Il sondaggio

Brexit: l’impatto sull’industria Tech se vince il sì

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Quali conseguenze per l’industria tecnologica del Regno Unito (e della Ue) in caso di vittoria del sì al referendum sulla Brexit del 23 giugno?

Quali conseguenze per l’industria tecnologica del Regno Unito (e della Ue) in caso di vittoria del sì al referendum sulla Brexit del 23 giugno?

Quali gli effetti sul traffico dati transfrontaliero?

In caso di Brexit, il Regno Unito si trasformerà in un incubo per le aziende che vogliono investire lì?

Che fine farebbe il primato di Londra, capitale digitale e finanziaria della Ue, culla europea di startup e fintech, se il Regno Unito uscisse dal consesso europeo, nel quale peraltro non sarebbe più riammesso, come ha detto a chiare lettere il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Scheuble?

Il quadro è incerto e il carico emotivo del referendum del 23 giugno è ancor più pesante dopo l’omicidio della deputata laburista Jo Cox, attivista per i diritti umani impegnata in una serrata campagna per la permanenza del paese nella Ue, da parte di Thomas Mair, uno squilibrato con trascorsi neonazi, che al grido di “Britain first!”, ha messo tragicamente il dito nella piaga dell’immigrazione alla vigilia del voto.

Immigrazione, risorsa di digital skills

Per molti inglesi che andranno a votare, il referendum sembra essere semplicemente un voto sull’immigrazione. Più o meno immigrati, che rubano il lavoro ai cittadini britannici? Stop.

Non è di questa opinione l’industria tecnologica britannica, secondo cui il problema è un altro, anzi opposto: non ci sono abbastanza immigrati con competenze tecnologiche specialistiche nel Regno Unito, per questo la vittoria del fronte del sì alla Brexit renderebbe ancor più carente il panorama tecnologico del paese, che si nutre appunto di professionisti ‘skillati’ che arrivano da altri paesi e arricchiscono l’economia del paese.

Già oggi trasferirsi per lavoro dall’estero nel Regno Unito non è impresa semplice. Ne sanno qualcosa anche le migliaia di italiani che vivono in Uk arricchendo le casse del paese. Con la Brexit, diventerebbe ancor più complicato attirare nuovi professionisti con competenze digitali in Uk. In caso di vittoria del sì, molti immigrati residenti in Uk potrebbero decidere di lasciare il paese, depauperando ulteriormente il paese di sua maestà.

Digital Single Market

L’uscita del Regno Unito dalla Ue sarebbe un colpo durissimo per il Digital Single Market e non soltanto per le conseguenze che avrebbe sul roaming. La vittoria del sì al referendum farebbe, ad esempio, perdere al Regno Unito il treno del Cloud europeo, che metterà in rete 1,7 milioni di ricercatori e 70 milioni di professionisti del mondo della scienza e delle tecnologie che gestiranno in rete l’ambiente virtuale comunitario forti di fondi Ue per 500 milioni di euro per la realizzazione di nuovi innovation hub sul territorio europeo. In totale si prevede che il Digital Single Market movimenterà 50 miliardi di euro di investimenti privati per digitalizzare l’industria continentale.

Investimenti che in caso di Brexit non finiranno certo nel Regno Unito.

 

Gli effetti sulla Privacy: Uk porto di mare dei Big Data?

Le norme europee sulla privacy continueranno ad esistere, ma non riguarderanno il Regno Unito che a quel punto dovrà decidere come porsi rispetto allo scambio di dati con gli Usa, e in particolare con le aziende statunitensi, verso le quali la Ue sta tentando di porre paletti più stringenti a tutela dei cittadini e delle imprese del Vecchio Continente. Secondo gli esperti, la cosa migliore in caso di vittoria del sì alla Brexit sarebbe l’adesione del Regno Unito al Privacy Shield e alle norme Ue sulla data protection. Al contrario, secondo l’opinione degli esperti, il paese rischia di diventare un porto di mare dei big data. In caso di Brexit, se le norme sulla data protection saranno meno rigorose di quelle della Ue, molte aziende americane, che non operano in Europa, potrebbero decidere di basarsi nel Regno Unito.

Le decisioni della Corte di Giustizia Ue non avrebbero più giurisdizione in un Regno Unito fuori dalla Ue.

Cosa pensa l’industria tech

Secondo un sondaggio di marzo realizzato da TechUk.org il 70% delle imprese britanniche del settore vuole restare nella Ue, il 15% è favorevole alla Brexit e il 15% è indecisa.

La maggior parte delle imprese tecnologiche vuole restare nella Ue perché in questo modo il paese è più appetibile per gli investitori stranieri (76%), più competitivo a livello globale (71%) e offre al paese di siglare accordi commerciali più vantaggiosi con la Ue (75%).

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