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Avviato a Roma il Forum sui Beni Confiscati alle Criminalità, il primo in Italia

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Il Direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati alle Criminalità (Anbsc), il prefetto Bruno Corda, annuncia un nuovo portale web, che dovrà garantire maggiore trasparenza sui 19.000 immobili gestiti.

Questa mattina, in Campidoglio, nell’Aula Giulio Cesare presentazione ufficiale ed avvio dei lavori di una iniziativa d’avanguardia in Italia: il primo “Forum” italiano sui beni confiscati alle criminalità, promosso da Roma Capitale, come da impegno assunto dal Sindaco Roberto Gualtieri durante la campagna elettorale e come da attivismo intenso dell’Assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative Tobia Zevi, che del Forum è anche Presidente.

Ne abbiamo scritto qualche settimana fa, su queste colonne: in effetti, il 25 gennaio 2022 l’iniziativa era stata presentata dal Sindaco Gualtieri, che aveva annunciato l’attivazione operativa del Forum giustappunto da oggi 17 marzo (vedi “Key4biz” del 25 gennaio 2022, “Il Comune di Roma battezza il Forum dei Beni Sequestrati alle Mafie”).

Il Forum romano si pone come organismo di consultazione della società civile, ma getta le basi per interventi pubblici di coprogrammazione e coprogettazione, superando lo schema relazionale arcaico che tende ad isolare le istituzioni dalla comunità: anche la società civile, pur non essendo essa “istituzione”, può (deve) dare un contributo “istituzionale” alla vita anche politica del Paese.

Il tema che affronta il Forum è di enorme portata, perché riguarda anzitutto la lotta alla criminalità, ma al contempo la miglior gestione della “res publica”, dato che si tratta di beni – immobili ed imprese – che vengono sottratti ai malfattori, e che lo Stato è titolato ad assegnare a soggetti della società civile, con particolare attenzione a quelle associazioni che sono attive nel contrasto del disagio e delle diseguaglianze. È stata la legge n. 646 del 1982, nota come legge “Rognoni-La Torre”, ad introdurre per la prima volta nel Codice Penale italiano la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (il famoso “art. 416 bis”) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali (si ricordi il 30 aprile 1982 venne ucciso Pio La Torre, Segretario Regionale del Partito Comunista in Sicilia; oggi in aula in Campidoglio è intervenuto il figlio Franco La Torre). È stata poi la legge 109 del 1996 (che compie 26 anni in questi giorni), nata dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, sulla linea indicata da Falcone e Borsellino (“per vincere le mafie… bisogna seguire i soldi”) a completare la legge Rognoni-La Torre che aveva introdotto la confisca dei beni. Un ruolo determinante, in questa gestazione normativa, l’ha avuto l’associazione Libera, che a fine 1994 promosse una petizione popolare per raccogliere un milione di firme per destinare a uso sociale i beni confiscati ai mafiosi e ai corrotti…

Sono ben 36.616 i beni immobili (ovvero – rectius – “particelle catastali)” confiscati, dal 1982 ad oggi. Circa 17.300 sono stati destinati e consegnati dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (Anbsc), per le finalità istituzionali e sociali. I quasi 19.300 beni immobili attualmente in gestione all’Agenzia (dati aggiornati al 2 marzo 2021), non tutti giunti in “confisca definitiva” (secondo i dati al 31 dicembre 2019 sono circa 11.000), sono ancora da destinare, perché presentano varie forme di criticità (per quote indivise, irregolarità urbanistiche, occupazioni abusive e per condizioni strutturali precarie). Sono invece 1.649 le imprese destinate mentre sono 3.449 quelle ancora in gestione… Cifre impressionanti.

Il tema che il Forum andrà a studiare ed approfondire è essenziale, perché riguarda il più generale problema delle disuguaglianze sociali, che sono la causa primaria della diffusione dei fenomeni criminali: basti ricordare l’infausto motto “la mafia dà lavoro, lo Stato no”, che banalizza in modo volgare un dramma tremendo del nostro Paese, ovvero la difficoltà per i giovani a trovare lavoro (legale).

