Il paradosso è servito: mentre il numero di copie private continua a diminuire, il compenso per la copia privata segna un incremento del 20% rispetto al decreto in vigore.
La proposta arriva dal Comitato Consultivo Permanente sul diritto d’autore, che ha sottoposto al Ministro della Cultura Alessandro Giuli un nuovo testo di decreto. La bozza prevede non solo l’aumento delle tariffe, ma anche l’estensione del compenso ai device ricondizionati e persino alla memorizzazione in cloud.
Una decisione che suscita perplessità, soprattutto in un contesto in cui il dibattito pubblico è concentrato sulla doppia transizione – economia circolare e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione – e sulla necessità di rafforzare le competenze digitali.
Calo evidente della copia privata
Già nel 2024 Anitec-Assinform aveva evidenziato un trend evidente: il calo costante della copia privata e la totale inconsapevolezza da parte dei consumatori di pagare un sovrapprezzo per copie che, di fatto, non realizzano più.
Via il compenso sul cloud storage
Il Presidente Massimo Dal Checco ribadisce la propria posizione: “I diritti degli autori sono imprescindibili per noi e non sono in discussione. Ma l’istituto del compenso per copia privata, nato in un’era analogica, oggi appare del tutto anacronistico rispetto alle tecnologie e alle abitudini di fruizione dei contenuti digitali. Per questo motivo chiediamo con forza l’abolizione di qualsiasi aumento tariffario contenuto nello schema di Decreto e l’eliminazione del compenso sul cloud storage, che non appare conforme al quadro normativo vigente. Inoltre, sollecitiamo l’avvio di un’analisi completa ed empirica, insieme a una indagine dei reali comportamenti di utilizzo, prima di assumere qualsiasi decisione in merito alla modifica degli attuali importi delle tariffe”.
«A pesare, inoltre, è il tema del mancato confronto con le parti che rappresentano i titolari del diritto d’autore – continua Il Presidente -: «Non essendo inclusi nel Comitato Consultivo Permanente, riteniamo fondamentale avviare un dialogo serio e costruttivo per affrontare un tema che incide direttamente su imprese, consumatori e sul percorso di digitalizzazione del Paese».
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