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Antitrust: nel 2021 sanzioni per 88 milioni a tutela consumatori, il grosso contro i GAFA

Nel 2021 l’Antitrust ha irrogato sanzioni complessive per 88,4 milioni di euro nel segmento della tutela dei consumatori. E’ quanto è emerso nel corso dell’audizione del direttore generale per la tutela del consumatore dell’Antitrust, Giovanni Calabrò alla Commissione d’inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.

La quota di multe più consistenti, pari a oltre 27,5 milioni di euro, pari al 27,28% del totale, è stata irrogata al settore ICT frutto della multa per 7 milioni a Facebook e di quelle da 10 milioni contro GoogleApple.

Seguono poi le ammende alle aziende di trasporti per un totale di 17 milioni di euro, pari al 16,86% delle sanzioni complessive emesse dall’Antitrust nel 2021.

Tra gli altri settori, le multe comminate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato lo scorso anno sono state pari a 10,1 milioni nella grande distribuzione, 8,1 milioni nei servizi finanziari, 8 milioni per le assicurazioni, 6,2 milioni nel settore dei prodotti elettronici, 4,7 milioni alle aziende di servizi vari, 2,4 milioni a quelle dell’energia, 2 milioni al settore radio e TV, 1 milione alle attività manifatturiere e ai servizi professionali, 50.000 euro nel campo dell’istruzione, 35.000 euro nella farmaceutica, 30.000 alle attività sportive e 30.000 alle aziende di meccanica.

Calabrò, occorre aumentare il tetto delle multe

Rispondendo ai deputati, Calabrò ha sottolineato l’auspicio dell’authority che le sanzioni in materia di pratiche commerciali scorrette e consumer rights vengano aumentate. “L’esperienza applicativa maturata in materia di protezione del consumatore ha dimostrato che il vigente cap in valore assoluto (fino a 5 milioni di euro per ciascuna infrazione) nonostante rappresenti il valore più alto tra i 27 Stati Membri, costituisce spesso una frazione assai modesta dei profitti che gli operatori economici ricavano da talune infrazioni”. Ha poi sottolineato che: “La sanzione irrogata dall’Autorità – peraltro perfettamente prevedibile nel suo ammontare massimo – può essere considerata dalle imprese come un costo fisso, un rischio d’impresa, insuscettibile di scoraggiare l’attuazione della condotta illecita e risultando priva di un significativo effetto deterrente”. 

Poteri annacquati all’Antitrust, in Senato quattro emendamenti fotocopia

Ma in Senato c’è chi sta cercando di depotenziare il potere sanzionatorio dell’Antitrust (Agcm), l’autorità regina per la difesa dei diritti dei consumatori. La legge di delegazione europea ora in discussione a Palazzo Madama prevede di attribuire all’Autorità di Piazza Verdi più poteri sanzionatori, con la possibilità di irrogare sanzioni fino al 4% del fatturato annuo dell’azienda, recependo così la direttiva 2019/2161. Uno scatto in avanti sostanziale, visto che il tetto massimo sanzionatorio per violazioni del codice del consumo dell’Antitrust è di 5 milioni, bruscolini per le Big Tech o i giganti dell’energia che fatturano miliardi di euro all’anno. Ma ora in Senato quattro emendamenti fotocopia e bipartisan (firmati da FdI, Lega, Fi e Pd) e già approvati, prevedono l’applicazione delle maxi sanzioni soltanto alle violazioni transfrontaliere, cioè alle pratiche che danneggiano i consumatori di almeno tre paesi della Ue. Il che sostanzialmente bloccherebbe i maggiori poteri sanzionatori dell’Antitrust in Italia.     

Vedi anche: “Più poteri all’Antitrust, il Senato si mette di traverso. Un favore alle Big tech?”. Videointervista a Fabio Bassan (RomaTre)

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