L’attesa per il Forum è stata lunga, e le associazioni romane, in più di una occasione, avevano inscenato manifestazioni di protesta, perché questo organismo – annunciato anche da precedenti Giunte capitoline – finalmente si concretizzasse. Nel marzo dell’anno scorso, anche con una protesta in Piazza del Campidoglio, Luigi Ciotti e la Libera e la Rete dei Numeri Pari avevano parlato di un “sogno incompiuto”, denunciando il ritardo dell’allora Sindaca Virginia Raggi: ora il “sogno” si concretizza.

Particolarmente pugnace è stata – in questa attività di sensibilizzazione – la Rete dei Numeri Pari (Rnp), coordinata a livello nazionale da Giuseppe De Marzo, e correlata alla storica associazione nazionale che è sempre stata in prima fila in queste battaglie, ovvero Libera di Don Luigi Ciotti (fondatore del Gruppo Abele). De Marzo è anche il Responsabile nazionale di Libera per le Politiche Sociali. La Rete dei Numeri Pari è nata nel 2017, come associazione di associazioni per il contrasto alla disuguaglianza sociale, per una società più equa fondata sulla giustizia sociale e ambientale.

L’iniziativa del Forum merita sicuramente grande apprezzamento, ma, al tempo stesso, è urgente che venga dotata di strumenti operativi adeguati all’intrapresa: risorse, professionali economiche tecniche, che possano consentire di raggiungere gli obiettivi prefissi. Altrimenti, ancora una volta, andranno a riprodursi dinamiche (patologiche) tipiche del nostro Paese: trasparenza a metà, e nozze coi fichi secchi (grandi ambizioni, risorse insufficienti).

Si ricordi che il Forum è stato istituito con una Deliberazione dell’Assemblea Capitolina, la n. 113 del 16 dicembre 2021 (che ha approvato il “Regolamento” del Forum), a poche settimane dall’elezione del Sindaco Roberto Gualtieri (già Ministro dell’Economia e delle Finanze dal settembre 2019 al febbraio 2021), che è in carica dal 21 ottobre 2021.

Il Forum intende accogliere quindi tutte le realtà interessate ad approfondire, elaborare e promuovere idee ed esperienze, sviluppando insieme proposte e strumenti.

Al primo appello alla partecipazione (di cui all’annuncio del 25 gennaio 2022), hanno aderito 40 associazioni romane: si tratta di una quota percentuale minima, rispetto alle migliaia di associazioni attive nel “sociale” e nel “culturale” a Roma, ma senza dubbio si tratta di un primo gruppo di soggetti che hanno risposto prontamente all’invito del Comune. Immaginiamo che, nel corso del tempo, molte altre decine busseranno alle porte della Segreteria del Forum (alla quale ci si può rivolgere con una email da indirizzare a questo account: segreteria.forum.beniconfiscati@comune.roma.it).

Da segnalare che è stato messo a disposizione, nella pagina del sito web del Comune di Roma dedicata al Forum, un elenco aggiornato dei beni confiscati di Roma, che è arricchito anche da una geolocalizzazione degli stessi (cliccando sull’indirizzo): si tratta – senza dubbio – di un primo passo nella direzione di una reale trasparenza delle pubbliche procedure.

In verità, per ogni bene, sarebbe opportuno proporre anche una scheda descrittiva, di tipo qualitativo, oltre ai dati essenziali caratteristici dell’immobile: un esempio sintomatico: nell’elenco è indicato il compresso immobiliare di Viale di Porta Ardeatina 55, ma non è riportato che esso ospita da anni la Casa del Jazz di Roma, gestita dalla Fondazione Musica per Roma

Ricordiamo che il problema non riguarda soltanto il “sistema informativo” digitale di Roma Capitale, ma in generale tutte le amministrazioni pubbliche italiane, fatte salve (rare) eccezioni.

Zevi (Assessore al Patrimonio e Politiche Abitative): “una pagina storica per l’antimafia a Roma”

La mattinata, iniziata puntualmente alle 9:15, è stata caratterizzata da due sessioni: una più istituzionale e rituale, con un parterre de roi, ed una successiva nella quale sono intervenuti i rappresentanti di una decina di associazioni, tra le quaranta che si sono iscritte al Forum.

