Il caso

Canone Rai, è giallo sulla supermulta per chi evade

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Il governo assicura che nel testo definitivo della Legge di Stabilità sparirà la maximulta da 500 per chi evade il canone. Errore tecnico o dietro c’è qualcos’altro?

Approda oggi in Aula della Camera il Ddl Rai. L’obiettivo del Governo è di avere il via libera dal Senato, dove il testo tornerà il seconda lettura, per fine novembre.

Ma tutti i riflettori sono adesso puntati sulla supermulta da 500 euro per chi evade il canone (cinque volte più alta della cifra evasa). Il governo si è affrettato a dichiarare che sparirà dalla versione definitiva del testo.

Il dibattito è serrato e il caso si è subito tinto di giallo.

Errore, forse anche ‘volontario’, o dietro c’è qualcos’altro?

Vendetta dei burocrati?

Secondo Michele Anzaldi del Pd, “E’ sicuramente un errore di qualche funzionario maldestro del Ministero dello Sviluppo economico, degli uffici tecnici che hanno redatto la bozza di legge. Una svista, oppure una riscrittura superficiale del vecchio regio decreto sulla Rai”.

Anzaldi non vuol pensare “a una vendetta” ma non la esclude.

Il parlamentare renziano ha, infatti, ricordato che “il Governo ha messo dei tetti agli stipendi dei burocrati, non ci amano” e ha sottolineato che “questa cosa della multa per il canone Rai ci ha fatto un danno enorme, ha sporcato con uno schizzo di fango una Legge di Stabilità che invece è coraggiosa e va proprio nella direzione opposta, di non colpire le tasche dei cittadini. Cinquecento euro di multa è una follia, neanche Equitalia ha sanzioni cinque volte più alte, è una cosa inaccettabile che, ripeto, non è nella nostra testa, non fa parte della filosofia del governo Renzi. So che il governo vuole toglierla e il Pd si impegna a farlo”.

 

Per maggiore chiarezza sarà necessario attendere la versione definitiva del testo e intanto prosegue il confronto sul canone collegato alla bolletta elettrica.

Cosa succederà a chi non paga il canone?

Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate: “Sull’evasione del canone Rai noi non possiamo intervenire con la riscossione coattiva e questo è scandaloso, il Parlamento deve ripensarci”.

A non convincere è anche l’introduzione del canone per i dispositivi mobili. Per Matteo Salvini della Lega si tratta di una cosa ‘assurda’.

    La riforma Rai in Aula   Mentre si attende di conoscere i dettagli sul canone della norma alla Legge di Stabilità in Aula i due relatori del provvedimento Lorenza Bonaccorsi e Vinicio Peluffo sono già al lavoro per riformulare alcuni emendamenti accantonati. Si tratta di quelli che riguardano il Contratto di servizio, per il quale si chiedono tempi certi per l’approvazione, la consultazione in vista del rinnovo della concessione del servizio pubblico (in scadenza a maggio 2016, ndr) e la normativa sugli appalti. Su quest’ultimo punto il M5S ha già promesso battaglia così come sul pluralismo e sulle norme che riguardano la nomina dei vertici di Viale Mazzini.  

Sono, infatti, stati bocciati gli emendamenti presentati dai grillini, che chiedevano di far rientrare i contratti siglati dalla Rai sotto la normativa complessiva degli appalti.

Emendamenti sui quali però c’è stata un’apertura dei relatori su una possibile riformulazione.

Giacomelli: ‘Grave che il M5S inviti a non pagare il canone’

E sul canone, si registra la replica del Sottosegretario Antonello Giacomelli al presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico.

“Trovo molto grave che il presidente della Vigilanza Rai, Fico, inviti pubblicamente e con argomentazioni peraltro strumentali a non pagare il canone, cioè a compiere un reato. Peraltro sapendo che sarebbero solo coloro che dovessero seguirlo, e non lui, a subire le conseguenze di questa mossa di pura propaganda che serve solo a coprire un vuoto d’idee”, ha commentato Giacomelli oggi a La Repubblica.

“Inoltre, è ormai chiaro – continua Giacomelli – che il M5S si ritiene superiore ad ogni principio di logica, coerenza e serietà, ma sostenere la tesi di una Rai pubblica, quindi finanziata dai cittadini, e invitare contemporaneamente gli stessi cittadini a non pagare il canone è davvero troppo anche per il M5S. La verità è che il M5S è rivoluzionario a parole ma finisce nei fatti per schierarsi sempre a difesa dello status quo, contro ogni cambiamento e ogni riforma”.

Fico: ‘Perché pagare il canone se il servizio non è indipendente?’

Pronta la replica di Fico: “Il servizio pubblico deve essere indipendente. L’indipendenza è intrinsecamente il senso del servizio pubblico. Ora c’è un attacco governativo sul servizio pubblico: allora perché dobbiamo pagare il canone se il servizio pubblico nella sua essenza non è più indipendente? Dobbiamo mettere al centro questa riflessione per fare un dibattito pubblicoe aperto”.
Quanto alle deroghe sugli appalti per la Rai, Fico ha spiegato che il M5S attende la formulazione degli emendamenti dei relatori. “Solo dopo decideremo se votare a favore o meno”.

“Sull’impianto generale della legge il nostro parere negativo non cambia – ha proseguito -. Da domani inizieremo la nostra battaglia con le pregiudiziali di costituzionalità”.

Al centro della riforma, la nuova figura dell’amministratore delegato dotato di maggiori poteri rispetto al direttore generale. Un Cda più leggero, non più eletto dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e il presidente di garanzia.

Ricordiamo che dopo il passaggio in Senato, il governo ha deciso di procedere alla nomina dei vertici di Viale Mazzini con la Legge Gasparri per non lasciare scoperta l’azienda il cui Cda era scaduto a maggio.

Previsto però che dopo l’entrata in vigore della legge, l’attuale Direttore generale Antonio Campo Dall’Orto acquisirà i poteri previsti dalla riforma per l’amministratore delegato, mantenendo comunque le competenze attuali, come prevede un emendamento dei relatori approvato in commissione alla Camera.

Il M5S rilancia: Renzi la voleva liberare dai partiti e invece vuol far nominare l’ad dal governo”.

Secondo altre proposte di modifica approvate, l’ad assume, nomina, promuove e stabilisce la collocazione anche dei giornalisti, su proposta dei direttori di testata e nel rispetto del contratto di lavoro giornalistico; all’ad spetta anche l’approvazione del piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale.

Su questo punto, sempre oggi a margine dei lavori alla Camera, Giacomelli ha detto:  “Come il Dg, anche l’amministratore delegato è proposto dal governo ma è nominato dal Cda che può anche revocarlo, c’è una chiarezza di responsabilità”.
In merito ai compensi Rai, il Sottosegretario ha informato che “sulla richiesta di Brunetta di una informativa sugli stipendi in Rai siamo d’accordo: nel testo ci sarà un piano per la trasparenza che riguarda le retribuzioni di chi ha incarichi dirigenziali. Non c’è nulla da nascondere, più la Rai è trasparente con i cittadini e meglio è”.

Nel corso delle votazioni in Commissione sono stati, inoltre, respinti tutti gli emendamenti finalizzati a destinare una parte del canone Rai alle emittenti radiofoniche e televisive locali.

Occorrerà vedere, nel prosieguo del dibattito parlamentare, come si orienterà l’Aula.

 

Il nuovo testo del disegno di legge n. 3272 sulla riforma della Rai risultante dagli emendamenti approvati in sede referente dalle Commissioni Riunite VII e IX (versione 14 ottobre 2015).