In questo momento di emergenza da pandemia di Coronavirus, in molti hanno riscoperto la vecchia bici per adattare le necessità di spostamento di tutti alle norme restrittive del distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblici e privati.
Per muoversi in città è meglio la due ruote e il Governo ha da subito puntato sulla promozione di questo mezzo offrendo ai cittadini un “bonus mobilità”: un contributo pari al 60%della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore a 500 euro.
Il bonus per le bici
Parliamo dell’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, quindi bici elettriche (eBike), nonché veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (ad es. monopattini, hoverboard e segway).
E il bonus sembra essere piaciuto ai cittadini: dalla riapertura dei negozi ad oggi, le vendite di bici tradizionali e a pedalata assistita hanno fatto segnare infatti un aumento del +60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le stime sono state diffuse in questi giorni da Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori), con un aumento di 200 mila pezzi venditi nel solo mese di maggio 2020 (sempre rispetto all’anno passato).
Salgono così a circa 540mila le biciclette acquistate dagli italiani dopo il periodo di lockdown in tutti i punti vendita presenti sul territorio, quindi non solo in contesti urbani, ma anche extraurbani, non solo in aree densamente popolate, ma anche in aree rurali.
Nel 2018 sono state vendute complessivamente in Italia 1.595.000 biciclette, secondo dati Ancma) un ottimo risultato, anche se in leggera flessione sull’anno precedente (-5%), con un’impennata delle vendite di ebike del +17% a 173.000 pezzi.
C’è voglia probabilmente di ri-scoprire un mezzo di spostamento decisamente a misura d’uomo, che non inquina, che per brevi tratti è più vantaggioso che l’inquinante ed ingombrante automobile, senza contare che pedalare fa bene alla salute, ci tiene in forma e non emette nessun tipo di emissione nociva per noi e l’ambiente.
Le ciclovie urbane
Servono allora più infrastrutture per la mobilità dolce e la smart mobility. Se gli incentivi hanno funzionato, ora servono piste ciclabili, ciclovie urbane, percorsi sicuri, dove non si rischia di essere investiti da mezzi di traporto e veicoli privati.
Ieri, finalmente, il Governo ha annunciato lo stanziamento di 137,2 milioni di euro per la progettazione e realizzazione di ciclovie urbane, ciclostazioni e di altri interventi per la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina.
Il decreto, proposto dalla Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, prevede la ripartizione delle risorse su due anni, con l’assegnazione di 51,4 milioni per il 2020 e 85,8 milioni per il 2021.
Nel biennio 2020/2021, si legge nel comunicato del ministero, “alle Regioni del Sud saranno assegnate risorse per 45,9 milioni di euro e alle regioni del Centro-Nord risorse per 87,1 milioni di euro”.
A questi importi, infine, si aggiunge un’ulteriore quota di risorse pari a 4,2 milioni di euro, destinata ai Comuni sede legale di un’istituzione universitaria, per consentire la progettazione e realizzazione di ciclostazioni e favorire l’intermodalità dei collegamenti tra i poli universitari e le stazioni ferroviarie.