Il mercato

Auto elettriche, in Italia le immatricolazioni crescono del 150% a ottobre

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Le auto 100% elettriche sono passate in un anno dallo 0,1% allo 0,4% del mercato, mentre le ibride saltano dal 4,2% al 6%. Crollo del diesel e nuova rimonta delle auto a benzina. Tornano a crescere anche le emissioni medie di CO2.

In un contesto nazionale difficile per il mercato dell’automobile, le auto elettriche e ibride continuano a registrare un aumento delle immatricolazioni. Mese dopo mese, semestre dopo semestre, l’affermazione dei veicoli elettrici si fa sempre più evidente.

Certo, nel caso delle auto 100% elettriche siamo a percentuali nel complesso poco rilevanti, ma nel dettaglio assolutamente significative: solamente a ottobre le elettriche hanno raggiunto lo 0,4% del totale delle immatricolazioni in Italia, con 587 immatricolazioni e una crescita del 150% su base annua (nell’ottobre 2017 sono state 235), mentre nel periodo gennaio-ottobre 2018 abbiamo avuto 4.167 immatricolazioni, lo 0,3% del totale.

Meglio le automobili ibride, che sempre a ottobre 2018 hanno registrato 8.737 nuove immatricolazioni, il 6% del totale, con una crescita del 30% circa su base annua, mentre nei primi dieci mesi dell’anno in corso le immatricolazioni hanno toccato un cumulato di 73.250 auto, il 4,4% del totale, una fetta che comincia ad essere considerevole.

I dati, forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, sono stati diffusi e commentati dall’Associazione delle case automobilistiche estere, l’Unrae, e in generale evidenziano un mercato nazionale dell’auto in sofferenza: “Per quanto l’obiettivo prioritario delle Amministrazioni centrali e locali dovrebbe essere quello di rinnovare il vetusto parco auto italiano – si legge in una nota dell’Associazione – i provvedimenti introdotti, fra loro scollegati e, in alcuni casi destinati più a demonizzare alcune motorizzazioni rispetto al più alto obiettivo ambientale, non fanno altro che generare incertezza nel consumatore che – in molti casi – rimanda il momento di scelta e sostituzione della vettura e non supporta il processo virtuoso di ammodernamento del parco circolante”.

Fondamentale, a riguardo, è stata l’apertura di questi giorni da parte del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sul tema dell’incentivazione e della sostituzione di vetture diesel e a benzina dall’Euro 3 in giù. Particolare attenzione è stata posta dal Ministro sulla mobilità elettrica: “Le auto elettriche rappresentano uno dei migliori sostituti alle auto maggiormente inquinanti. Il mio ministero è promotore di accordi con gli altri ministeri coinvolti per la ricerca di una soluzione ottimale. Inoltre, l’auto elettrica fa parte del sistema nuovo di concepire la tutela ambientale e della salute e questo è un tema su cui prometto il mio massimo impegno affinché il Governo si faccia promotore della sua diffusione”.

C’è la necessità di mettere in campo “un piano di infrastrutturazione adeguato alle moderne tecnologie e di un’armonizzazione degli interventi legati alla mobilità dei cittadini, nel rispetto del principio della neutralità tecnologica, l’unica via, nel breve periodo, in grado di soddisfare i limiti di emissione indicati dalle norme europee e di provvedere al necessario rinnovo del parco più anziano che al 30 giugno 2018, secondo le più recenti stime UNRAE, contava 37,6 milioni di autovetture, con oltre il 34% ante Euro 4, quindi immatricolate prima del 2006”, ha dichiarato il Presidente dell’Unrae, Michele Crisci.

A tal proposito, si legge nella nota stampa, “il forte calo del diesel ha portato a un nuovo incremento delle emissioni medie ponderate di CO2 che in ottobre sono cresciute del 2,4% a 115,5 g/km. Tale valore porta i 10 mesi a segnare un +0,2% a 112,6 g/km”.

Il resto del mercato per tipologia di alimentazione vede spiccare fra le motorizzazioni la performance particolarmente negativa del diesel, che in ottobre perde il 27% dei volumi e ben 11,5 punti di quota, fermandosi al 44% del totale.

Nel cumulato la riduzione è superiore al 10%, andando a coprire il 52,4% del mercato (-4,3 p.p.).

Ne beneficia la benzina, che incrementa le vendite del 22,5%, recuperando oltre 10 punti di quota e raggiungendo il 41,7%, grazie all’incremento degli acquisti dei privati.