Analisi

Amazon, ‘no data’ sui budget di Prime e Studios in Italia

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Il Ministro Sangiuliano chiede che Amazon paghi le tasse. Cgil + Uil + Cisl: mobilitazione del settore cine-audiovisivo: assemblea generale il 4 marzo a Roma.

Il modesto (?) cronista che segue le dinamiche della politica culturale italiana per la rubrica curata da IsICultIstituto italiano per l’Industria Culturale  per il quotidiano “Key4biz” questa mattina s’è realmente divertito, in occasione della conferenza stampa della terza stagione del programma “Lol – Chi ride è fuori”, game-show presentato (distribuito) da Amazon Prime e prodotto da Amazon Studios: conferenza stampa affollata nell’Eliseo di Roma, teatro di proprietà dell’eccentrico Luca Barbareschi (il teatro non ha un cartellone ma riapre occasionalmente per eventi, il dossier di polemiche sui contributi pubblici resta aperto…), organizzata in modo impeccabile, anche dal punto di vista spettacolare (ed iniziata finanche puntualmente).

Era annunciata la presenza di Fedez, co-conduttore del programma (dalla “regia”), ma ci si è dovuti “accontentare” del simpatico Frank Matano, che ha guidato la presentazione in compagnia di una effervescente Serena Dandini.

Presente tutto il gruppo dei comici partecipanti: Maccio Capatonda (definito l’“arma letale’ dello show”) ed i concorrenti Marina Massironi, Nino Frassica, Luca Bizzarri, Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani, Paolo Cevoli, Cristiano Caccamo e Marta Filippi

La presentazione è stata molto godibile, veramente ben impostata e simpaticamente condotta dalla coppia Matano & Dandini. Sono stati presentati alcuni divertenti “estratti” del programma, che sarà in onda da giovedì 9 marzo.

Ampia disponibilità a porre domande, e quindi ne abbiamo approfittato per porre tre questioni: c’è qualcosa di “script” nell’impostazione del programma o tutto è affidato all’improvvisazione contingente dei concorrenti?! Qual è il budget che Amazon Studios alloca in Italia, su base annua, per produzioni originali di “fiction” ed “entertainment”? Cosa pensa l’eletta schiera dei 10 comici (che godono tutti di discreta se non buona notorietà) dello sciopero dei doppiatori e dello stato di agitazione dei lavoratori dello spettacolo del settore cinematografico e audiovisivo?

Frank Matano ci ha risposto che una “traccia” scritta c’è ovviamente, e che la regia cerca di spiegare a tutti i comici partecipanti che l’anomala impostazione del set non consente ai vari artisti di riprodurre banalmente loro battute storiche, sketch e situazioni già proposte in teatro o in televisione, ma certamente prevale, nelle sei ore di registrazione del programma (che poi viene messo in onda in puntate da circa 30 minuti) un clima di estremo spontaneismo ed improvvisazione giustappunto.

Serena Dandini ha colto la domanda sullo sciopero dei doppiatori e l’ha rilanciata, manifestando a nome di tutti i presenti la propria adesione. Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno ricordato la sortita di Pierfrancesco Savino al Festival di Berlino ed hanno citato l’associazione Unita, anch’essa in prima fila nell’agitazione promossa dalla triade sindacale Cgil + Uil + Cisl e dalla triade delle associazioni professionali Aidac + Aipad + Aned (vedi gli articoli che stiamo dedicando alla vicenda su questo quotidiano online, da ultimo ieri mercoledì 1° marzo “I doppiatori italiani rinnovano una settimana di sciopero”): “massima solidarietà con i colleghi doppiatori, anche l’associazione Unita si sta battendo su questo tema. Lavorano senza contratto da troppo tempo”. L’attrice e doppiatrice Marta Filippi ha sostenuto: “i doppiatori sono entrati nella seconda settimana di sciopero. Si chiede la riscrittura del contratto, fermo da 15 anni per qualificare un lavoro di grande valore. Chi chiede di vedere un prodotto doppiato lo fa perché considera il doppiaggio italiano un’eccellenza”…

La domanda sul budget è stata graziosamente elusa. A fine conferenza stampa, abbiamo chiesto all’ufficio stampa che cura l’immagine e la comunicazione di Amazon Prime e Amazon Studios in Italia (la Golin Italia di Stefania Gargiulo e Marta Clarotto) se fosse possibile chiedere direttamente a Nicole Morganti, Head of Original Productions Italia, ma la dirigente si è eclissata e ci stato segnalato che “oggi Nicole non concede interviste, mandaci una email…”.

