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Auto elettriche. Mercato fermo, ancora disponibili 370 milioni di euro di ecoincentivi

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Le nuove immatricolazioni di aprile 2023 confermano il dato positivo degli ultimi mesi per le auto tradizionali, ma testimoniano il momento di crisi della mobilità elettrica in Italia. Gli incentivi ci sono, ma non sembrano bastare a convincere gli automobilisti al cambiamento. Forse vanno rimodulati, forse bisogna accelerare la diffusione delle stazioni di ricarica sia pubbliche sia private, forse sono vetture ancora troppo costose.

Continua la crescita delle nuove immatricolazioni di auto in Italia

Cambiare non è una cosa semplice. Se poi vicino a te non hai nessuno che ti dia una mano e che abbia per te una parola di incoraggiamento, diventa ancora più difficile. Il passaggio all’auto elettrica non sta avvenendo in Italia e il Governo non sta aiutando, al contrario, manifesta aperta opposizione alla mobilità elettrica (come sta accadendo nei Paesi dell’Europa dell’Est). E infatti, dopo diversi anni (l’entrata in vigore è del 2019) di alti e bassi, in questo momento storico l’ecobonus auto non attira il consumatore italiano.

La conferma è arrivata con i dati del mercato automobilistico nazionale di aprile 2023. Secondo stime del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, lo scorso mese sono state immatricolate 125.805 autovetture a fronte delle 97.365 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, pari ad un aumento del 29,21%.

Siamo al terzo mese consecutivo di crescita delle immatricolazioni. Se sia o meno un trend positivo lo sapremo solo a fine anno. Diciamo che rispetto al 2019 siamo ancora messi male. Secondo dati dell’Unrae, nel primo trimestre del 2023 si è registrato un incremento del +26% su base annua, ma ancora sotto del 20% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Le stime dell’Associazione per tutto l’anno in corso sono buone: si potrebbero raggiungere e superare 1,47 milioni di nuove immatricolazioni, in aumento dell’11,6% sul 2022, ma ancora in calo del 23,3% sul 2019.

La crisi dell’elettrico: i soldi ci sono, manca tutto il resto

Insomma, una strada ancora in salita. Il problema è che l’elettrico doveva aiutare la ripresa del settore e invece questo non sta accadendo. Questi di seguito i dati delle nuove immatricolazioni per segmento di auto elettrica in Italia.

Ad aprile 2023 sono state vendute 44.218 auto elettriche ibride (HEV), il 35% del mercato nazionale per il periodo di tempo considerato (una quota del 35,5% se prendiamo il periodo che va da gennaio ad aprile 2023). Un dato sostanzialmente stabile.

Sempre ad aprile sono state vendute invece appena 3.996 auto elettriche a batteria (BEV), per una quota complessiva del 3% sul totale, il 3,7% se prendiamo il cumulato gennaio-aprile 2023. Anche qui un dato stabile.

Se prendiamo il dato delle auto elettriche ibride plug-in (PHEV) il risultato peggiora, con una quota del 4,8% sul totale delle vendite auto in Italia ad aprile 2023, contro il 5,6% dello stesso periodo dell’anno passato. Male anche il cumulato dei primi quattro mesi dell’anno in corso: 4,5% contro il 5,2% del 2022. Dati qui piuttosto negativi.

Se si visita la pagina web del sito ecobonus.mise.gov si può vedere subito che i fondi per gli incentivi all’acquisto di auto a zero/basse emissioni sono ancora molti: 158.842.500 euro per comprare auto elettriche a batteria e 213.337.750 euro per quelle ibride plug-in.

Rivedere gli incentivi?

Tra le associazioni di settore il risultato del mercato auto nazionale è salutato come un possibile inizio di trend positivo, come detto, mentre non è risparmiata una certa preoccupazione per il rallentamento anche evidente delle vendite di vetture a motore elettrico. Da un lato c’è chi non se ne preoccupa, sottlineando che va bene anche sostituire il parco auto circolante più vecchio d’Europa con nuovi veicoli, più sicuri e meno inquinanti, dall’altro chi invece punta il dito contro le lentezze e i problemi autorizzativi nell’installazione e l’attivazione di punti ricarica su strade e autostrade, ma anche private. Di fatto, il gap con l’Europa da questo punto di vista sta crescendo rapidamente.

In tutta l’Unione cresce la quota delle auto elettriche che nei principali paesi è già da tempo a due cifre, mentre in Italia siamo ancora ben lontani da questa situazione. Il Governo ha dichiarato di voler rivedere il sistema degli incentivi in vigore che sta dando risultati molto modesti proprio per le auto elettriche, ma a tutt’oggi alle parole non sono seguiti i fatti. E tra l’altro va segnalato che fra le intenzioni dichiarate dal Governo vi è anche quella di rifinanziare gli incentivi per l’acquisto di autovetture tradizionali (con emissioni comunque contenute) con l’obiettivo di accelerare la sostituzione del parco circolante italiano, che è il più vecchio d’Europa, con tutto quello che ne consegue i termini di sicurezza della circolazione di inquinamento. Sostituire le auto più vecchie con soluzioni verdi fa certamente bene all’ambiente ma fa bene all’ambiente e alla sicurezza della circolazione anche rottamare vetture ante Euro4 e sostituirle con nuove auto Euro6”, ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor.

Servono più stazioni di ricarica per auto elettriche, sia pubbliche, sia private

I dati dimostrano che gli incentivi all’acquisto di autovetture a basse emissioni non stanno funzionando: in aprile infatti la CO2 media è cresciuta del 2,9%. E’ urgente una loro riformulazione, con innalzamento dei tetti di prezzo e l’inclusione di tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno. È inoltre necessario recuperare i ritardi accumulati sul fronte delle infrastrutture, accelerando l’installazione di colonnine di ricarica sia private che pubbliche, in particolare lungo le autostrade e strade statali, evitando la formazione di nuovi divari geografici all’interno del Paese e, anzi, andando a sanare quelli già esistenti. Chiediamo di accelerare l’emanazione delle norme previste dai decreti MASE e di quelle per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini, senza dimenticare una politica infrastrutturale ad ampio raggio e di orizzonte lungo anche per il rifornimento di idrogeno, in linea con la nuova direttiva AFIR”, ha invece dichiarato Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE che rappresenta in Italia le Case automobilistiche estere.

Le auto elettriche costano ancora troppo per gli italiani

E poi c’è il prezzo. Un’auto elettrica costa molto di più di una sua controparte a benzina. Gli italiani lo sanno e infatti ci pensano, nel senso che rimandano l’acquisto della vettura elettrica a favore di una alimentata a combustibili fossili.

Secondo una ricerca Deloitte, il 22% degli italiani sarebbe favorevole ad acquistare un’auto elettrica, ma spendendo non più di 15 mila euro. Un 44% non andrebbe oltre i 30 mila euro.

Il 32% sarebbe interessato ad un’auto ibrida non ricaricabile e il 24% ad una ricaricabile (plug-in), solo l’11% guarda alle auto 100% a batteria.

Ma va anche ricordato che gli italiani hanno manifestato l’interesse più alto al mondo vero i motori elettrici ed ecologici (78%, contro il 51% dei tedeschi e il 47% dei francesi, anche più di Giappone e Corea del Sud, rispettivamente 64% e 62%), il che significa che c’è la volontà di cambiare, ma che allo stesso tempo bisogna ridurre i prezzi dei veicoli, aumentare sensibilmente la presenza di punti ricarica e cambiare qualche regola per l’accesso agli incentivi.