Francamente, da cittadini (ed organizzatori culturali) avremmo preferito ascoltare prima la voce della società civile, e poi quella delle istituzioni. In effetti, la prima sessione del Forum è stata culturalmente alta ma al tempo stesso un po’ ingessata, come un convegno rituale, nel quale si sono ascoltate per lo più tesi già note rispetto ai temi della lotta alle mafie ed alla criminalità.

Al Forum hanno partecipato, insieme al Sindaco Roberto Gualtieri, all’Assessore e Presidente del Forum Tobia Zevi, alla Presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli e all’Assessore Andrea Catarci (Assessore al Decentramento, alla Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti): il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il Prefetto di Roma Matteo Piantedosi, il Prefetto e Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (Ansbc) Bruno Corda, il Presidente dell’ Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio Gianpiero Cioffredi, la Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Roma Maria Antonietta Ciriaco, il Consigliere per la Legalità dell’Amministrazione Capitolina Francesco Greco e il già Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Raho.

Livello alto, quindi, anzi altissimo, ma purtroppo con interventi non granché innovativi, rispetto a tesi che sono già ben note. Qualche spunto stimolante c’è comunque stato, e qui ne daremo resoconto.

L’Assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative e Presidente del Forum, Tobia Zevi, si è vantato del carattere innovativo dell’iniziativa del Forum, che ha sostenuto essere “il primo mai realizzato nella storia d’Italia”. Va comunque ricordato che esperienze in qualche modo simili sono state avviate sia a Palermo sia a Napoli. Si tratta quindi, a suo parere, di una “pagina storica”: “oggi Roma Capitale ha scelto di essere trasparente e partecipata. Con il Forum sui beni confiscati alla criminalità organizzata vogliamo dare l’esempio di un sistema virtuoso, dove le associazioni, oggi presenti in gran numero, che ogni giorno lavorano sul territorio, hanno potuto esprimere la loro opinione e partecipare ai processi decisionali. Discutere pubblicamente del riutilizzo dei beni che appartenevano alle mafie ha un enorme valore civile e simbolico, per questo sono convinto che quest’oggi, tutti insieme, abbiamo contribuito a scrivere una pagina storica per l’antimafia a Roma”.

Il prefetto Corda (Direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati): “fondamentale contrastare il welfare mafioso” e “tra qualche giorno l’Ansbc lancia un nuovo portale per garantire maggiore trasparenza”

Il secondo interveniente è stato il prefetto Bruno Corda, Direttore (dall’agosto del 2020) dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (Ansbc) che ha manifestato la propria convinta “piena adesione a questa iniziativa, che costituisce un’occasione di particolare rilievo per la raccolta e la condivisione dei progetti sociali che riguarderanno i beni confiscati del Comune di Roma. Reputo infatti di grandissima importanza la collaborazione interistituzionale e con i soggetti del Terzo Settore che, a mio giudizio, rappresenta la modalità operativa vincente per un effettivo ed efficace riutilizzo dei beni confiscati”. È fondamentale che lo Stato metta in atto iniziative che contrastino il “welfare mafioso”. Corda ha enfatizzato l’aspetto simbolico di queste riassegnazioni alla società civile: “emerge dalle intercettazioni telefoniche dei criminali, come sia per loro fastidioso vedere quelli che ritenevano essere i propri beni assegnati alla collettività…”. Corda ha evidenziato come in nessun altro Paese al mondo esista una “politica” istituzionale organica, come in Italia, rispetto alla riutilizzazione dei beni confiscati alle mafie ed alle altre criminalità organizzate: un primato di cui può farsi ben vanto il nostro Paese.

