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Auto elettriche e “transizione circolare”: possibile riciclare subito 180 mila tonnellate di batterie scariche

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Se venisse raccolto, riciclato e riusato il 100% delle batterie scariche dei veicoli elettrici si potrebbe soddisfare fino al 25 percento della domanda di litio da parte dell'industria dei veicoli elettrici e il 35% del fabbisogno di cobalto e nichel a livello mondiale. L’unica strada è quella della transizione all’economia circolare.

Tutti abbiamo salutato positivamente il passaggio dalle auto a benzina e diesel a quelle a trazione elettrica. Le automobili a motore elettrico con batterie o ibride non sono certo una novità, ma non era mai successo che a livello mondiale si andasse verso una transizione energetica vera e propria nel mondo della mobilità e dei trasporti.

Il problema è che ogni veicolo elettrico (e non solo) deve essere alimentato, quindi funziona grazie ad una tecnologia delle batterie che più avanzata è, meglio sarà in termini di efficienza, risparmi, economica dei costi e sostenibilità ambientale.

Proprio da quest’ultimo punto si deve partire per una riflessione più generale circa la riuscita della transizione energetica, che è legata strettamente a quella ecologica: le batterie sono costituite da minerali e materiali in alcuni casi molto rari, presenti solamente in alcune aree del pianeta, la cui estrazione non è solo costosa in termini economici, ma anche sociali e ambientali.

Scavare il pianeta per trovare metalli rari e preziosi per l’elettrificazione (e le batterie)

Litio, nichel, cobalto, rame e altri metalli e minerali sono gli elementi di base per la realizzazione dei nuovi sistemi di accumulo per veicoli elettrici (più in generale per i dispositivi elettronici e i macchinari di molte attività economiche ed industriali, tra cui gli impianti per le fonti rinnovabili), ma la disponibilità in natura al momento è scarsa, mentre l’estrazione, come detto, pone diversi problemi di ordine economico, sociale ed ambientale.

I giacimenti principali si trovano in Congo, Russia, Indonesia e altre aree del Sud America (Cile e Perù). L’aumento dei veicoli elettrici in circolazione è atteso passare dagli attuali 10 milioni circa ai 145 milioni del 2030. Motivo per cui, la domanda di questi metalli/minerali sarà in forte aumento già dai prossimi anni.

Nel 2019, la Repubblica Democratica del Congo e la Cina hanno prodotto rispettivamente il 70% e il 60% di cobalto e terre rare. La raffinazione, invece, è dominata dalla Cina a livello mondiale.

Secondo un recente studio dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), la domanda di litio potrebbe aumentare di 40 volte rispetto all’attuale, quella di cobalto e nichel anche di 20 volte, entro il 2040.

È stato inoltre stimato che un’auto elettriche può richiedere un fabbisogno di questi metalli rari anche sei volte più grande rispetto ad un’auto tradizionale a combustibili fossili, così come un impianto a fonti energetiche rinnovabili ne richiede fino a nove volte di più rispetto a una tradizionale centrale a gas.

Secondo l’Aie, infine, se non troviamo subito una soluzione alla crescita della domanda di risorse rare per la transizione energetica dell’industria e di tutta l’economia, tramite l’elettrificazione (e anche l’idrogeno, presto green), il fabbisogno mondiale potrebbe quadruplicare rispetto all’attuale entro i prossimi 20 anni.

La necessità di una “transizione circolare” dell’economia globale. Batterie da riciclare

Una strada che possiamo percorrere e che in parte già percorriamo è quella del riciclo e del riuso, dell’economia circolare insomma.

Ci potrebbero essere più di 1.300 gigawattora di batterie esaurite da recuperare e riciclare, stando alle valutazioni dell’Agenzia. Al momento, a livello globale, possiamo già riciclare 180 mila tonnellate di batterie di veicoli elettrici completamente scariche, sapendo poi che tutti i mezzi elettrici in circolazione nel 2019 si trasformeranno entro breve tempo in più di 500 mila tonnellate di batterie di scarto, quindi rifiuti elettronici e non solo (ci sono le componenti elettrochimiche e plastiche ad esempio).

Litio, nichel, cobalto, rame e gli alti metalli rari sono risorse non rinnovabili, quindi finite. Per questo non c’è altra strada che il riciclo. Lo studio stima che tale pratica ad alto contenuto di sostenibilità potrebbe coprire il 12% della domanda da parte dell’industria dell’automobile elettrica entro il 2040.

Sempre entro quella data, secondo un recente rapporto commissionato da Earthworks, si stima che se venisse raccolto, riciclato e riusato il 100% delle batterie scariche dei veicoli elettrici, si potrebbe soddisfare fino al 25 percento della domanda di litio dell’industria dei veicoli elettrici e il 35% del fabbisogno di cobalto e nichel a livello mondiale.

Ripensare la mobilità e la città

Rimane il problema di un livello di domanda mondiale di questi metalli davvero troppo elevato e difficilmente sostenibile a livello ambientale, economico e certamente sociale (pessime le condizioni di chi lavora in questi giacimenti, una sorta di schiavitù a basso salario, in cui spesso trovano impiego – malattia e morte – anche i bambini).

Per questo, diversi studiosi tra cui Benjamin Hitchcock Auciello, coordinatore di Earthworks’ Making Clean Energy Clean, Just and Equo program, ci suggeriscono di concentrare l’attenzione su un nuovo modello di consumo delle risorse naturali e minerarie, più centrato sul riciclo e il riuso, sull’innovazione tecnologica che ne limita la domanda, su una nuova idea di mobilità e di città, dove ai veicoli meccanici si sostituiscono quelli a pedali o la scelta di spostarsi a piedi grazie a percorsi dedicati che uniscano i punti strategici di un centro abitato.