i decreti

Auto elettriche, aumentano del 50% gli incentivi all’acquisto. 40 milioni di euro per i punti ricarica

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Due dpcm per accrescere gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e non inquinanti, un fondo per sostenere la rete dei punti di ricarica standard e nuovi strumenti agevolativi per lo sviluppo della filiera verso forme produttive innovative e sostenibili.

L’Italia rilancia la mobilità elettrica aumentando gli incentivi

L’Italia, pur tra mille difficoltà, tenta di percorrere la strada virtuosa della mobilità elettrica e lo fa aumentando gli incentivi per l’acquisto di auto non inquinanti. L’obiettivo, non semplice, vista la situazione del mercato nazionale e lo scenario europeo, è colmare il gap con la Germania, la Spagna e la Francia

Due i decreti dedicati del Presidente del consiglio dei ministri che sono stati approvati su proposta del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Stavolta però il ministero dello Sviluppo ha messo sul piatto anche qualche nuove risorse per la riconversione e lo sviluppo della filiera automotive e per aumentare il numero di punti di ricarica per veicoli elettrici, soprattutto domestici.

Partiamo dal primo. Si rimodulano gli incentivi all’acquisto di auto elettriche e veicoli non inquinanti. Per il 2022 è stato fissato un amento del 50% dei contributi per questo tipo di acquisti, ma solo per redditi inferiori ai 30 mila euro annui.

Ecco i nuovi contributi all’acquisto di auto elettriche

Così la rimodulazione illustrata nella nota del ministero dello Sviluppo economico:

  • fino a un massimo di 7.500 euro di contributi con rottamazione (6.000 euro senza rottamazione) per l’acquisto di veicoli di categoria M1 nuovi di fabbrica omologati in una classe non inferiore ad Euro 6, con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km CO2 (elettrico), con prezzo dal listino ufficiale della casa automobilistica produttrice pari o inferiore a 35.000 euro IVA esclusa;
  • fino a un massimo di 6.000 euro di contributi con rottamazione (4.500 euro senza rottamazione) per l’acquisto di veicoli di categoria M1 nuovi di fabbrica omologati in una classe non inferiore ad Euro 6, con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/km CO2, con prezzo di listino ufficiale della casa automobilistica produttrice pari o inferiore a 45.000 euro IVA esclusa.

Una misura che potrebbe essere d’aiuto al mercato automobilistico nazionale, che nell’ultimo trimestre sembra aver perso anche lo slancio del motore elettrico.

Anche a luglio, infatti, le nuove immatricolazioni di auto elettriche vanno in negativo, tranne che per le ibride, che invece tengono bene il momento critico, registrando una crescita del +12%.

La rete dei punti di ricarica (soprattutto domestici)

Il secondo dpcm, considerando che in Italia abbiamo solo l’11% delle stazioni di servizio autostradali sono attrezzate per ricaricare veicoli elettrici, introduce una misura speciale per supportare la diffusione di punti di ricarica standard sul territorio, con una dotazione di 40 milioni di euro.

Il contributo è pari all’80% del prezzo di acquisto e posa in opera, nel limite massimo di 1.500 euro per richiedente e di 8.000 in ipotesi di posa in opera sulle parti comuni di edifici condominiali.

2,5 miliardi di euro per lo sviluppo di una filiera automotive innovativa e sostenibile

Integrato al primo c’è un altro intervento, si legge nel comunicato del ministero, dedicato al “finanziamento degli strumenti agevolativi per favorire lo sviluppo della filiera di settore, promuovendo l’insediamento, la riconversione e riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili, nonché favorire la transizione verde, la ricerca e gli investimenti”.

Qui ci sono 2,5 miliardi di euro di risorse fino al 2030 (50 milioni di euro per il 2022 e 350 milioni per ogni anno dal 2023 al 2030).

Il 70% della cifra è destinato ai contratti di sviluppo e il restante 30% agli accordi per l’innovazione.