Va segnalato che il prefetto Corda ha annunciato che “nei prossimi giorni” l’Agenzia andrà a lanciare un nuovo sito web ed un nuovo sistema informativo che consentirà un miglior accesso ai dati, superando l’attuale piattaforma OpenRegio: è una notizia importante, perché il sistema attuale pecca purtroppo ancora di deficit informativi, al punto tale che è stato un soggetto della società civile (e non le “istituzioni”!) a proporre, ormai oltre tre anni fa, un portale che consentisse di acquisire informazioni accurate (anche di tipo qualitativo) sui beni confiscati alla criminalità (anche per identificare le “buone pratiche”)… Si tratta, ancora una volta, di Libera, che ha lanciato a fine novembre 2018 il portale “Confiscati Bene 2.0”, realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Telecom Italia alias Fondazione Tim. Vedi “Key4biz” del 21 novembre 2018, “ilprincipenudo. ‘Confiscati Bene 2.0’, il primo portale per il riutilizzo di 15mila beni confiscati alle mafie”: (ci) domandavamo allora: “Eccellente operazione di “open data” e sensibilizzazione narrativa, ma perché non l’ha realizzata l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata?!”. Ed è sempre Libera ad aver presentato, nei giorni scorsi, il dossier “Fattiperbene”, che ha censito 947 soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Più della metà è costituita da associazioni (505), mentre le cooperative sociali sono 193 (con 5 cooperative dei lavoratori delle aziende confiscate e 16 consorzi di cooperative). Tra gli altri soggetti gestori del “terzo settore”, 15 associazioni sportive dilettantistiche, 33 enti pubblici (tra cui aziende sanitarie, enti parco e consorzi di Comuni che offrono dei servizi di welfare sussidiario), 40 associazioni temporanee di scopo o reti di associazioni, 58 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas: 46 al Sud e Isole, 9 al Nord e 3 al Centro), 26 fondazioni, 27 istituti scolastici e finanche 16 “gruppi scout”…

88 gli immobili acquisiti finora dal Comune

Per quanto riguarda la situazione specifica della Capitale, sono finora 88 gli immobili acquisiti dal Comune, a cui vanno aggiunti 12 nuovi beni per i quali l’Agenzia Nazionale ha recentemente emanato 6 decreti di trasferimento. Inoltre, la scorsa settimana (con una delibera di Giunta su proposta dell’Assessore Zevi) Roma Capitale ha manifestato interesse per ulteriori due beni confiscati, siti in via degli Equi, da destinare al II Municipio per un utilizzo pubblico con servizi alla cittadinanza. Anche questi beni, una volta acquisiti al patrimonio Capitolino, saranno “georeferenziati” sulla pagina web del Forum, assieme a tutte le informazioni a loro connesse, per rendere i processi sempre più trasparenti e partecipati.

È imminente l’assegnazione di nuovi 139 immobili, anche a seguito della conferenza di servizi tra Agenzia Nazionale e Roma Capitale.

Gualtieri (Sindaco di Roma): “portare a Roma la sede dell’Agenzia Europea Antiriciclaggio”

Il Sindaco Roberto Gualtieri ha rivendicato con orgoglio che “oggi è davvero una bella giornata per la legalità e per la democrazia nella nostra città. Questo Forum Cittadino è uno strumento fondamentale che consente di allargare alla società civile e alle reti sociali il metodo di restituzione alla cittadinanza dei beni sequestrati alle mafie.  È un processo essenziale rispetto allo spirito e alla sostanza della legge 109 voluta da un grande servitore dello stato come Pio La Torre. Ringrazio tutte le associazioni e le istituzioni che sono intervenute oggi, con cui proseguiremo e rafforzeremo l’impegno comune, a partire dalla risposta all’appello della Ministra Lamorgese per destinare alcuni beni confiscati all’accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina”. Il Sindaco ha manifestato la volontà di imprimere una forte accelerazione al percorso di restituzione, con una progettazione condivisa e legata al contesto in cui sono ubicati i beni, rafforzando l’azione comune contro le mafie, che crescono nei momenti di fragilità.  Gualtieri ha sostenuto: “agiremo su tre fronti fondamentali: essere accanto a settori e imprese in crisi, chiudendo ogni spazio all’infiltrazione del cosiddetto “welfare mafioso”; proteggere le risorse del Pnrr dalle mafie; non abbassare la guardia sugli affari dei clan”. Il Sindaco ha ricordato che “continueremo a batterci per portare a Roma la sede dell’Agenzia Europea Antiriciclaggio”.

