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Banda ultralarga, e ora il piano Enel: 2,5 miliardi per 224 città

Fibra

Enel annuncia oggi un investimento di 2,5 miliardi di euro per portare nei prossimi anni la banda ultralarga in FTTH (Fiber to the home) in 224 città italiane dei Cluster A e B, quelle non a fallimento di mercato, per coprire circa 7,5 milioni di case.

Si tratta sostanzialmente, delle stesse aree oggetto dell’interesse di Telecom Italia, che ha presentato all’Agcom un piano di copertura di 250 città che coinvolge anche Metroweb, anch’essa controllata pubblica attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Le due società sono in attesa del via libera dell’Autorità. Entro il primo trimestre 2018 il piano industriale di Telecom Italia, la cui rete raggiunge 24 milioni di unità immobiliari, prevede la copertura 100 città in FTTH con una percentuale pari ad almeno il 50% di ogni città (complessivamente l’8% della popolazione). A fine marzo, saranno complessivamente mille i comuni coperti in fibra da Telecom Italia.

Il piano di Enel Open Fiber

Il piano di Enel Open Fiber, la società costituita a dicembre per realizzare e gestire la rete in fibra ottica del gruppo, è stato approvato ieri dal Cda. In particolare, si precisa che Enel Open Fiber agirà come operatore wholesale only, ossia come soggetto operante esclusivamente nel mercato all’ingrosso, che realizza l’infrastruttura per altri operatori autorizzati”.

Enel Open Fiber realizzerà quindi “attraverso diverse fasi da rilasciare in sequenza la rete di telecomunicazioni in fibra ottica in 224 città italiane” fino a casa del cliente in modalità FTTH. “Nell’ambito dei primi anni del piano, è prevista la copertura di 7,5 milioni di case”, si legge nella nota, che non precisa la durata del piano stesso e nemmeno la percentuale di popolazione che sarà raggiunta, in rapporto alle 94 mila aree (bianche, nere e grigie) in cui è stato suddiviso il territorio nazionale da Infratel.

Gli investimenti per 2,5 miliardi saranno approvati gradualmente e la rete sarà aperta agli investimenti di altri investitori, fra cui alcuni fondi esteri.

Il Cda di Enel ha inoltre condiviso la lettera d’intenti tra Enel Open Fiber, Vodafone e Wind, “finalizzata, attraverso una serie di passi successivi, a definire una partnership strategica e commerciale per lo sviluppo della rete di telecomunicazioni a banda ultralarga sul territori nazionale”.

“Enel Open Fiber rimane comunque aperta alla collaborazione commerciale con tutti gli operatori retail che intendano attivare i propri clienti sulla nuova rete di EOF medesima”, conclude la nota.

Roi della fibra nei Cluster A e B intorno al 10%

 

Il ritorno sull’investimento di Enel Open Fiber nella fibra nelle aeree non a fallimento di mercato (A e B) “sarà nella parte alta di una percentuale a una cifra o nella parte bassa di una a due cifre, molto interessante per noi”, ha detto oggi il Ceo di Enel Francesco Starace in conference call, aggiungendo che Enel Open Fiber dovrebbe produrre un Ebitda di circa 250 milioni di euro. Secondo l’amministratore delegato, “La definizione del piano strategico di Enel OpEn Fiber è un importante passo avanti per la realizzazione degli obiettivi previsti dall’Agenda Digitale Europea e dalla Strategia Italiana per la banda ultralarga. Passare la fibra attraverso la nostra rete elettrica, che arriva nelle aziende e nelle case di 32 milioni di italiani, consente una copertura capillare del territorio nazionale a costi competitivi, creando valore per Enel e per tutti gli operatori che vorranno usufruire di questa nuova importante infrastruttura”.

I Cluster C e D

Per i Cluster C e D, le aree a fallimento di mercato, bisognerà attendere le gare di infratel, come sottolineato anche dell’ad Starace in occasione della sua audizione in Senato del 16 marzo. Ma a questo proposito Starace ha aggiunto oggi in conference call che nelle aree a fallimento di mercato (C e D), Enel Open Fiber parteciperà alle gare per la gestione del servizio, una volta che le gare saranno indette. “Enel Open Fiber non investirà un euro nella realizzazione della infrastruttura (nelle aree C e D) ma parteciperà alle gare per la gestione, lo sviluppo e la manutenzione della rete in fibra”.

In questo modo, Enel Open Fiber si propone in modo più che legittimo come nuovo player nelle aree C e D, per le quali il Governo ha stanziato fondi pubblici complessivi per 4,2 miliardi di euro – 2,2 miliardi sbloccati dal CIPE e 2 miliardi dalle Regioni per la copertura delle aree bianche. In realtà, al momento in attesa del via libera della Ue al piano italiano (atteso per maggio), sono disponibili 3 miliardi, dopo l’accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni l’11 febbraio.

Le gare

L’operatore elettrico, in quanto operatore di rete puro, si pone così in concorrenza con Telecom Italia nelle prossime gare Infratel. In sede di gara, Enel Open Fiber potrebbe contare sul vantaggio competitivo legato al suo status di operatore puro di rete che cede capacità ad altri operatori retail, non concorrenti, in parità di accesso. Un modello che l’Antitrust, la Ue e (forse) anche il Mise dovrebbero privilegiare in ottica pro-concorrenziale in fase di gara, rispetto a quello di operatore verticalmente integrato (Telecom Italia).

Ma tutto dipenderà da come saranno i bandi, anche se si legge in quest’ottica l’accordo di Enel con Vodafone e Wind, che in futuro potrebbero decidere di acquistare il servizio di rete in Vula (Virtual Unbundling Local Access) dall’operatore elettrico e non più bitstream da Telecom Italia. Ma anche qui tutto dipenderà dalle tariffe di accesso che deciderà l’Agcom.

Le sinergie

“L’utilizzo di infrastrutture elettriche per la posa di fibra ottica, in luogo dell’esecuzione di onerose opere di scavo, è una interessante opportunità per lo sviluppo della banda ultralarga, in quanto consente una contrazione dei costi di installazione ed una elevata velocità di dispiegamento della rete TLC, grazie all’estrema capillarità e penetrazione del territorio delle suddette infrastrutture (circa 1.200.000 Km di linee elettriche, 450 mila cabine di distribuzione)”. La rete di distribuzione elettrica è estremamente pervasiva, si pensi ad esempio che per ogni cabinet stradale di rete fissa di telecomunicazioni “…sono presenti in media 3 cabine di distribuzione elettrica, situate in posizione molto prossima agli edifici serviti; mediamente 50-100 metri da essi”.

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