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Banda ultralarga, mercato pre e post Covid-19 in Italia. Perché l’ingresso di Sky è un vantaggio per il sistema Paese

Il mercato italiano della banda ultralarga sta subendo un cambiamento enorme con la crisi sanitaria in atto. Gli italiani sono chiusi in casa, il telelavoro sta decollando con milioni di persone che lavorano dalla loro abitazione, il consumo di content sta letteralmente lievitando e l’eCommerce è una pratica sempre più diffusa.

Domanda di connettività in crescita

La domanda di connettività sta crescendo in maniera esponenziale, spingendo la fame di connessioni ultraveloci in un’Italia che fra smart working, teledidattica, gaming, social e video sta vivendo sempre più online in queste ore difficili. Un’esigenza che investe anche le imprese, anche le nostre Pmi.

Ce la faranno le nostre reti sotto pressione a reggere il carico? Devono farcela, anche se il sovraccarico è pesante e su rete fissa si parla di un aumento compreso fra il 50% e il 70% del traffico, con un’improvvisa e crescente esigenza di capacità ultrabroadband anche in upload.

La situazione della rete oggi

Il fine ultimo della rete a banda ultralarga è quello di un bene di pubblica utilità, come per l’elettricità. La connettività sta diventando un bene di prima necessità, il nostro paese lo sta capendo bene in questo periodo di crisi con la stragrande maggioranza della popolazione confinata fra le mura domestiche. Non a caso agli operatori Tlc nel decreto Cura-Italia sono attribuiti poteri speciali per la realizzazione delle nuove reti.  

La rete è un elemento fondamentale della nostra vita. Basti pensare oggi alla spesa online, una pratica diventata mainstream in queste settimane, che tale rimarrà certamente anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. E’ una questione di domanda.

In rete, nonostante il traffico crescente, riusciamo a fare quasi tutto. E’ vero, non tutto è perfetto, non ci sono ancora reti in grado di sostenere la domanda attuale.

Ma ci sono tutte le condizioni perché da questa crisi, che è insieme sanitaria ed economica, si possa ripartire con rinnovata energia per la realizzazione di una rete in fibra ottica future proof davvero capillare in FTTH (Fiber to the home), in grado di sostenere servizi sempre più innovativi.  

Banda ultralarga, piano pre-Covid 19

Il piano ambizioso di Open Fiber per la banda ultrlalarga è la copertura di 19 milioni (su un totale di 24 milioni) di abitazioni entro il 2023-2024, un numero di abitazioni che, secondo stime, è destinato a crescere in termini di attivazioni di abbonamenti dopo l’emergenza Covid-19. Se oggi sono appena 1,1 le attivazioni di abbonamenti a banda ultralarga in FTTH, dopo la crisi le aspettative crescono di molto. Di fatto, per tutti gli operatori c’è una prateria da occupare nel mercato della banda ultralarga. Una prateria nella quale si posizionerà anche la nuova offerta di Sky. 

La rete del futuro

Se è chiaro che la rete del futuro sarà a banda ultralarga in FTTH, è evidente che un nuovo operatore sul mercato, come Sky, punterà su questa tecnologia. Come noto, Sky Italia, media company del gruppo Comcast, entro giugno, come ribadito dall’amministratore delegato Maximo Ibarra, lancerà la sua offerta di servizi a banda ultralarga e telefonia fissa dove arriva l’FTTH grazie all’accordo strategico con Open Fiber. Dove non arriva l’FTTH di Open Fiber, Sky può contare sui servizi ultra-broadband  di Fastweb, con cui ha siglato un accordo nell’ottica della neutralità tecnologica necessaria in un paese con copertura a macchia di leopardo come il nostro.  