Questo piccolo episodio è sintomatico di quella diffusa barriera che multinazionali come Amazon e Netflix pongono di fronte a chiunque pone loro domande, pur semplici, sul loro operato nel nostro Paese. Evidentemente la “casa madre” impone una sorta di cortina di silenzio sulle “operations” (come s’usa dire nello slang delle multinazionali) a livello nazionale. Dietro la formula del (presunto) “segreto industriale”, si celano bilanci, investimenti, ricavi, profitti, relazioni industriali, politiche del lavoro…

Abbiamo diligentemente posto la domanda per iscritto (via email), e restiamo fiduciosamente in attesa di risposte.

Diverte osservare che, a distanza di oltre un’ora e mezza dalla conferenza stampa, alle ore 15 la presentazione di “Lol” sembra non aver provocato particolare interesse, dato che soltanto due dispacci di agenzia l’hanno rilanciata ed è curioso che – paradossalmente – sia stata data più attenzione all’assenza di Fedez che al resto del gruppo di artisti co-protagonisti del programma…

Fedez non si è presentato alla conferenza stampa “Lol”, di cui pure è conduttore insieme a Frank Matano.

Attesissimo dopo la “sparizione social” seguita al Festival di Sanremo (su cui si sono fatte mille illazioni, da una crisi matrimoniale con Chiara Ferragni alla montatura di una grancassa pubblicitaria abilmente impostata), il rapper non è intervenuto (né di persona né via web), né ha mandato un contributo video: “ci segue da lontano”, ha spiegato ironicamente Serena Dandini… Gatta ci cova, anche se ci ha inevitabilmente fatto venire in mente la famosa battuta di Nanni Moretti in uno dei film del suo esordio (“Ecce Bombo”, 1978): “mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente?” (così lo stesso Nanni che interpreta Michele Apicella). Certamente Federico Leonardo Lucia non ha problemi di “visibilità”, ma viene da pensare che ritiene tutto valido, basta che la sua notorietà nello “show business” aumenti (secondo le leggi del marketing tradizione e “social”)…

I primi 4 episodi della terza stagione del “comedy show” in 6 episodi di “Lol” saranno disponibili in “streaming” dal 9 marzo e gli ultimi due dal 16 marzo 2023. Frank Matano (che è stato concorrente e co-conduttore) ha posto l’accento su un aspetto particolare: “Lol è un esperimento sociale con i comici. A parte il divertimento, è un gioco gerarchico dove c’è un senso di inadeguatezza continuo, perché ti confronti con comici che stimi… stare 6-7 ore con tanti comici è una grande prova psicologica, credetemi”. Tra i concorrenti di quest’anno, forse il più noto e temuto dai compagni è Nino Frassica. L’attore siciliano ha raccontato come è stato il suo debutto nella casa di “Lol”: “i primi 10-15 minuti sembrava un manicomio senza infermieri, eravamo sbandati e ognuno faceva quello che voleva e non si capiva niente. Poi è tornato un po’ di ordine. Mi sono chiesto – ha aggiunto – se essere comici significa essere pazzi?”. Frassica ha poi confessato di essersi divertito molto e, evitando di rispondere alla domanda su chi temesse di più tra i suoi colleghi-avversari (“il Mago Forrest”, la scherzosa risposta, riferita al concorrente di una precedente edizione), ha dedicato parole di elogio ai tecnici: “Lol è l’unica trasmissione che ha un sistema di telecamere per cui non si perde nulla. Mentre succedeva una cosa divertente tra due concorrenti – ha aggiunto – veniva comunque ripreso quello che facevano anche gli altri. I montatori di Lol hanno fatto un grande lavoro”, ha concluso. Applauso dalla platea…

