il caso

Amazon vicina ai mille miliardi di valore, ma per Sanders ‘lavoratori sono sottopagati’

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Il senatore democratico americano Bernie Sanders accusa il colosso dell'eCommerce: "Mentre Jeff Bezos è incredibilmente ricco i suoi dipendenti sono alla fame".

Jeff Bezos è l’uomo più ricco del mondo e controlla l’azienda più potente di Internet, Amazon, che continua a battere i suoi record storici e vola verso i 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, record che in passato è stato raggiunto solo da Apple.

Nel 2017, Amazon ha registrato entrate per quasi 178 miliardi di dollari. Questo successo ha aiutato il fondatore del colosso a guadagnarsi il titolo di uomo più ricco di tutti i tempi. Mentre Bezos è incredibilmente benestante (secondo Forbes il suo patrimonio netto è di 165,2 miliardi di dollari), i suoi dipendenti non lo sono. Il senatore democratico Bernie Sanders ha iniziato una personale battaglia contro l’azienda essendo un esplicito difensore della classe operaia americana che ha trascorso gran parte della sua carriera politica per la ristrutturazione del sistema finanziario e societario del paese.

Amazon impiega circa 566.000 persone in tutto il mondo. Questo numero non include gli appaltatori indipendenti e i lavoratori di terze parti che lo aiutano a operare, come i conducenti con Amazon Flex, che non sono tecnicamente dipendenti ma sono pagati per consegnare i pacchi Amazon con le proprie auto. La compagnia è spesso celebrata come una delle principali fonti di opportunità di lavoro, specialmente nella sua città natale di Seattle, dove lavorano 40.000 persone.

Ma Amazon è stato seguito per anni da rapporti negativi riguardanti le condizioni del posto di lavoro e il trattamento dei dipendenti. Dalle notizie sulla scarsa climatizzazione dei magazzini, ai limiti di tempo per andare del bagno, ai turni massacranti e alla costante sorveglianza video.

Sanders ha ripetutamente parlato contro Amazon. A luglio aveva notato come il patrimonio di Bezos risultasse cresciuto di 275 milioni di dollari al giorno nei primi 4 mesi dell’anno, mentre i suoi dipendenti sarebbero “alla fame”. La scorsa settimana ha inviato una mail ai suoi sostenitori chiedendo loro di unire le forze contro Amazon, che ha accusato di pagare ai suoi lavoratori salari bassissimi mentre il suo CEO e fondatore accumula ricchezza senza precedenti.

Nella e-mail ha accusato l’azienda di impegnarsi in “un’avidità che sembra non avere fine” e ha incoraggiato i lettori a firmare una petizione che spingerebbe Bezos a migliorare le condizioni di lavoro e ad aumentare i salari. Inoltre secondo Sanders, molti lavoratori del colosso americano usufruiscono di programmi come sussidi alimentari “food stamps” o SNAP (“Supplementary Nutrition Assistance Program”), non essendo le loro retribuzioni in grado di garantire loro un livello minimo di sussistenza. La petizione ha ricevuto 120.000 firme e ha raccolto molto supporto tra i social media.

Per tutta risposta, Amazon ha replicato che si tratterebbe di informazioni non corrispondenti al vero, sostenendo che tra retribuzioni, incentivi, piani azionari e lezioni, il compenso orario erogato ai dipendenti sarebbe di non meno di 15 dollari e notando come coloro che, pur lavorando alle proprie dipendenze, devono fare richiesta di assistenza pubblica sarebbero lavoratori part-time o che che risultano occupati per poco tempo. Sanders non si è perso d’animo e ha invitato sul social i dipendenti del gruppo a pubblicare le loro testimonianze, ricevendo centinaia di risposte, seppure poche realmente attinenti ed esaustive.