l'editoriale

Banda Ultralarga. Con il Piano Colao è la fine del rame

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Va riconosciuto un merito importante al Piano del ministro Vittorio Colao. Forse il più importante. Ci riferiamo alla definitiva fine, entro il 2026, del rame e della tecnologia FTTC (Fiber-To-The-Cabinet) di TIM.

Negli scorsi giorni siamo stati molto critici con il “Piano Italia a 1 Gbit/s” presentato dal ministro Vittorio Colao e che è soggetto adesso ad una consultazione pubblica. 

L’articolo di Key4biz del 12 agosto “Delusione per il “Piano Italia a 1 Giga”. Rischia di non garantire neanche 1/3 della velocità” ha anche sollecitato la immediata risposta del prof. Maurizio Dècina, pubblicata il giorno dopo “La risposta di M. Dècina a Key4biz: “Obiettivo del Piano è assicurare 1 Gigabit/s entro il 2026”.

Le nuove reti finanziate con soldi pubblici europei, descritte nel Piano, dovrebbero i 300 Mbit/s, prestazione minima richiesta dall’Antitrust europeo per lo “step change”, condizione necessaria per accedere ai fondi europei. 

Permangono tuttavia, per intero, i dubbi da noi avanzati sul perché l’asticella non sia stata alzata sino alla soglia di 1 Gbit/s, come dichiarato nel titolo del Piano. In questo modo avremmo avuto la garanzia di avere nuove reti con le prestazioni minime di 1 Gbit/s effettivo, come peraltro indicato dallo Piano Colao. Siamo però sicuri che il Piano nella sua formulazione finale sarà rivisto e migliorato, perché l’obiettivo di 1 Gbit/s non rimanga solo uno slogan sulla carta e perché non rappresenti un’altra occasione persa per il Paese. 

Ma dobbiamo riconoscere un merito importante al Piano del ministro Vittorio Colao

Forse il più importante. 

Ci riferiamo alla definitiva fine del rame e della tecnologia FTTC (Fiber-To-The-Cabinet) di TIM entro il 2026. 

Perché? 

Perché si tratta di una tecnologia vecchia ed obsoleta, un vero e proprio collo di bottiglia per le imprese italiane e per i consumatori. 

Adesso speriamo che AGCOM faccia suo il Piano del Governo e della Commissione Europea perché il nostro Paese abbia le nuove reti a 1Gbit/s accelerando il processo di switch-off del rame e garantendo che questo avvenga entro il 2026.

Non ha infatti senso mantenere in piedi una rete vecchia, non all’altezza dei tempi e delle nuove esigenze di consumo di rete impresse dalla pandemia e dai nuovi regimi di lavoro da remoto, quando il Paese si potrà e si dovrà dotare di quelle nuove entro il 2026, proprio grazie ai fondi del PNRR, che dovranno essere spesi e…spesi bene.