Si ricorda che “Lol” è una versione italica (per la regia di Alessio Pollacci) del format giapponese “Documental” (“Dokyumentaru”) ideato dal comico Hitoshi Matsumoto (in Giappone il “comedy show” è molto più estremo, con – tra l’altro – scene di nudo integrale…). La formula è sempre la stessa: 10 comici sono rinchiusi in una casa-teatro per 6 ore consecutive, con l’obiettivo di far ridere gli altri con qualsiasi mezzo, ma, in caso di risate, sorrisi e smorfie, il giocatore viene inizialmente ammonito tramite un cartellino giallo e, in caso di reiterazione, espulso con un cartellino rosso e quindi eliminato dal gioco. Tra le altre regole: l’obbligo di partecipare attivamente tentando di far ridere gli altri; il divieto di coprirsi la bocca; il divieto di bloccare meccanicamente (ovvero con un oggetto esterno) la risata… errori che possono anch’esse causare dapprima una “ammonizione” e/o un’“espulsione” dal gioco… Un giocatore viene ammonito o espulso anche se ride mentre cerca di far ridere gli altri. L’ultimo a rimanere in gara si aggiudica il premio finale di 100.000 euro, che dovrà comunque devolvere interamente in beneficenza… In un’intervista rilasciata a “Variety” (la cosiddetta “Bibbia dell’Entertainment”) nell’aprile del 2021, la già citata Nicole Morganti (la responsabile delle produzioni italiane di Prime Video) ha dichiarato che il “game show” era stato, nella sua prima stagione, il titolo più visto di sempre sulla piattaforma. La seconda edizione è diventata il titolo più visto di sempre nel periodo di lancio su Prime Video.

Chi ride è fuori” è prodotta in Italia per Amazon da Endemol Shine Italy ed è disponibile in esclusiva su Prime Video in 240 Paesi e territori nel mondo.

Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: Amazon deve pagare le tasse in Italia

E di Amazon si è parlato oggi nelle stesse ore, ma in tutt’altro contesto: l’agenzia Adnkronos ha così intitolato un suo dispaccio: “Cultura: Sangiuliano, ‘Fus per i libri, tasse per Amazon, equo canone ai librai’ e cita Lenin…”.

Sono un fanatico dei libri, con i soldi che ho speso avrei potuto comprarmi un appartamento”, ha infatti sostenuto questa mattina il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nella sede romana della Confcommercio, all’inaugurazione del Corso di Alta Formazione per librai organizzato da Ali, l’Associazione Librai Italiani, sfornando una serie di proposte per rispondere al famoso interrogativo di Leninche fare?”.

Ha premesso: “sono un fanatico del libro. Ho speso quasi tutti i miei soldi in libri, ne ho più di 15.000, alcuni anche pregiati: con quei soldi, avrei potuto comprarmi un appartamento… Il mio amore per i libri è sincero ed è praticato, al punto da suggerire ogni giorno sul mio profilo Twitter un libro da leggere”.

Ecco le proposte del Ministro: “stabilire un equo canone per affitti agevolati alle librerie ospitate in immobili di proprietà non privata, ma di Comuni e Regioni, banche e altri enti; perché il libro non è un detersivo, ha un valore etico e non può essere trattato come una qualsiasi attività commerciale. Il senso civico di una Nazione e lo sviluppo di buoni cittadini dipende anche dalla costanza delle loro letture”.

Eccellente proposta (e sarebbe anche ora, a fronte della continua moria di librerie, sia nei centri storici sia nelle periferie, sia nella provincia!): ci auguriamo che il Ministero abbia la forza di imporla alle Regioni ed ai Comuni

Poi: “il digitale esiste e noi non siamo luddisti… ma Amazon deve pagare le tasse! Deve pagare le tasse come tutte le altre imprese”.

E qui si tocca un altro argomento dolente: vedi supra.

