Strategie

Amos Genish (Tim): ‘No a fusione con Open Fiber, sì a collaborazioni commerciali’

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L’amministratore delegato di Tm Amos Genish esclude il merger con il concorrente e spegne le voci di scorporo e Ipo della rete.

Tim apre a possibili accordi commerciali con Open Fiber (nelle aree bianche), ma esclude una fusione con la rete del concorrente, anche perché “non so cosa direbbe l’Antitrust di ipotesi di consolidamento in un mercato ancora molto ristretto”. E il progetto Cassiopea, per portare la fibra nelle aree meno concorrenziali, comunque “è morto”. Lo ha detto a diversi giornali l’amministratore delegato di Tim Amos Genish, secondo cui “l’Italia è abbastanza grande per avere due reti concorrenti”, scrive il Sole 24 Ore.

Tim peraltro sta discutendo con Agcom per far trasmigrare 5 milioni di clienti ai 200 mega “con la rinuncia anziché con l’adesione, senza costi aggiuntivi”.

Rete Tim

Parlando della rete, l’amministratore delegato di Tim ha detto che non è prevista “nessuna operazione finanziaria”, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, spegnendo così le voci di scorporo e di una Ipo, anche se avere il controllo della rete non vuol dire avere il 100%.

In attesa del nuovo piano industriale, che sarà pubblicato il prossimo 6 marzo, Genish ha detto che non è prevista alcuna variazione degli investimenti.

Vivendi-Mediaset

Genish ha poi definito “insultante” il fatto di immaginare che Tim possa essere sfruttata come strumento per appianare le tensioni fra Vivendi e Mediaset: “Non me l’ha chiesto nessuno”, ha precisato, ribandendo che il gruppo non è interessato ai diritti del calcio giudicati troppo cari.

 

Golden power

Per quanto riguarda l’esercizio da parte del Governo del golden power sugli asset strategici, Genish ha aggiunto che tutelare gli interessi di sicurezza nazionale è un dovere di Tim, e per questo motivo non era necessario un decreto apposito. L’Ad ha detto che sulla rete vi è piena disponibilità ad affinare il livello di separazione fino a quando il governo sarà soddisfatto della neutralità della stessa.

 

Sparkle

Per quanto riguarda Sparkle, Genish ha detto che non è indispensabile per il gruppo mantenere il 100% della società dei cavi sottomarini, finita sotto la lente del Governo con l’esercizio dei poteri speciali (golden power). Anche la quota del 60% detenuta nella società delle torri Inwit potrebbe variare.

Tim Brasil

Il Brasile è un asset strategico, per cui anche su Tim Brasil Genish frena eventuali scommesse del mercato. Tim Brasil non è in vendita, ma non ci sarà neanche alcuna operazione di fusione e acquisizione, M&A, che punti a far scendere la partecipazione di Tim sotto al “51%”.

Secondo Genish, il titolo in borsa del gruppo è sottovalutato.