Zingaretti (Presidente della Regione Lazio): “nuova vita a strutture che erano simbolo del malaffare e che oggi hanno valore etico, educativo, culturale”

Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha rivendicato un percorso ormai storico dell’istituzione che presiede (dal 2013), su questi temi: “la restituzione ai cittadini dei beni confiscati alla criminalità è, senza dubbi,o lo strumento migliore per affermare il principio della legalità e allo stesso tempo la presenza dello Stato, dimostrando l’impegno costante delle Forze dell’Ordine, della Magistratura, delle Istituzioni nella lotta quotidiana alle mafie. La Regione Lazio in questi anni è sempre stata in prima linea, promuovendo in collaborazione con i Comuni e con le tante associazioni impegnate in questo settore progetti di riutilizzo degli immobili sottratti alla criminalità. Insieme, abbiamo aperto spazi di libertà, offrendo nuova vita a strutture che prima erano simbolo del malaffare e oggi possiedono un valore etico, educativo e culturale”. Zingaretti ha anche sostenuto che “la velocità è contenuto” ed ha evidenziato come sia necessario accelerare le procedure per le assegnazioni, onde evitare che restino in bella mostra immobili inutilizzati. “I beni confiscati vanno considerati beni comuni”, ha concluso. Verrà presto pubblicato un bando che assegnerà risorse per la miglior utilizzazione dei beni confiscati nella Regione Lazio.

Piantadosi (Prefetto di Roma): “si tratta di beni-simbolo, presidi di giustizia nella lotta alla criminalità”

Anche il Prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha posto l’accento sull’aspetto iconico-simbolico di queste assegnazioni richiamato dal Direttore dell’Anbsc: “il contrasto alle consorterie criminali, realizzato incidendo con tenacia sui profitti del malaffare, giunge a compimento quando alla fase di elisione a danno della criminalità organizzata si accompagna la restituzione e l’utilizzo da parte della comunità dei beni sequestrati e confiscati che in tal modo, da orpelli delittuosi, si trasformano in simboli di giustizia e presidi di legalità”. Piantadosi ha ricordato che nella “area metropolitana” di Roma insistono 255 beni, ma altri 1.088 sono nella gestione diretta dell’Agenzia.

La Presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli ha sostenuto che “con l’istituzione del Forum Cittadino sui beni confiscati alle mafie, diamo una risposta concreta in termini di contrasto alle organizzazioni criminali. Ogni immobile che riconsegneremo alla città sarà un risultato importante per assicurare presidi di legalità ai nostri quartieri. Fondamentale sarà la partecipazione, la condivisione e l’ascolto del territorio e di chi opera quotidianamente su questo fronte, in particolare associazioni e operatori del terzo settore”. Celli ha citato come esempi eccellenti il Cinema Nuovo Aquila e la Collina della Pace, auspicando la necessità di “mettere a sistema iniziative di rigenerazione urbana”.

Il Consigliere per la Legalità dell’Amministrazione Capitolina Francesco Greco ha invocato procedure più snelle e tempistiche più rapide: “i tempi della giustizia sono spesso incompatibili con quelli della società civile”.

L’ex Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Raho ha segnalato che si stima in circa 30 miliardi di euro l’anno il totale dei ricavi della criminalità dal traffico di stupefacenti: gran parte di questo enorme flusso di danaro viene investito in attività apparentemente legali. Si deve intervenire sui “colletti bianchi” e sui professionisti assoldati dalla criminalità per riciclare i proventi illegali. Cafiero De Raho ha anche sostenuto l’esigenza che su tutti i beni immobili confiscati vengano apposte targhe che ricordino lo status di queste proprietà, passate dalle mani dei criminali alla collettività…

Interessante anche l’intervento della Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Roma Maria Antonietta Ciriaco, la quale ha segnalato come i tribunali siamo sotto pressione per le procedure di assegnazione provvisoria degli immobili (in regime di comodato gratuito provvisorio), e come sia necessario rafforzare le risorse professionali e tecniche per queste attività. Riteniamo che vada segnalato che anche questa fase – antecedente alla “confisca definitiva” – dovrebbe essere caratterizzata da maggiore trasparenza, perché attualmente la situazione ci appare piuttosto nebbiosa. Il problema è sempre lo stesso: deficit informativo, gap documentativo… Quali sono i “beni immobili” che potrebbero essere ben utilizzati da associazioni attive sul territorio?!

