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Auto elettriche market leader in Europa anche a inizio 2022: +35% di vendite per le ibride in Italia

mobilità

Mercato italiano in crisi, bene solo l’auto elettrica

Il nuovo anno parte male per il mercato dell’automobile in Italia e un po’ in tutti i Paesi dell’Unione europea. Secondo i nuovi dati del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, a gennaio 2022, sono state immatricolate 107.814 auto a fronte delle 134.198 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, per un calo di oltre il 19%.

L’auto elettrica è il vero marker leader nazionale, per quel che riguarda le nuove immatricolazioni in Italia e nel resto del continente. Da noi le auto ibride elettriche raggiungono il 34,9% del mercato nazionale del mese di gennaio 2022, con più di 38 mila nuove unità.

Le auto 100% a batteria, invece, hanno registrato 3.658 nuove unità, che valgono il 3,4% del mercato nazionale nel mese, in aumento del +88% su base annua.

Più di una nuova auto su tre in Europa è elettrica

Anche l’Acea (European automobile manufacturers’ association) ha diffuso i nuovi dati relativi al primo mese dell’anno e sono in linea con quanto accaduto nel nostro mercato nazionale, anche per quel che riguarda i motori ad alimentazione alternativa.

In Europa i veicoli ibridi rappresentano ora il 19,6% di tutte le immatricolazioni durante tutto il 2021, chiudendo l’anno a 867.092 unità, il 71% in più rispetto al 2020.

Bene anche le auto 100% a batteria, che raggiungono le 878.432 nuove immatricolazioni durante l’anno passato, con un incremento del +63% sul 2020.

Complessivamente, in Europa, il mercato dell’auto vede i motori a benzina al primo posto, con una quota del 40%, seguiti dalle auto ibride e diesel entrambe con il 19,6%, quindi le 100% a batteria, con il 9,1% di quote, seguite dalle elettriche plug-in all’8,9%.

Come uscire dalla crisi

Il mercato dell’automobile è definitivamente in crisi? E come uscirne? Alla prima domanda forse è più facile rispondere: si, molto probabilmente il settore è in fase di trasformazione per vari motivi, non solo legati alla transizione dai combustibili fossili alle nuove forme di alimentazione a zero e basse emissioni di gas serra, ma anche all’innovazione tecnologica, che corre e spinge in avanti tutta l’industria e il mercato stesso.

Come uscire da questa situazione non per niente facile da indovinare. Oltre alla transizione tecnologica, infatti, c’è quella energetica e ci sono diversi fattori contingenti che aggravano il quadro generale, come l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, la carenza di microchip e i problemi di approvvigionamento lungo le supply chain globali, il rialzo dei prezzi dell’energia e delle materie prime.

Secondo molti esperti, ricercatori e le stesse associazioni di settore, la prima cosa da fare è procedere sulla strada degli incentivi, continuando ad investire nella transizione ecologica e digitale, favorendo il ricambio del parco auto nazionale e dando sostegno all’industria nel suo insieme. Servono politiche green concrete, fattibili e di lungo respiro, ha spiegato sul Sole 24 Ore il Centro Studi Promotor, per tentare di superare la crisi attuale e ricordiamoci che tutto il settore auto vale il 12% del PIL nazionale.

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