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Cardani (Agcom): ‘Rete unica Tim-Open Fiber? Passo indietro con il controllo all’incumbent’

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Cardani, presidente Agcom: ‘Non solo è una forte inversione a U ma torniamo indietro se il controllo di una unica rete di Tlc in fibra, unendo quelle di Tim e Open Fiber, andasse all’incumbent”.

Dal presidente dell’Agcom arriva uno stop all’eventuale controllo di Tim della rete unica di telecomunicazioni in fibra, che potrebbe nascere dalla combinazione delle infrastrutture del gruppo guidato da Luigi Gubitosi e da Open Fiber

“Se l’incumbent controllerà la nuova struttura non solo abbiamo una forte inversione a U ma saremo tornati parecchio indietro”, ha detto Angelo Marcello Cardani, a margine del convegno “Infrastrutture, Accesso e Informazione nella Società Digitale”. La fusione, secondo il presidente dell’Autorità, che è a fine mandato, “prima di essere decisa e completata richiederà qualche tempo”, ha aggiunto Cardani, “per usare un British understatement”. 

Inoltre, “l’analisi sul mercato di accesso alla rete di Tim chiusa ieri”, ha fatto sapere il presidente dell’Agcom, “ha passato il vaglio della Commissione europea con una serie di osservazioni migliorative che abbiamo inserito”. “Costituisce”, ha concluso Cardani, “la base del lavoro futuro”.

Il chiarimento di Cardani

Dopo la pubblicazione da parte delle agenzie d’informazione delle dichiarazioni di Cardani, raccolte a margine dell’evento, l’ufficio stampa dell’Agcom ha inviato questa precisazione: “In merito ad alcune notizie di agenzia relative alla rete unica, il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, tiene a precisare che non si riferiva ad una operazione specifica, non avendo l’Autorità alcuna informazione in proposito. In linea generale, per il Presidente dell’Agcom, una operazione di concentrazione e ritorno al monopolio implica la perdita dei benefici concorrenziali”.

Rete unica, quale la soluzione migliore?

Oltre allo stop al controllo di Tim, per il presidente dell’Agcom servirà tempo per arrivare a trovare la soluzione migliore per decidere, strutturare e far partire la rete unica a cui stanno lavorando Tim e Open Fiber, operatore all’ingrosso controllato pariteticamente da Cdp ed Enel.

“Per la fibra e il 5G, la soluzione migliore è un’unica rete, a disposizione di tutti, nella quale confluiscono gli asset di tutti gli operatori di tlc’. Questa la proposta fatta da Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, direttamente a Luigi Gubitosi, Ad di Tim, nel corso del workshop “Quale strategia italiana per lo sviluppo delle reti ultraveloci e la crescita economica del Paese?”, che si è tenuto due giorni fa nella Sala Zuccari del Senato della Repubblica.

Durante il suo intervento, Bassanini ha sottolineato che il modello da preferire è il wholesale only. “Il nuovo operatore”, ha aggiunto “deve nascere dal coordinamento e dalla compattazione delle infrastrutture esistenti”, rendendo il modello anche a livello regolatorio “conveniente e attrattivo per tutti quelli che devono partecipare attraverso il conferimento delle infrastrutture”. “Il problema”, ha concluso il presidente di Open Fiber, “non è più la concorrenza, ma garantire gli investimenti sulle reti ultraveloci, altrimenti a pagarne è l’intero Paese”.

Dal canto suo Gubitosi non è entrato mai nel merito della rete unica in fibra, sulla quale continua il dialogo con Open Fiber, ma ha più volte ripetuto il suo nuovo mantra: “condividere”.

“Stiamo già collaborando in FlashFiber con Fastweb così come collaboreremo con Vodafone sul 5G”, ha detto l’Ad di Tim. 

Da sempre per noi la collaborazione è importante, anche perché gli investimenti sono ingenti, ed è fondamentale, dove possibile, condividerli”. Vedremo se sarà possibile condividere le infrastrutture e gli investimenti anche con Open Fiber e chi sarà a capo dell’eventuale newco, che anche la società guidata da Elisabetta Ripa vuole sia “indipendente, per dare a tutti gli operatori la capacità di competere ad armi pari”. 

 “E’ necessario un nuovo approccio regolamentare volto a creare un ambiente sostenibile per lo sviluppo delle reti 5G“, ha dichiarato Antongiulio Lombardi, Direttore Affari Regolamentari di Wind Tre, intervenendo al convegno odierno. 
“Il nuovo Codice europeo delle comunicazioni rappresenta un punto di partenza per questo importante processo, che necessita di una continua attività di interpretazione. La regolamentazione dovrà essere applicata, in futuro, ai nuovi servizi che possano rispondere alle necessità emergenti, indipendentemente dal ruolo del provider”, ha concluso Lombardi.