De Marzo (Rete dei Numeri Pari / Libera): “maggiore trasparenza, fondi adeguati, personale adeguato”

La seconda sessione è stata aperta da una relazione di Giuseppe De Marzo (Rete dei Numeri Pari / Libera) che ha enfatizzato l’esigenza di contrastare “l’arroganza delle mafie”, proponendo dei “campioni della giustizia sociale”. Ha sostenuto come siano le diseguaglianze sociali la causa primaria dello sviluppo della criminalità, in assenza di adeguati interventi da parte dello Stato: ha proposto la tesi “lotta alle mafie = lotta alle diseguaglianze sociali”. Servono: “maggiore trasparenza, fondi adeguati, personale adeguato”, nella gestione del patrimonio confiscato alle mafie e altre criminalità. Ha proposto l’istituzione di una “Casa della Socialità” in ognuno dei 15 Municipi di Roma…

Tra gli intervenuti anche chi redige queste noterelle, nella veste di ricercatore sociale ed organizzatore culturale (nonché ovviamente Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria CulturaleIsICult, aderente alla Rete dei Numeri Pari): abbiamo ricordato l’esigenza, prioritaria, di garantire maggiore (e migliore) trasparenza al “sistema informativo” dei beni confiscati alle criminalità, e si attende di verificare la funzionalità del nuovo portale web dell’Agenzia Nazionale annunciato oggi dal Direttore Corda…

La più completa accessibilità alle informazioni riguardanti i beni confiscati (in un quadro evoluto di “open data”) è indispensabile per garantire la partecipazione democratica e la miglior gestione di questo patrimonio pubblico.

Abbiamo anche ricordato come esistano, come “soggetti della società civile” (ovvero enti del terzo settore), non soltanto le associazioni attive specificamente nel “sociale”, ma anche le “associazioni culturali”, che rappresentano anch’esse presidio di legalità. Si tratta di migliaia di associazioni, se si pensa che soltanto quelle che hanno chiesto alla Regione Lazio i “ristori” per l’emergenza Covid-19 sono state circa 2.000, ed una rete indipendente di queste associazioni ne ha riunite oltre 100, in una battaglia per la legalità e la trasparenza nella gestione dei bandi regionali (vedi “Key4biz” del 1° luglio 2021, “ReteA, battaglia vinta con la Regione Lazio contro i ‘furbetti del ristoro’”). Queste associazioni hanno un bisogno estremo di spazi, per le loro attività culturali ed artistiche e di formazione, e quindi sarebbe opportuno che Roma Capitale (così come l’Agenzia Nazionale) dedicasse una parte degli immobili confiscati anche a loro. Il problema degli “spazi culturali” nella Capitale è in effetti drammatico.

Nei prossimi giorni, verranno convocati alcuni “tavoli di lavoro” del Forum. L’Assessore Tobia Zevi ha assicurato che la pagina dedicata al Forum del sito web di Roma Capitale assicurerà la massima trasparenza e assoluta condivisione di informazioni e materiali di lavoro. Ben venga.

Non resta che augurarsi che il percorso del Forum sia lineare, plurale e ricco di stimoli per il “decision making” dell’Amministrazione Capitolina, in uno sforzo di condivisione strategica ed operativa tra istituzioni e società civile.

Clicca qui per l’elenco aggiornato dei “beni confiscati” del Comune di Roma, pubblicato sulla pagina dedicata del Forum Cittadino sulle Politiche in materia di Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata, Roma, sul sito web di Roma Capitale, 17 marzo 2021

Clicca qui per il dossier di Libera “Fattiperbene. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati in Italia. Numeri, esperienze e proposte. 25 anni Legge 109”, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, marzo 2021.

Clicca qui per il dossier di Libera “Fattiperbene. Le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Numeri, esperienze e proposte”, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, marzo 2022.