Violazione di dati

Capital One, UniCredit smentisce il data leak: ‘Nessuna violazione’

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L'istituto bancario ha affermato di non aver trovato prove di violazione, sottolineando come i dati dei propri clienti non siano stati salvati sui server Amazon hackerati.

Dopo aver condotto un’indagine interna, UniCredit ha rivelato che non sussisterebbe alcuna prova del suo coinvolgimento nella violazione dei dati di Capital One. Lo ha dichiarato l’Istituto bancario in una nota interna indirizza ai dipendenti.

L’azienda ha infatti affermato di non aver trovato prove di violazione, sottolineando come i dati dei propri clienti non siano stati salvati sui server Amazon hackerati.

La violazione a Capital One

Il 30 luglio Capital One, holding bancaria con Sede in Virginia, ha dichiarato di aver subìto una data leak che ha coinvolto circa 100 milioni di persone negli Stati Uniti e 6 milioni in Canada.

Secondo la banca americana i criminali informatici sono riusciti a sfruttare una “vulnerabilità di configurazione” nella strutture informatiche dell’azienda rubando dati sensibili quali: nomi, indirizzi, numeri di telefono ed estratti conto.

L’azienda ha però precisato che gli hacker non sono arrivati ad avere accesso ai numeri di conto corrente collegati ai numeri di carte di credito.

UniCredit

UniCredit ieri ha dichiarato di aver avviato un’indagine sulla vicenda dopo che il nome della banca è stato citato in un blog come un possibile obiettivo della presunta hacker, Paige A. Thompson, una ex dipendente di Amazon.

Secondo Capital One, Thompson “ha utilizzato le credenziali del firewall dell’applicazione Web per raggiungere il database del clienti della banca e di altre organizzazioni finanziarie“.

Non solo UniCredit, ma anche la Ford ha avviato indagini per accertare se i propri dati siano stati hackerati durante l’hackeraggio alla holding bancaria, ma la casa automobilistica americana al momento non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali.