L'Industria

ANIE Confindustria appoggia il Governo: ‘Subito il Green Act, leva per la crescita’

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Presentato all’Expo il documento di ANIE Confindustria orientato allo sviluppo sostenibile, con le proposte per il Green Act che a breve sarà varato dal Ministero dell’Ambiente. Claudio Andrea Gemme, ‘Un piano energetico ben fatto getta le condizioni per la ripresa economica e sociale del nostro Paese’

I temi dello sviluppo e della crescita sostenibile sono da tempo all’ordine del giorno nelle agende di tutti i Paesi industrializzati o emergenti, e anche il sistema industriale nel suo complesso comincia a dire la sua. ANIE Confindustria ha presentato ieri ad Expo, di fronte ad una platea di operatori dell’industria, istituzioni ed esperti di green economy, riunitisi presso Palazzo Italia, le sue proposte per il Green Act, il documento di indirizzo strategico sull’economia green che si sta apprestando a varare il Ministero dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.

La Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche ha accolto l’appello del Ministro per una consultazione sull’argomento e sta lavorando, nell’apposito tavolo istituito in Confindustria, per offrire il suo contributo in tema di sviluppo sostenibile.

Nessun Paese industriale evoluto può permettersi di non avere un Piano Energetico che, se ben fatto, getta le condizioni per la ripresa economica e sociale del Paese stesso – ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, presidente di ANIE – Speriamo che il Green ACT sia #lavoltabuona, per usare un’espressione ormai consolidata. Efficientare il sistema, limitare gli sprechi, usare in maniera razionale le risorse, prime fra tutte acqua ed energia, e promuovere innovazione per un mondo sempre più sostenibile per le aziende ANIE sono da sempre dei must. La decarbonizzazione della nostra economia è una scelta ormai consolidata che ci ha portato in breve tempo a raggiungere alti target di produzione di energia da fonti rinnovabili e standard di efficienza tra i più alti d’Europa, ma che puntiamo a rafforzare ulteriormente”.

Il tessuto industriale italiano, oltre ad essere fondamentale per la ripresa, l’occupazione e la crescita, può e deve essere centrale anche per sviluppare e diffondere un modello economico alternativo a quelli più tradizionali, orientato alla sostenibilità, all’efficienza energetica, alle fonti rinnovabili, all’utilizzo di tecnologie pulite e smart city, all’economia circolare, al sistema di gestione dei rifiuti RAEE, alla mobilità sostenibile (smart mobility), all’edilizia intelligente (smart building), fino all’industry 4.0, finalizzato al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi ambientali europei fissati al 2030: 40% di riduzione di emissioni, 27% produzione da fonte rinnovabile, 27% efficienza energetica.

Obiettivi di cui si parlerà più approfonditamente anche nel prossimo, attesissimo vertice di Parigi sul clima e la sostenibilità (COP 21). Come si legge in una nota di ANIE: “Le imprese del nostro settore sono impegnate appieno nell’evoluzione cosiddetta green della propria offerta: ingenti sono gli investimenti in R&D (dai settori ANIE proviene il 30% della spesa privata in Ricerca e Innovazione investita ogni anno nel nostro Paese), orientati essenzialmente al miglioramento delle performance energetiche e al Life Cycle generale di prodotti e soluzioni, con forte attenzione all’uso efficiente delle risorse, al recupero di materie prime, in generale alla performance ambientale complessiva”.

Tuttavia, avverte ANIE, serve applicare il prima possibile il cosiddetto “principio della Better regulation”, tutelativo di quanti operano nel rispetto delle regole, perché “l’industria non può più sostenere il peso di una regolamentazione poca chiara, che non garantisce certezza legale, di norme che ingabbiano il mercato anziché favorirlo, di regole indubbiamente necessarie ma che necessitano di essere semplificate”.