L'impegno

Canone Rai in bolletta a luglio? Starace (Enel): ‘Ancora in tempo’

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Per l’Amministratore delegato di Enel è possibile farcela ma restano da definire ancora i dettagli. Intanto è pronta una class action.

Nella bolletta elettrica di luglio potrebbe esserci il canone Rai. Forse. Il condizionale è d’obbligo visto che manca ancora il decreto attuativo che il Ministero della Sviluppo economico, secondo quanto stabilito dalla Legge di Stabilità, avrebbe dovuto licenziare entro metà febbraio.

Così non è stato.

Tanti gli aspetti ancora da definire ma, stando all’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, la scadenza di luglio potrebbe essere rispettata.

“Siamo ancora in tempo per farcela”, ha detto l’Ad a margine della cerimonia di presentazione del nuovo logo del gruppo energetico.

“Il ciclo di tariffazione – ha aggiunto – è di 60 giorni. I dettagli dovranno essere forniti entro maggio per arrivare a mettere il canone Rai in bolletta a luglio. Non è impossibile, si farà sicuramente”.

Per Starace, “non è impossibile, anzi si farà sicuramente”.

 

Presto una class action

Si attende intanto che il Ministero dello Sviluppo economico faccia sapere come intenderà procedere. Ci sono diversi aspetti spinosi ancora da definire, come la gestione dei reclami o ancora, le autocertificazioni per chi non deve pagare il canone.

E’ ancora aperto il tavolo con MiSE, Ministero dell’Economia, Agenzia delle Entrate, Autorità per l’energia elettrica e il gas e associazioni di rappresentanza delle aziende elettriche.

Intanto potrebbe essere lanciata una class action. Lo annuncia su Twitter il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati Renato Brunetta.

“Bene class action contro canone Rai in bolletta” twitta l’ex Ministro, facendo riferimento a un articolo del prossimo numero Panorama nel quale Luca Antonini, professore di diritto Costituzionale all’Università di Padova, prende posizione contro il canone in bolletta, e ad un altro nel quale si ripercorrono le ragioni di chi si oppone alla misura e si ricorda che, una volta approvati i decreti attuativi, i consumatori potrebbero far partire una class action.

 

In campo anche la Cgil

I tempi stringono e si avvicina sempre di più anche la scadenza della concessione del servizio pubblico, a maggio, e si attende pure l’avvio della consultazione promessa dal governo utile per raccogliere pareri delle parti per ridefinire la mission della tv pubblica. E anche su questo aspetto è in atto un dibattito che sta coinvolgendo tanti.

Anche i broadcaster privati sono scesi in campo. Si teme che la Rai rafforzi la propria posizione a svantaggio degli operatori più piccoli o che comunque si crei uno sbilanciamento sul mercato italiano dell’audiovisivo.

E di rinnovo della concessione pubblica alla Rai e di risorse economiche a disposizione dell’azienda si è parlato anche all’assemblea della Cgil.

Il sindacato ha dato particolare attenzione alla scadenza della concessione e alla scelta, da parte del governo, di abrogare nella riforma della Rai gli articoli della legge 112 del 2004 e il D.Lgs 177/2005 che definivano i compiti del servizio pubblico radiotelevisivo. Secondo la Cgil “rimane pertanto una Rai sospesa ed in balia dell’esecutivo“.

Altrettanto spinoso – si legge in una nota della Cgil – è il tema della certezza delle risorse economiche: il canone Rai sarà pagato in bolletta, ma i dettagli tecnici e dunque i tempi effettivi della riscossione e del versamento delle risorse economiche alla Rai non sono affatto chiari.

In più viene sottolineato il fatto che parte del canone sarà destinata ad usi diversi dal pagamento del servizio pubblico. “Il governo, dunque – ha affermato il Segretario della Cgil Susanna Camussofaccia luce sui due temi. I ministeri dello Sviluppo economico e del Tesoro diano alla Rai un orizzonte economico certo, che permetta la definizione di un piano industriale e di sviluppo. Il governo ed il Parlamento facciano chiarezza sulla concessione e sul contratto di servizio”.
“La scelta di mettere il canone nelle bollette –
ha concluso – non è di per sé drammatica, quello che è drammatico è che non abbiano ancora deciso come lo fanno, che non sia scontato che un’azienda non sappia quando arriverà il flusso di cassa”.