l'indagine

Bambini online, è allarme privacy: app e siti troppo spioni

di A.T. |

Per il Garante Privacy Antonello Soro, “…molte società che gestiscono siti e sviluppano app dimostrano un approccio irresponsabile nei confronti dei minori. Naturalmente, i genitori devono seguire i loro figli in questo percorso di crescita anche tecnologica”.

La maggior parte delle app e dei siti per bambini nasconde molte, troppe insidie per la privacy dei piccoli utenti visto che, oltre alle informazioni personali (nome e indirizzo di posta elettronica) vengono raccolti dati molto sensibili relativi alla posizione del dispositivo (geolocalizzazione), alle foto o alla rubrica.

È quanto emerge da un’indagine svolta dai Garanti privacy di tutta Europa in occasione del “Privacy Sweep 2015” dedicato alla protezione in rete dei bambini tra gli 8 e i 13 anni.

Quello che emerge è un quadro decisamente allarmante perché, ricordiamo, non si tratta dei siti usati dagli adulti – i quali possono essere più o meno consapevoli dei rischi per la privacy – ma di app e siti internet tra i più usati dai più piccoli e appartenenti al settore educational, dei giochi, dei servizi online offerti da canali televisivi per l’infanzia, dei social network.

I risultati dell’indagine in Italia
Su 35 tra app e siti presi in esame in Italia, in 30 casi vengono estrapolate informazioni che permettono di identificare i piccoli utenti.
Nello specifico, rende noto il Garante, in 25 casi si è riscontrato l’obbligo inserire almeno l’indirizzo di posta elettronica; in 20 casi occorre indicare il proprio nome; in 13 casi è necessario consentire l’accesso a foto e video presenti sullo smartphone, sul tablet o sul pc.
19 tra siti e app registrano l’indirizzo IP; 18 l’identificativo unico dell’utente; 11 richiedono la geolocalizzazione del dispositivo utilizzato dal bambino.
In 23 casi è prevista la condivisione con altri soggetti dei dati personali raccolti.
E ancora: 23 tra siti e app includono banner pubblicitari di terze parti (in alcuni casi non attinenti al mondo dell’infanzia). In ben 22 casi il minore può essere reindirizzato fuori dal sito/app che sta utilizzando. Alcune app consentono al bambino di procedere direttamente all’acquisto di prodotti e servizi (acquisti “in app”).
Sono pochi, infine, i siti e le app in cui è presente un’informativa privacy chiara e completa, o che consentono un utilizzo senza la richiesta di dati personali. Sono limitati anche gli strumenti (es. parental control, chat preimpostate) adottati per aiutare i bambini a non diffondere, anche involontariamente, i propri dati personali.

“I risultati dell’indagine condotta dagli esperti del Garante italiano evidenziano che siamo ancora molto lontani da una corretta tutela dei dati dei minori. E’ sempre più evidente che quasi tutti i bambini tra gli 8 e i 13 anni usano strumenti tecnologici collegati in rete, ma non sono adeguatamente protetti”, ha affermato il Presidente Antonello Soro, secondo cui “…molte società che gestiscono siti e sviluppano app dimostrano un approccio irresponsabile nei confronti dei minori. Naturalmente, i genitori devono seguire i loro figli in questo percorso di crescita anche tecnologica”.

Nel mondo
A parte qualche sparuta buona prassi, a livello di controlli e coinvolgimento dei genitori, anche a livello globale emerge un quadro di scarsa tutela nei confronti dei più piccoli.
Dei circa 1500 siti e app analizzati, il 67% dei siti/delle app esaminati raccoglie informazioni personali su minori.
Solo il 31% dei siti/delle app offre meccanismi efficaci per limitare la raccolta di dati personali di minori. Particolarmente preoccupante risulta la circostanza per cui molti siti o app popolari fra i più piccoli affermino nelle informative privacy di non essere pensati per un pubblico minorenne, senza però adottare poi meccanismi che evitino la raccolta di dati personali dei minori che accedono al sito o alla app. La metà dei siti/delle app fornisce dati personali a soggetti terzi.
Il 22% dei siti/delle app offre la possibilità ai minori di indicare il proprio numero telefonico; il 23% consente loro di mettere a disposizione foto o video.
Il 58% dei siti/delle app offre al minore la possibilità di essere reindirizzato verso un altro sito.
Solo il 24% dei siti/delle app promuove il coinvolgimento dei genitori.
Il 71% dei siti/delle app non offre strumenti per cancellare agevolmente le informazioni contenute negli account.