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Banda larga, Giuseppe Recchi: ’Bene i 7 mld del Governo, ma serve un piano industriale’

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Confermato il cda di venerdì sul Brasile, ma Recchi punzecchia: 'Stanco e dispiaciuto di continuare a vedere Telecom citata per operazioni straordinarie, come il Brasile, e non per la grande capacità tecnologica e per gli sforzi sulla rete ultrabroadband'.

I dirigenti di Telecom Italia, ormai avviata ad essere una vera public company, lavorano nell’esclusivo interesse dell’azienda, non rispondendo a un azionista di riferimento. Lo ha ribadito stamani l’amministratore delegato Marco Patuano a margine del workshop su ‘Internet, Jobs & Skills: an Opportunity for Growth’, promosso da Telecom Italia in collaborazione con l’Ocse.

“Abbiamo avviato un percorso per una public company. Anche la composizione del board a maggioranza formato da indipendenti va in questa direzione”, ha detto, sottolineando che un investitore a lungo termine c’è “ma non ha bandiera, il mercato è fatto di investitori a lungo termine e breve termine”.

Patuano ha quindi confermato che venerdì si terrà un Cda dedicato al Brasile, ma non ha commentato ulteriormente le vicende legate al mercato carioca.

Recchi: ‘fantasie’ quelle sulla separazione

Il presidente Giuseppe Recchi si è invece soffermato  sul tema della rete, bollando ancora una volta come “fantasie” le ricostruzioni su una possibile separazione dell’infrastruttura.

“E’ assurdo sentir parlare di progetti fantasiosi di separazione della rete da parte di personaggi che si interfacciano con le istituzioni parlando di progetti più o meno fantasiosi mentre noi siamo concentrati sullo sviluppo della rete”, ha affermato Recchi, che ha ricordato che Telecom è “…un’azienda privata che investe perché’ ha convenienza a farlo e perché è sinergica al paese”.

La rete, ha aggiunto, che già è capillare, “va estesa e rafforzata” piuttosto.

Il Piano Nazionale banda larga: Telecom è pronta

Recchi ha quindi definito ‘congrue’ le risorse per 7 miliardi di euro messe a disposizione dal Governo nel Piano nazionale per la banda larga di cui ha parlato il sottosegretario Antonello Giacomelli e che sarà presentato tra qualche giorno, ma ha anche precisato che Telecom non chiede soldi ma “un piano industriale certo e definito capace di stimolare gli investimenti privati”.

Grazie alle risorse messe sul piatto dal Governo e agli investimenti che Telecom Italia sta portando avanti, Recchi si è detto convinto che potranno essere raggiunti gli obiettivi dell’agenda digitale.

“Il governo può contare su Telecom Italia che è un’azienda al servizio del paese con grandi competenze e una grandissima infrastruttura”, ha spiegato Recchi, che si è poi detto “stanco e dispiaciuto di continuare a vedere Telecom citata per operazioni straordinarie, come il Brasile, e non per la grande capacità tecnologica e per gli sforzi sulla rete ultrabroadband”.

eSkills: Italia e Ue di fronte a svolta culturale

Il presidente Recchi si è infine soffermato sul tema delle competenze digitali, ricordando i numeri ‘impressionanti’ di uno studio Ue secondo cui la mancanza di adeguate eSkills lascerà scoperti entro il 2017 circa 900mila posti di lavoro.

Ricordando che “per ogni miliardo investito in broadband si creano 20mila posti di lavoro”, Recchi ha infine sottolineato che “dobbiamo prepararci oggi ad adattare noi e i nostri figli alle nuove richieste. Prima lo capiamo prima ci salviamo”.

Pier Carlo Padoan: l’Europa in una fase cruciale. Basta critiche all’Italia

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenuto al workshop Telecom dice di attendersi che la Ue riconosca “lo sforzo di bilancio importante” fatto dall’Italia sia in termini qualitativi che quantitativi e consideri le riforme strutturali a partire dal Jobs act che “sarà approvato presto”.

Padoan ha spiegato che “la legge di stabilità coniuga il consolidamento di finanza pubblica e la crescita” e ha precisato che prima di chiederci se i soldi bastano bisogna chiedersi se vanno nel posto giusto. “Io sono abbastanza stufo di sentirmi dire da eminenti colleghi ministri che si rivolgono all’Italia dicendoci che dobbiamo dimostrare che i soldi li sappiamo spendere”.

Il ministro ha comunque sottolineato che il dialogo con l’Europa c’è ed è estremamente costruttivo e si è detto convinto il Pil ricomincerà a crescere dal prossimo anno.