l'editoriale

Delusione per il “Piano Italia a 1 Giga”. Rischia di non garantire neanche 1/3 della velocità

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Un Piano scritto in modo equivoco, da cui non si comprendono i reali obiettivi di governo e posto al centro di una consultazione che ha dell’irreale: da 1Gbit/s a 300Mbits/ e, forse, molto meno.

Nel pieno di questo torrido agosto è stata pubblicata la consultazione pubblica per il Piano Italia a 1 Gbit/s. E così, neanche il pur sobrio governo Draghi è sfuggito alla consuetudine o, meglio, al malcostume di consultare gli stakeholders praticamente sotto l’ombrellone.

Agosto, trasparenza mia non ti conosco…

Non c’è proprio niente da fare è sempre cosi. Tutte le decisioni più rilevanti, attese per mesi, si scodellano ad agosto inoltrato, per evitare presenze attente e approfittare del fuggi-fuggi imposto dalla calura. Insomma, il timore è che lo si faccia per passare inosservati in un momento in cui tanti sono in vacanza. 

Da 1 Gbit/s a meno di 300 Mbits/s

E perché è avvenuto anche in questo caso?

Perché leggendo il documentoPiano Italia a 1 Gbit/s” vengono molti mal di pancia e si capisce che il famoso “1 Gbit/s” menzionato nel titolo purtroppo rimarrà solo uno slogan sulla carta ed una occasione persa per il Paese. 

Proviamo a dirlo in modo più semplice. Non è ancora chiaro, anzi si sarebbe portati a pensare che le nuove reti, finanziate con soldi pubblici europei, potrebbero non garantire effettivamente neanche i 300 Mbit/s, la prestazione minima richiesta dall’Antitrust europeo per garantire lo “step change” rispetto alle reti esistenti. 

Per lo meno muore il rame e con esso anche la tecnologia FTTC di TIM

L’unica cosa positiva è la fine del rame e della tecnologia FTTC (Fiber-To-The-Cabinet) di TIM, ormai morta e sepolta. Ma torniamo alla lettera del documento. Dunque al momento, leggendo le carte, sembra, a ben vedere, che addirittura neanche questa prestazione minima di 300 Mbit/s sarà garantita.  Nel “Piano Italia a 1 Gbit/s” non c’è ancora nessuna definizione chiara delle prestazioni delle reti che possono essere finanziate. I 300 Mbit/s dovrebbero, in verità, essere garantiti in maniera inequivocabile a tutti i clienti attivi nell’ora di punta. 

Non si spiega cosa si intende per connettività

ll piano italiano non definisce in maniera chiara cosa si intende per connettività. Il bit rate o il Throughput? La differenza, come è a tutti noto, è molto rilevante. Nel Piano non sono neanche chiariti, ma addirittura neanche indicati, quali segmenti di rete devono essere garantite le prestazioni di connettività che possono avere impatti significativi sulle prestazioni dei servizi applicativi offerti ai consumatori.

E ora vediamo cosa accadrà

Vediamo cosa risponderanno gli stakeholders al ritorno dalle vacanze. Ma è chiaro che la promessa di 1Gbit/s in tutto il Paese rimarrà un sogno nel cassetto e il rischio concreto è che cittadini ed imprese dovranno continuare a lottare con connessioni di qualità scadente, mentre in altre parti del mondo dal 2018 vengono già offerti 10 Gbit/s e si sta pensando ad ulteriori upgrade.

Forse il piano andrebbe rinominato.

Suggeriamo il titolo “Piano Italia – a stento – a 300 Mbit/s“.