Key4biz

Big Tech, i dem al Congresso “Smantellare l’oligopolio”. Hanno acquisito 550 aziende. Ecco il report

Big_tech

Le Big Tech si sono ‘mangiate’ 550 aziende per eliminare la concorrenza e soffocare l’innovazione. Questo è il dato eclatante che emerge dal rapporto visionato e pubblicato da Key4biz.

Da YouTube (1,6 miliardi di dollari per l’acquisizione da parte di Google) a WhatsApp (14 miliardi il costo di acquisto) fino a Instagram, che ora si scopre è stato acquistato da Facebook per un 1 miliardo nel 2012, non 2 miliardi come riportato fino ad oggi. Dal 2001 ad oggi le Big Tech, quando non ce l’hanno fatta a primeggiare, hanno acquisito le società concorrenti: anche così sono diventati i giganti del web, senza l’intervento della Federal Trade Commission.

Il documento accusa Facebook e Google di avere una posizione monopolistica, attribuendo invece ad Apple e Amazon un “significativo e duraturo potere di mercato”, e critica inoltre anche le autorità antitrust statunitensi per non essere state in grado di frenare il loro dominio in tutti questi anni.

“Le più grandi società tecnologiche degli Stati Uniti hanno sfruttato la loro posizione dominante di mercato per eliminare la concorrenza e soffocare l’innovazione”.

Questo è stato dichiarato dal comitato della Camera guidato dai Democratici, che ha chiesto al Congresso statunitense di obbligare le big tech a separare le loro popolari piattaforme online da altre linee di business.

Un’indagine di 16 mesi, 449 pagine con anche le email di alcuni manager delle big tech

Il rapporto (clicca qui per scaricarlo), pubblicato nella tarda serata di ieri dallo staff democratico del sottocomitato Antitrust della Camera, ha posto fine a un’indagine durata 16 mesi che ha visto come suo principale focus il potere di mercato di Amazon, Facebook, Google e Apple.
Microsoft il grande escluso.

Nuova legge per lo ‘spezzatino’ delle piattaforme

Il testo, lungo 449 pagine, raccomanda pertanto al Congresso di considerare una serie di misure di risposta, tra cui figura anche una legge che possa in qualche modo obbligare le società in questione a separare alcune piattaforme online dominanti da altre linee di business. In aggiunta, vengono proposte una serie di modifiche alla normativa antitrust al fine di garantirne una sua rigida applicazione.

Il rapporto di per sé non comporta vincoli giuridici, ma i legislatori sperano che le sue conclusioni possano indurre i responsabili politici a prendere dei provvedimenti.

“Per dirla semplicemente, le aziende che una volta erano start-up sfavorite che sfidavano lo status quo sono diventate i tipi di monopoli che abbiamo visto l’ultima volta nell’era dei baroni del petrolio e dei magnati delle ferrovie”, si legge nel documento. “Queste società adesso hanno troppo potere e tale potere deve essere contenuto e sottoposto a una supervisione appropriata: è in gioco la nostra economia e la nostra democrazia”.

La componente repubblicana del Comitato della Camera non ha aderito al report, ma nelle interviste rilasciate negli ultimi giorni ha dichiarato di condividere le preoccupazioni sulle big tech sollevate dai Democratici, sebbene non sia d’accordo con alcune raccomandazioni di pù’ ampia portata.

“Molto importante che si proceda con un bisturi e non con una motosega”, ha precisato il Repubblicano Ken Buck (R., Colo.), Membro del sottocomitato.

Il rapporto pone fine a un’indagine lanciata nel giugno 2019. I legislatori hanno avuto accesso a una montagna di documenti aziendali interni delle big tech- piuù di quanto le società avessero voluto fornire ma meno di quanto richiesto dal comitato – e hanno raccolto prove da oltre 100 partecipanti al mercato. L’inchiesta si è intensificata poi lo scorso luglio quando i legislatori hanno richiesto le e-mail personali di alcuni dirigenti tech nel corso di un’udienza controversa durata cinque ore.

Il documento dei Democratici ha fornito un resoconto dettagliato del potere di mercato dei quattro giganti della tecnologia. Nello specifico, il testo sottolinea come Facebook abbia raggiunto un vantaggio competitivo inespugnabile nel mercato dei social network, grazie in parte alla sua strategia di acquisizione.

I monopoli di Facebook e Google

Nonostante i cambiamenti significativi nel mercato, Facebook ha mantenuto una posizione inattaccabile nel settore dei social network per quasi un decennio, dimostrando il suo potere di monopolio”, affermano i Dem.

Lo stesso vale per Google, che a differenza del colosso di Zuckerberg, gode di una posizione di monopolio nel mercato della ricerca online. A ciò si aggiunge la forza dell’azienda nei dati, le sue dimensioni e “le tattiche di business aggressive che Google ha utilizzato nei momenti chiave per contrastare la concorrenza”.

La mancanza di franchezza di Amazon

Il rapporto del Sottocomitato ha poi criticato Amazon per una “mancanza di franchezza” nelle sue risposte alle indagini del Congresso, arrivando alla conclusione che il colosso dell’eCommerce rappresenta la piattaforma digitale dominante che controlla circa il 65-70% delle vendite del mercato online statunitense. 

Il potere di Apple

Infine, Apple gode di un potere di mercato “significativo e duraturo” legato al proprio AppStore mobile.

Le Killer application

Leggendo l’allegato del rapporto abbiamo contato 554 aziende acquisite negli ultimi 20 anni dalle Big Tech, l’indagine non prende in considerazione Microsoft. Amazon ha “mangiato” 104 società o start-up, Facebook 88, Apple 96 e Google 266.

Non a caso in Europa Vestager è al lavoro su una norma contro le killer acquisition (Facebook che mangia Instagram e WhatsApp, e Google pigliatutto)

Per approfondire:

Exit mobile version