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Big tech e notizie, le ultime novità di Facebook e Google

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Mentre si discute se l'accordo raggiunto in Australia fra gli editori e le principali piattaforme digitali sia equo oppure no, crescono le funzionalità messe a disposizione da parte di questi ultimi per favorire la scoperta e la visibilità delle news e leggerle sui siti che le hanno pubblicati.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Mentre si discute se l’accordo raggiunto in Australia fra gli editori e le principali piattaforme digitali sia equo oppure no, crescono le funzionalità messe a disposizione da parte di questi ultimi per favorire la scoperta e la visibilità delle news e leggerle sui siti che le hanno pubblicati.

Se Facebook ha aggiunto il tab “News” nella propria app negli Stati Uniti, Google continua ad innovare il progetto AMP che consente ai siti che producono contenuti e non solo di servirsi del codice open source sottostante per migliorare la loro lettura dal cellulare.

Su Amp.dev è possibile trovare la documentazione per predisporre le news nel carosello dedicato in cima ai risultati di ricerca laddove questa riguardi una notizia e per creare vere e proprie “Amp Stories” con testi e materiali rappresentati in modalità long-form.

Se le AMP sono una tecnologia che sta estendendo la sua applicazione anche ad altri ambiti – ad esempio, l’e-commerce – Google News è invece l’ambito per definizione appannaggio degli editori ed è infatti al centro dell’annoso confronto fra questi ultimi e Google.

Buone norme sono in questo caso:

  • soprattutto se si è una nuova testate, registrarsi su Google Publisher;
  • sottoporre il feed delle news secondo i requisiti tecnici presenti sulla piattaforma e monitorarne i rendimenti da poco presenti su Google Search Console;
  • pubblicare le news in pagine le cui URL non siano dinamiche, ma univoche;
  • predisporre le pagine in html senza incorporare le news in javascript;
  • mettere in evidenza la data di pubblicazione (o di modifica) sia perchè sia visibili al lettore sia con l’apposito mark-up;
  • usare l’apposita annotazione per indicare i contenuti free e quelli premium;
  • usare lo stesso testo del titolo anche come anchor del link nella pagina di categoria;
  • servirsi di immagini di elevata qualità, anche con i requisiti delle AMP per poter apparire in Google Discover.

Quest’ultimo spazio, presente nella app di Google sugli smartphone, è in particolare una delle frontiere più interessanti per chi si occupa di marketing digitale nel mondo editoriale.