Privacy

Aperta indagine su Meta in Spagna: spiati milioni di utenti Android

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La Spagna apre un’indagine su Meta per presunte violazioni della privacy: secondo ricerche internazionali, il gruppo avrebbe utilizzato un sistema nascosto per tracciare l’attività online degli utenti Android.

Un’indagine su possibili violazioni della privacy ai danni degli utenti. Meta torna nuovamente nell’occhio del ciclone, e stavolta a mettercela è direttamente il Governo spagnolo. É, infatti, del premier Pedro Sanchez l’iniziativa di citare in giudizio la multinazionale, ad oggi proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp.

Le accuse riguardano, in particolare, le applicazioni social di Meta, attraverso le quali la società di Mark Zuckerberg avrebbe spiato migliaia di persone.

In Spagna, la legge viene prima di qualsiasi algoritmo o grande piattaforma tecnologica. E chiunque violi i nostri diritti ne pagherà le conseguenze”, ha affermato Sánchez in un comunicato. 

La risposta di META

Dal canto suo, Meta, si è detta pronta a collaborare con le autorità spagnole sul caso, dichiarando di prendere molto sul serio la privacy, anche grazie a una serie di strumenti che permettono alle persone di controllare come vengono utilizzati i propri dati. 

Tuttavia, l’indagine spagnola affonda le proprie radici in alcune ricerche internazionali che avrebbero convalidato la tesi della fuga di dati, dimostrando come Meta utilizzi un meccanismo nascosto per tracciare l’attività online degli utenti di dispositivi Android.

Scontro esacerbato dalle tensioni geopolitiche

L’inchiesta nei confronti del colosso tecnologico statunitense si inserisce in un contesto internazionale già teso, in cui i rapporti tra Washignton e Madrid risultano incrinati dalla mancata intesa sugli obiettivi di spesa della NATO e la vicinanza tra lo Stato iberico e Pechino.

Secondo il governo spagnolo, Meta potrebbe aver violato diverse normative europee in materia di sicurezza e privacy, tra cui il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), la Direttiva ePrivacy, il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA).

Non è la prima volta che Meta finisce nel mirino dell’Europa

Meta, che in passato ha avuto numerosi scontri legali con la Commissione europea, sarà quindi convocata a testimoniare – come specificato dal governo Sanchez- davanti a una commissione della Camera bassa.

Da ricordare anche che, nel 2024, la Commissione ha inflitto a Meta una multa da 798 milioni di euro per pratiche abusive a beneficio di Facebook Marketplace e, nel luglio dello scorso anno, ha accusato la società di non aver rispettato il DMA nel suo nuovo modello pubblicitario “paga o acconsenti”.

Vedremo come andrà a finire questa volta.

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