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Autostrade, Toninelli ‘Manca il 35% di manutenzione. Rivedere le concessioni, online tutti i documenti’

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Il ministro delle Infrastrutture Toninelli all’audizione alle Camere sul crollo del ponte Morandi di Genova: ‘Manca il 35% degli investimenti per la manutenzione delle autostrade. Il Governo rivedrà tutte le concessioni, valutando di volta in volta la nazionalizzazione o nuovi contratti a beneficio del Paese. Online sul sito del ministero tutti gli atti delle convenzioni'.

Per tutta la durata dell’audizione si è scagliato contro Autostrade per l’Italia, ma non ha potuto dirle l’addio, come annunciato nelle ore successive al disastro. Comunque non si andrà più avanti “con un sistema di concessioni malato”, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli all’audizione davanti alle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato sul crollo del ponte Morandi di Genova, che ha causato la morte di 43 persone. (Il video integrale dell’audizione).

Il governo M5s-Lega vuole rivedere tutte le concessioni pubbliche valutando la nazionalizzazione o la rinegoziazione dei contratti caso per caso”, ha dichiarato Toninelli, annunciando, finalmente, la fine dell’opacità sulle concessioni. “Nelle prossime ore saranno via via online sul sito del ministero dei Trasporti tutti gli atti delle convenzioni”. Una contromossa a quella di Autostrade per l’Italia, che oggi, a sorpresa, ha pubblicato il testo della Convenzione con il ministero. (Ecco sul sito del ministero dei Trasporti, integralmente, tutte le convenzioni di concessioni autostradali attualmente in vigore).

La trasparenza è una delle condizioni fondamentali per evitare in futuro tragedie simili, ha scritto su Key4biz il prof. Donato LimoneIl ponte Morandi crolla e si apre il ‘baratro’ di dati, segreti e mancata trasparenza

Autostrade per l’Italia, del gruppo Atlantia, ha anche la concessione per la A10 sulla quale si trovava il ponte. “Questo Governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l’interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere in modo che siano meno sbilanciati a favore dei concessionari”, ha detto il ministro. 

Dunque non una nazionalizzazione tranchant, netta. 

“E’ stato chiesto alla Società Autostrade per l’Italia di inoltrare, entro il primo settembre, una dettagliata relazione nella quale sia fornita chiara evidenza di tutti gli adempimenti posti in essere per assicurare la funzionalità dell’infrastruttura in questione e prevenire lo specifico evento accaduto”, ha aggiunto Toninelli.

‘Manca il 35% della manutenzione’

Il capitolo investimenti. Dopo la tragedia del 14 agosto 2018 il Ministero delle Infrastrutture ha fatto i conti in tasca ad Autostrade per l’Italia e ha scoperto:

“Sul fronte degli investimenti autostradali i dati a disposizione evidenziano, nel corso degli anni, una progressiva riduzione di spesa, la quale è passata da un importo medio di 2 miliardi degli anni 2000 a 950 milioni del 2017”, ha evidenziato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel corso della sua audizione alla Camera.

La spesa progressiva per investimenti nel periodo regolatorio 2008 – 2017, ha sottolineato il ministro, “ammonta a 16.483,31 milioni di euro, e risulta inferiore rispetto alle previsioni riportate dai Piani Finanziari nel medesimo periodo di riferimento, pari a 25.409,06 milioni euro, corrispondente ad una percentuale di attuazione del 64,87%. Questo dimostra ancora una volta l’esigenza di intervenire su un sistema malato, che non ha giustificazioni né corrispondenze negli altri Paesi europei”.

E in Europa?

“Esistono altri modelli in Europa, che a nostro avviso funzionano molto meglio del nostro”, ha detto il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli, puntualizzando come in “Italia invece si è deciso di privatizzare senza fare mercato, senza vera concorrenza. Si è trasferito un monopolio dalla mano pubblica a quella privata. Senza nemmeno istituire da subito una efficiente Autorità regolatrice. L’Autority dei Trasporti, infatti, è nata soltanto nel 2011, e, malgrado l’impegno e il valore dei suoi componenti, non può far pesare le proprie prerogative sulle convenzioni già in essere”.

In Germania, Olanda e Belgio le autostrade sono pubbliche e parzialmente gratuite. Persino in Gran Bretagna, il più liberista dei Paesi europei, il settore è in mano allo Stato e generalmente senza pedaggi. In Germania – ha spiegato Toninelliil ricavo medio per km è tra i più bassi d’Europa: 312 mila euro l’anno. In quel Paese a partire dal 2005 solo per i mezzi pesanti è prevista una specifica tariffa connessa con l’uso delle autostrade. I ricavi autostradali affluiscono a un fondo pubblico e sono reimpiegati in investimenti per la sicurezza e lo sviluppo della rete. In Spagna, che è la rete più estesa d’Europa, su oltre 15 mila km, quelli concessi a privati e sottoposti a pedaggio sono poco più di un quinto, 3.400. Il ricavo medio annuo per km è di 477 mila euro”.