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Banda ultralarga: 3,6 milioni di civici ancora scoperti in Italia. Vestager ‘Aree bianche priorità del recovey fund’

Mentre il Paese si arrovella e discute sui piani di governance della nuova e futuribile società unica della rete, che sotto la regia della Cdp dovrebbe unire le reti di Tim e Open Fiber in un’unica entità denominata AccessCo, arriva impietosa la mappa di Infratel sulla copertura dell’Italia a riportare il dibattito su un piano più prosaico e concreto. I fatti dicono che a fine 2019 nel nostro paese ancora 3,6 milioni di numeri civici su un totale di 20,76 milioni sono ancora privi di qualunque tipo di connessione. Dovrebbe bastare questo dato per capire l’urgenza di superare tutte le divergenze e rimboccarsi le maniche per superare un gap insostenibile per la vita e la ripresa economica del paese. In particolare alla luce del difficile periodo storico in cui viviamo.

Recovery fund, Vestager ‘Fondi per banda larga, priorità alle aree bianche’

A questo proposito, è giunto ieri da Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, un caldo appello per un utilizzo assennato delle risorse del recovery fund, di cui l’Italia è il primo beneficiario con la cifra di 209 miliardi (191 già disponibili).  

I piani nazionali di ripresa e resilienza che i Paesi membri dell’Ue dovranno presentare per accedere alle risorse della Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu, dovrebbero prevedere investimenti pubblici per fornire connessioni Internet ad alta velocità anche alla popolazione delle “aree rurali”, quelle a cosiddetto fallimento di mercato, dove la scarsa domanda da parte delle imprese disincentiva gli investimenti privati necessari a portare la banda larga nelle case. Lo sottolinea la vicepresidente esecutiva della Commissione Europea Margrethe Vestager, intervenendo in un convegno on line a Bruxelles.

“Stiamo lavorando sulle linee guida dei piani nazionali di ripresa – dice – e la connettività è un tema molto importante. Come far sì che anche in aree” in cui manca la domanda da parte delle imprese “la gente sia connessa?”. Come far sì che “la connettività di ultima generazione arrivi anche in aree rurali?”. Il Recovery Plan metterà sul piatto 750 mld di euro e alla Commissione “speriamo che parte di quella cifra consenta di collegare in modo più rapido” anche le aree meno interessanti per gli operatori privati.

“E’ abbastanza difficile – osserva ancora Vestager – capire perché non sia successo finora. Mi sono molto occupata di aiuti pubblici su questo: dove non c’è domanda” per mancanza di imprese nell’area, la banda larga “si può fare con soldi pubblici”, già adesso. Eppure, continua, “abbiamo visto molti aiuti di Stato autorizzati, ma poi non è successo niente”. Adesso, conclude, “dobbiamo scavare per portare i cavi nelle case” di tutti i cittadini, anche nelle campagne e nei piccoli centri.

La mappa di Infratel

La mappa appena pubblicata da Infratel sui piani di copertura di 44 operatori al 2022 evidenzia che 3,66 milioni di civici sono ancora del tutto scoperti (aree bianche) nel nostro paese. Alla fine del 2022 ne resteranno 79.300. I piani degli operatori fra cui Tim, Open Fiber, Fastweb, Flash Fiber, (ora confluita in FiberCop) e Vodafone sono in ritardo. Ma evidenziano un’accelerazione al 2022. In tutto, sono stati considerati 20.766mila numeri civici considerati.

Nelle aree nere e grigie le abitazioni non coperte sono il 17,7% a fine 2019, contro una previsione del 12,3%.

A fine 2022 i civici serviti con reti VHCN (fibra ottica e FWA) rappresenteranno più del 77% del totale dei civici grigi e neri, un dato più che triplicato rispetto all’attuale copertura di appena il 23,1%.

Il report di Infratel evidenzia poi che al 2022 aumenterà in maniera consistente l’uso della tecnologia radio, tanto che il 28% dei civici VHCN sarà connesso in FWA.

Il consuntivo 2019

C’è da dire che considerando le sole tecnologie in fibra ottica VHCN a livello di copertura prevista (18%) il risultato è stato qusi raggiunto a fine 2019 (16,4%).

Obiettivi 2022: aree grigie in deficit di fibra

Nel 2022 i civici coperti in VHCN nelle aree nere saranno il 73,5%, e il 3,7% nelle aree grigie. Per allora, 80mila civici saranno “rientrati” nelle aree bianche. Una percentuale, quella della fibra nelle aree grigie, davvero bassa che andrebbe rivista al rialzo vista l’importanza strategica di queste aree, dove si trovano numerosi distretti industriali evidentemente ancora scoperti di connessioni ultraveloci. Servirebbe, di fatto, un piano ad hoc per la copertura dei distretti e delle aree industriali del paese.

Fa notare il Sole 24 Ore che colpisce la differenza del mix di copertura fra aree nere, a prevalenza VHCN, e aree grigie: si 20,7 milioni di civici nel 2022 sono previsti 16 milioni di civici coperti in VHCN ma soltanto 765mila nelle aree grigie, che per allora continueranno ad avere ancora 2 milioni di civici coperti in rame.

Troppe regioni ancora in rame

Come fa notare oggi il Sole 24 Ore, ci sono ancora diverse regioni che al 2022 hanno piani di copertura dominati dal rame. Perché? In base agli impegni presentati dagli operatori il rame coprirebbe ancora il 58% dei civici in Basilicata, il 67% in Calabria, il 46% in Molise, il 41% in Sardegna.

Il maggior numero di civici coperti in fibra o almeno in FWA dovrebbero registrarsi in Umbria (99,7%), Friuli Venezia Giulia (98,3%), Marche (97,8%), Veneto (94,7%).

Piano scuola

Intanto, il 15 settembre (in ritardissimo) scade il termine per la consultazione sulla copertura delle scuole. In cantiere c’è una dotazione di 400,4 milioni di euro del Fondo sviluppo e coesione per coperture scolastiche fino ad un gigabit al secondo. Nel censimento sono interessate circa 32mila scuole medie superiori pubbliche, più tutte le scuole primarie e dell’infanzia già interessate dagli interventi nelle aree bianche. Dopo la consultazione, la notifica alla Commissione Ue e dopo il decreto del Mise.  

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