L’obiettivo di Sky

L’obiettivo di Sky è offrire un nuovo pacchetto di servizi triple play (Tv, Internet, Telefonia). Questa scelta, che consentirà a Sky di dotarsi della piattaforma che mancava alla azienda, rappresenta la naturale evoluzione del business di un’azienda multipiattaforma che da sempre punta sui contenuti e sull’innovazione tecnologica fin dalla sua nascita. L’offerta sarà verosimilmente basata sulla miglior connettività disponibile per la fruizione dei migliori servizi anche in upload come video chiamate, interazione fra persone via social e nuovi servizi che hanno bisogno di una latenza minima, garantita appunto dalla vera fibra FTTH, la rete greenfield in grado di sostenere i servizi del futuro. Al progetto lavorano da due anni 200 ingegneri di Sky. L’idea, come dichiarato più volte dallo stesso amministratore delegato dell’azienda,è entrare nelle case degli italiani con un progetto multipiattaforma che offreconnettività e contenuti e (Sky Q è sempre di più un aggregatore dei migliori contenuti sul mercato, come dimostra anche l’alleanza con Netflix) grazie alla miglior connessione fissa che in WIFI si distribuisce in tutta l’abitazione.

L’offerta di Sky

La nuova offerta ultrabroadband di Sky, studiata e programmata a lungo, potrà contare sull’expertise di quanto già realizzato dalla consorella Sky Uk e dalla casa madre, la statunitense Comcast, un operatore a banda ultralarga forte di una gamma vastissima di prodotti che vanno dal telecontrollo alla videosorveglianza, tutti servizi che potranno essere compresi nel nuovo pacchetto. L’obiettivo è quindi quello di partire con un concept di connettività made in Usa, sulla falsariga della casa madre Comcast.

Il valore del mercato italiano della banda larga

Secondo stime di Comcast, il mercato italiano della banda larga vale 7 miliardi di dollari. Il brand di Sky è “molto credibile” sul mercato di casa nostra, ed è per questo che la compagnia Usa ha deciso “di investire in modo massiccio e nel lungo periodo” per entrare sul mercato nella convinzione che il business cresca su ampia scala come già accaduto nel Regno Unito. La banda ultralarga cambierà radicalmente il business di Sky in Italia.

L’impegno di Sky sulla rete

L’impegno sulla rete di Sky è a lungo termine, seguirà la progressione della rete FTTH di Open Fiber che, in un alquanto presumibile ed auspicabile scenario post Covid- 19, subirà una netta accelerazione. E’ chiaro che a dettare i tempi sarà in larga misura la domanda dei consumatori, che è già in crescita esponenziale, ma l’ingresso di Sky dovrebbe dare un contributo alla diffusione della banda larga nel Paese. Di certo, dopo la crisi sanitaria la dieta digitale degli italiani cambierà fra smart working e spesa online.

Digitale spinta per l’economia e la ripresa del Pil

La domanda di connettività è destinata a crescere dopo la crisi sanitaria per ridare spinta all’economia. Servirà una vera e propria cura da cavallo digitale perché il sistema Italia riparta dopo la crisi, una cura da cavallo che gioco forza dovrà coinvolgere anche il sistema produttivo del Paese. Un esempio? La vendita al dettaglio, che sta subendo un cambio di mentalità completo in chiave digitale. Anche il fruttivendolo sotto casa si sta ingegnando, in tempi di coronavirus, per rivoluzionare il sistema di distribuzione grazie ai social network e alla rete. Questo cambiamento radicale non passerà dopo la fine della crisi sanitaria, anzi sarà accentuato e imporrà un cambiamento generalizzato dei modelli di business nel mondo retail e non solo.

Basti pensare allo smart working nella Pubblica amministrazione, agli ingenti investimenti realizzati per consentire alla nostra PA di restare attiva in queste settimane. Investimenti ingenti in nuove tecnologie con cambiamenti epocali che resteranno dopo la fine dell’emergenza.

Il ruolo della politica

In questo contesto, un ruolo importante lo avrà la politica che sperabilmente farà quanto in suo potere per ampliare al massimo la distribuzione dei voucher a sostegno della domanda di banda ultralarga.

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