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Auto elettriche, solo 4 Paesi Ue con 10 punti ricarica ogni 100 km. Italia al settimo posto. Il Rapporto

Più punti di ricarica per far decollare la mobilità elettrica

La mobilità elettrica potrà davvero trovare posto nel nostro quotidiano solo nel momento in cui ci saranno abbastanza punti di ricarica lungo le principali strade di un Paese. Al contrario, un’infrastruttura di ricarica scarsa e poso diffusa potrebbe inibirne definitivamente lo sviluppo dell’emobility sul territorio.

Questo è quanto già sapevamo e questo, purtroppo, è ancora il punto più critico per la diffusione della mobilità elettrica e nello specifico delle vetture elettriche in Europa e in Italia.

Il novo Rapporto Acea

Secondo un nuovo Rapporto dell’Associazione europea dei produttori automobilistici (Acea), in media 18 Stati europei registrano meno di 5 punti di ricarica per veicoli elettrici ogni 100 km di strade. Questi stessi Paesi hanno una quota di auto elettriche di appena il 3% sul totale del mercato automotive nazionale.

Dieci Paesi dell’Unione, inoltre, non presentano neanche un punto di ricarica ogni 100 km di strade, mentre solamente quattro Paesi hanno 10 stazioni di ricarica ogni 100 km.

La classifica europea

Passando nella parte alta della classifica, è l’Olanda che guida la mobilità elettrica europea, con 47,5 carica batterie di media ogni 100 km di strade (e una quota di auto elettrico sul venduto nazionale del 25%).

Segue il Lussemburgo, con 34,5, quindi la Germania, con 19,4, il Portogallo, con 14,9, l’Austria, con 6,1, e il Belgio con 5,5. L’Italia occupa il settimo posto con solo 5,1 punti di ricarica ogni 100 km di strade. Davvero un risultato scarso il nostro, ma grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, o PNRR, c’è da sperare che la situazione cambi in tempi brevi.

Cinque Paesi chiudono il ranking tutto europeo e sono la Romania, con 0,5 punti di ricarica ogni 100 km, la Lettonia, anch’essa con uno 0,5 di media, la Polonia, con uno 0,4 e la Grecia e la Lituania rispettivamente con 0,2 punti ricarica.

La centralità di un’infrastruttura di ricarica efficiente e diffusa

Tornando a quanto affermato all’inizio, anche il Direttore generale dell’Acea, Eric-Mark Huitema, tiene il punto sull’importanza di un’infrastruttura di ricarica efficiente, sostenibile e diffusa: “I consumatori non potranno passare a veicoli a emissioni zero se non ci sono abbastanza stazioni di ricarica e rifornimento lungo le strade in cui guidano”.

Ad esempio – ha continuato Huitema – se i cittadini di Grecia, Lituania, Polonia e Romania devono ancora percorrere 200 km o più per trovare un caricabatterie, onestamente non possiamo aspettarci che siano disposti ad acquistare un’auto elettrica”.

Dovranno essere compiuti maggiori progressi nella realizzazione delle infrastrutture in tutta l’UE e in un lasso di tempo breve. I progressi fatti in alcuni Paesi dell’Europa occidentale sono incoraggianti, ma non dovrebbero distrarci dallo stato disastroso della rete di ricarica di altri meno virtuosi in questo settore”, ha concluso il Direttore.

Rendere ancora più ambizioso il “Fit for 55” dell’UE

Per raggiungere gli obiettivi climatici di per sé sfidanti stabiliti dall’Unione europea, ha ricordato Huitema, sarà necessario essere ancora più ambiziosi, alzando l’asticella e impegnandosi più a fondo, altrimenti non ce la faremo a decarbonizzare la nostra economia e le nostre industrie.

Questa è la posizione che l’Acea presenterà all’Unione in occasione dei prossimi negoziati sul programma “Fit for 55”, in cui la Commissione si è impegnata a ridurre del 55% le emissioni di diossido di carbonio (CO2) entro il 2030.

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