il lancio di nuovi prodotti.

Neon et palladio

Quale sarà l’effetto della guerra in Ucraina su un mercato già in difficoltà? Per gli analisti di CCS, è improbabile che il settore degli smartphone venga risparmiato dalla crisi, tenuto conto dell’importanza economica e geografica della Russia e dell’Ucraina.

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La Russia in effetti è un fornitore importante di palladio, un metallo raro onnipresente nei prodotti di elettronica. L’Ucraina, dal canto suo, dispone di ingenti riserve di neon, un gas indispensabile ai laser usati nella fabbricazione di semiconduttori.

L’Ucraina fornisce circa il 70% del fabbisogno globale di neon, sottolinea la società di analisi taiwanese

TrendForce. “Se l’approvigionamento di questi materiali sarà interrotto, ci saranno delle conseguenze” e un primo impatto sarà l’aumento dei costi di produzione.

Dal canto loro, i grandi produttori globali di semiconduttori presenti alla fiera catalana vogliono rassicurare il mercato: Intel ha precisato di disporre di fonti diversificate sulla disponibilità di neon, che proviene dall’Ucraina soltanto per il 20% del totale.

Un messaggio distensivo ribadito anche dalla Semiconductor Industry Association, che non vede rischi di tagli delle forniture in tempi stretti.

Indipendentemente dal conflitto in Ucraina, è improbabile che si torni alla normalità nel breve periodo.

Secondo la banca d’affari JP Morgan la carenza di chip si prolungherà per tutti il 2022. Secondo Deloitte la situazione migliorerà ma non prima del 2024.

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