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App identità digitale, ricavi globali a 17 miliardi di dollari entro il 2027

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Entro i prossimi quattro anni i ricavi globali del mercato delle app per l’identità digitale cresceranno del 62% rispetto ad oggi. La ricerca.

Cresce l’impiego dell’identità digitale e anche il mercato mondiale delle app

In tutto il mondo si sta favorendo lo sviluppo di sistemi di identità digitale per il riconoscimento utente e l’accesso rapido, facile e sicuro ai servizi pubblici e privati in rete. Durante i momenti più critici della pandemia da Covid-19, i Governi hanno promosso l’impiego di sistemi di identificazione digitali per evitare la prossimità fisica e gli spostamenti senza impedire ai cittadini di svolgere il proprio lavoro, studiare o comunicare con le amministrazioni locali.

Sono oggi numerose le applicazioni che consentono di sostituire il documento di identità cartaceo e anche digitale per accedere a servizi bancari, finanziari e assicurativi, ma non solo.

Secondo i dati diffusi da Juniper Research, il mercato mondiale delle app di civic identity, in cui sono contenute informazioni personali utili al proprio riconoscimento utente per l’accesso ai servizi, potrebbe arrivare a valere 17 miliardi di dollari entro il 2027.

Boom di app in Asia, ma presto anche in Europa

Questo perché in molti Paesi queste app di civic identity andranno progressivamente a sostituire altre forme di riconoscimento dell’identità del cittadino. Sempre secondo lo studio, queste si stima raggiungeranno 4,1 miliardi di attivazioni entro i prossimi quattro anni.

Un incremento dell’82% rispetto al dato attuale, che per il 2023 è atteso raggiungere 2,3 miliardi di attivazioni.

Tornando al volume dei ricavi del mercato delle civic identity app, a livello mondiale entro il 2023 si attendono guadagni per 11 miliardi di dollari.

I Paesi dove maggiormente queste applicazioni saranno scaricate, attivate ed utilizzate saranno Cina, India e Brasile, ma anche l’Unione europea vedrà crescere l’impiego di tali soluzioni.

ID vs carta di identità elettronica

Secondo lo studio, infatti, l’eIDAS 2.0 favorirà un rapido incremento dell’utilizzo delle app di identità digitale, proponendo anche un modello regolatorio efficiente, soprattutto per quel che riguarda la tutela della privacy e dei dati più sensibili.

Questo perché, grazie all’eIDAS2, ogni cittadino potrà usare la propria identità digitale per accedere ai servizi pubblici in tutti i Paesi membri dell’Unione. In più, oltre ai dati personali classici, tra cui volendo anche la patente di guida (come accade negli Stati Uniti), grazie a questa tecnologia sarà possibile effettuare pagamenti e trasferimenti di denaro.

Ad esempio, in Italia si parla di “IT wallet”. Tessera Sanitaria, patente di guida e tessera elettorale saranno i primi documenti ad essere disponibili in digitale nel prototipo di IT wallet nazionale, che consentirà, ovviamente, anche di dimostrare l’identità online.

Secondo i ricercatori, entro la fine del decennio, è molto probabile che queste applicazioni civic identity andranno a rendere obsolete anche le tradizionali carte di identità elettroniche. Un’ipotesi che da un lato apre a nuove frontiere del commercio digitale, ma dall’altro pone seri interrogativi sul trattamento dei nostri dati e sulla natura del rapporto che sussiste tra cittadini, istituzioni e mercato.