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Bonus docenti: spesi 60 milioni su 350. Qualcuno rema contro?

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Il Bonus Docenti non sfonda, ma le catene di negozi dell’Aires-Confcommercio non vogliono parlare di flop e sperano che i problemi di accredito per gli esercizi fisici agli elenchi del Miur vengano risolti per partecipare attivamente all’iniziativa.

I negozianti non vogliono assolutamente parlare di flop, ma di certo il Bonus Docenti non ha ancora sfondato fra gli insegnanti, tanto che a questo punto viene da chiedersi se qualcuno stia remando contro l’iniziativa perché magari vuole tornare all’antico, al vecchio modello basato su scontrini e rimborsi di carta.

Ad oggi i dati disponibili parlano di un utilizzo ancora molto parziale delle risorse destinate alla Carta del Docente, 60 milioni di euro già spesi a fronte di un ammontare complessivo disponibile di oltre 350 milioni già stanziati e disponibili. La scadenza per l’utilizzo del bonus è stata fissata al 31 agosto 2017 e per ora soltanto una parte troppo esigua dei 740mila docenti che anno diritto ne ha usufruito.

Procedure farraginose

Le procedure di accredito per gli esercenti che vogliono entrare negli elenchi del Miur è farraginoso. Per molti esercizi fisici che vorrebbero entrare nelle liste dei soggetti abilitati ad accettare il bonus l’accredito resta tabù. Così l’offerta è limitata, in alcune regioni del paese non ci sono negozi abilitati.

Eppure il Miur e Sogei, che gestisce la piattaforma online, conoscono il problema da dicembre, dopo la segnalazione dell’Aires, (Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati) che fa capo a Confcommercio e rappresenta i marchi più conosciuti del paese come Expert, Trony, Unieuro, Euronics e Sinergy.

Spid obbligatorio

A pesare sull’iniziativa, che mette a disposizione 500 euro agli insegnanti per aggiornamenti professionali di vario genere (sono acquistabili fra le altre cose biglietti del teatro, corsi di lingua e pc) l’obbligo di richiedere Spid (Sistema pubblico di identità digitale) per gli insegnanti e le difficoltà riscontrate dagli esercenti per entrare negli elenchi dei rivenditori autorizzati dal Miur.

Ma di certo se tutti i negozi fisici potessero accedere agli elenchi del Miur farebbero di tutto per aiutare gli insegnanti a procurarsi lo Spid, fungendo da facilitatori digitali come già avvenuto ad esempio ai tempi della sintonizzazione del decoder per il digitale terrestre.

 

I problemi per gli esercenti

Un problema, quello degli esercenti, segnalato già a dicembre da Aires. Allora l’associazione chiamò in causa le lungaggini del sistema di accreditamento per accedere alla piattaforma Carta del docente gestita da AGID e SOGEI per conto del Ministero dell’Istruzione, online da fine novembre. Lungaggini che escludono diversi esercenti fisici dagli elenchi del Miur, a vantaggio dei rivenditori che operano soltanto online.

Aires: non si parli di flop

 

In questi giorni Aires è tornata sul tema con una nota in cui sostiene che è sbagliato parlare di flop, situazione recuperabile: gli esercenti chiedono di poter collaborare al pieno successo dell’iniziativa.

Il Presidente della Aires Alessandro Butali: “non appena il MIUR consentirà di erogare il servizio a tutti i rivenditori specializzati che desiderano iscriversi lanceremo una grande campagna informativa”.

I negozi già autorizzati dal Ministero stanno lavorando pieno ritmo non solo per mettere la più vasta gamma di prodotti a disposizione dei docenti che già hanno iniziato ad utilizzare il proprio bonus, ma anche per aiutare gratuitamente tramite il personale dei punti vendita quegli insegnanti che faticano ad attivare il proprio borsellino elettronico del valore di 500 euro.

“Da più parti si inizia a parlare di flop della Carta del Docente, noi rigettiamo questo atteggiamento disfattista – dice Davide Rossi, Direttore Generale della Aires – riceviamo da tutta Italia informazioni incoraggianti sull’interesse e la gratificazione degli insegnanti che già si sono avvalsi del bonus. Siamo inoltre molto soddisfatti della velocità con la quale CONSAP sta disponendo i rimborsi alle Imprese”.

Purtroppo però ancora non tutti gli esercenti che desiderano fornire il servizio agli insegnanti lo possono fare a causa di un intoppo burocratico che la Aires ha segnalato alla Presidenza del Consiglio e al MIUR fin dal mese di dicembre. Il problema consiste nella mancata inclusione di alcuni codici Ateco nell’elenco di quelli automaticamente accettati dalla piattaforma informatica messa a punto da SOGEI per conto del Ministero.

“A seguito di un incontro avvenuto lo scorso 6 febbraio con i vertici del MIUR sembrava che in pochi giorni avremmo potuto siglare una convenzione (prevista peraltro dal Decreto istitutivo della Carta del Docente) ma ad oggi ancora nulla è avvenuto, e sale in tutta Italia la delusione e la rabbia dei tanti esercenti ancora esclusi. Non bisogna anche sottovalutare il fatto che questa situazione altera gli equilibri del Mercato a danno di alcune imprese”, conclude Rossi.

Par condicio fra operatori

I dati fino ad oggi disponibili parlano di una utilizzazione ancora molto parziale delle risorse destinate alla Carta del Docente, 60 milioni di Euro già spesi a fronte di un ammontare complessivo disponibile di oltre 350 milioni già stanziati e disponibili.

“Sarebbe paradossale che queste risorse rimanessero inutilizzate – aggiunge Butali – non appena sarà ristabilita la Par Condicio tra operatori commerciali, consentendo l’iscrizione a tutti coloro che desiderano erogare il servizio, lanceremo come Aires-Confcommercio una grande campagna informativa invitando gli insegnanti a venire senza alcun impegno nei punti vendita anche per essere aiutati ad attivare la propria Carta del Docente. Molti di essi infatti sono in difficoltà nel completare la procedura informatica per la creazione del Bonus e questo sta rappresentando un ulteriore ostacolo al successo della iniziativa”.