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Banda ultralarga: consultazione lampo per sondare gli operatori

Fibra ottica

Fibra ottica

Con la manifestazione di interesse per le 40 città da coprire in fibra con tecnologia Ftth (Fiber to the home) e Fttb (Fiber to the building) inviata a Infratel il 31 marzo, Telecom Italia ha di fatto provocato la riapertura della consultazione pubblica sulla Strategia nazionale per la banda ultralarga, approvata il 3 marzo dal Governo.

Questa l’opinione del Mise, dove la riapertura della consultazione, a questo punto, è considerata un atto dovuto, per consentire a tutti gli operatori di rivedere e integrare le manifestazioni di interesse a investire alla luce della nuova situazione. Una situazione che impone tra l’altro la riscrittura della geografia delle aree nere (Cluster A) e in parte di quelle nere e grigie del Cluster B. Una mossa inaspettata, quindi, quella di Telecom Italia, che ha un forte impatto sulla Strategia nazionale sulla banda ultralarga.

La riapertura della consultazione, annunciata due giorni fa dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, partirà in queste ore e durerà pochi giorni in vista della scadenza vera e propria fissata il 31 maggio, quando gli operatori dovranno  presentare i loro piani industriali.

Intanto, l’eventuale ingresso di Enel nella partita della fibra è la novità di questi giorni che resta però un’ipotesi in attesa di verificarne la concretezza.

Telecom Italia, dal canto, suo ha manifestato interesse ad investire in autonomia in tecnologia Ftth e Fttb nelle maggiori città fra cui Roma ma si sono fatti anche i nomi di Trieste, Ancona, Reggio Calabria, Napoli. L’elenco completo delle città non è disponibile, in quanto “non consolidato” da parte dell’azienda.

L’ultima fotografia disponibile sui piani d’investimento degli operatori risale al mese di giugno dell’anno scorso. C’è da dire che Telecom Italia ha mostrato anche un netto cambio di marcia nel suo modello di business, visto che prevede investimenti in Ftth (fibra fino all’abitazione). Una virata bene accolta dal Governo.

Il tutto in attesa che si risolva l’impasse dei decreti attuativi dello Sblocca Italia, che riguardano il credito d’imposta per le aziende che investono, fermi alla Ragioneria del MEF per mancanza di coperture.

In giornata anche il commento del presidente  Cdp, Franco Bassanini che ha risposto alle domande dei giornalisti sul perchè della riapertura della consultazione pubblica, confermando che “la consultazione pubblica serve ad accertare dove gli operatori intendono investire con risorse proprie, serve poi a stabilire dove c’è un fallimento del mercato ed è quindi legittimo avere incentivi. Il governo – ha poi concluso– deve accertare non solo in quale città ma in quali esatte aree si investirà”.

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