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Appello dei big americani del tech (ma non tutti) per un GDPR made in Usa

I Ceo di 51 fra le principali aziende americane del tech e non solo, fra cui Accenture, IBM, Amazon, American Express, Ford, AT&T, Bank of America, FedEx, ha inviato una lettera aperta al Congresso per chiedere a gran voce una nuova normative federale per la data protection e la difesa dei consumatori (scarica la lettera aperta in PDF).

Alcuni aspetti della proposta delle aziende Usa ricalca di molto i contenuti del GDPR, come ad esempio il diritto dei consumatori di avere il controllo dei loro dati personali, domandarne la correzione e persino chiederne la cancellazione. Anche le notifiche sui data breach potrebbero anche essere introdotti, anche se la coalizione dei Ceo si sono rivolti alla FTC (Federal Trade Commission) per occuparsene.

L’intento dei firmatari è la creazione di un approccio unitario da parte degli Stati Uniti al trattamento dei dati personali, in grado di superare la frammentazione normativa che vede una serie di leggi e norme emanate a livello locale a seconda dei diversi stati.

La legge in materia di data protection in vigore a New York e California sono più severe di quelle in vigore in Nord Carolina e Alaska. Ma le cose cambiano addirittura anche all’interno di un medesimo stato, basti vedere come San Francisco si stia muovendo in autonomia per limitare i poteri del riconoscimento facciale e degli analytics.

Non sfugge comunque il fatto che dal novero delle aziende che hanno firmato la lettera aperta mancano grossi nomi fra cui Facebook, Alphabet (Google), Microsoft, Uber, Verizon, T-Mobile US, Intel, Cisco e Oracle.

L’appello è stato realizzato tramite Business Roundtable, una lobby che rappresenta grandi gruppi che in questo caso si è mossa per sensibilizzare il mondo della politica sulla necessità di una nuova normative in grado di raccogliere la sfida della privacy con un occhio di riguardo ai consumatori.

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