Spontanea sorge quindi la domanda: ma… quanto paga di tasse in Italia, nelle sue “operations” italiche?! Temiamo che la risposta sia nel vento, come quella sul livello degli investimenti nella produzione di audiovisivo in Italia.

No data”. Ci auguriamo di essere presto smentiti dall’ufficio stampa della multinazionale…

È tempestivamente intervenuto, a commentare la sortita del Ministro Sangiuliano, il Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri (Forza Italia), che ha dichiarato oggi all’agenzia stampa specializzata AgCult: “fa bene il Ministro Sangiuliano a dire che Amazon deve pagare le tasse come tutte le altre imprese. È quello che chiedo da anni. L’Unione Europea ha varato una ‘minimum tax’ del 15 per cento sulle multinazionali, ma non la sta applicando ad Amazon. In questo modo, si sta consentendo una concorrenza sleale che sta uccidendo il commercio e la cultura. Mentre si fa la guerra ai singoli commercianti e ai bagnini, gravati da tasse che spesso non riescono a sostenere, si lascia impunita Amazon, consentendole di non pagare tasse. Ora basta. Siamo di fronte a un’impunità assoluta e il nuovo Governo deve agire, al più presto, nei confronti di questi giganti della rete che alterano il mercato, a scapito di tutte le altre attività e impoverendo le nostre città”.

Attendiamo reazioni da parte di Amazon Italia.

Inoltre, ha sostenuto Sangiuliano, “come esiste un Fus per il cinema o per il teatro, così deve esistere un Fus anche per il mondo del libro”.

E infine, “ho già incaricato i miei esperti di studiare un severo inasprimento delle pene contro la contraffazione e la riproduzione abusiva dei testi librari”, ha annunciato, sottolineando che “sono ministro della Cultura da appena quattro mesi, negli anni passati tante cose sono state lasciate a languire”.

Tutte condivisibili, queste tesi del Ministro della Cultura: attendiamo i provvedimenti conseguenti. E, per ora, osserviamo il suo silenzio sullo sciopero dei doppiatori, sulle agitazioni dei lavoratori del settore cinema-audiovisivo dello spettacolo, e rispetto all’annunciato ma non ripristinato “2 per mille” per le associazioni culturali (su quest’ultimo tema, si rimanda a “Key4biz” di venerdì scorso 24 febbraio 2023, “Doppiatori sul piede di guerra. Intanto il Governo si dimentica del 2 per mille per le associazioni culturali”).

Infine, aggiornamento appunto dal fronte “sciopero del doppiaggio”: ieri pomeriggio è stato diffuso il comunicato di convocazione della manifestazione di sabato prossimo 4 marzo a Roma.

Cgil + Uil + Cisl, mobilitazione dei lavoratori del settore cine-audiovisivo: assemblea generale il 4 marzo a Roma

Come già annunciato nel nostro intervento di ieri su “Key4biz”, sabato prossimo 4 marzo, dalle 10 alle 13, al Nuovo Cinema Aquila di Roma (in via l’Aquila, 66/74) si terrà l’assemblea generale delle lavoratrici e dei lavoratori del cineaudiovisivo, convocata da Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil (vedi “Key4biz” del 1° marzo 2023, “I doppiatori italiani rinnovano una settimana di sciopero”).

Nell’assemblea, si confronteranno tutte le categorie professionali del mondo del cinema e della tv, in stato di agitazione a causa dello stallo nelle trattative per i rispettivi contratti collettivi nazionali di lavoro (ccnl), per decidere le ulteriori azioni da intraprendere.

Si ricorda che i professionisti del doppiaggio (direttori, assistenti, dialoghisti-adattatori, doppiatori) hanno indetto due settimane consecutive di sciopero – dal 21 febbraio al 7 marzo 2023 – per pervenire al rinnovo di un “contratto collettivo di lavoro” fermo al 2008 che contempli: l’innalzamento delle retribuzioni, la diminuzione dei ritmi di lavoro (diventati insostenibili con la diffusione delle piattaforme), nonché lo stop alla “cessione dei diritti”, pratica che apre al possibile reimpiego della voce dei doppiatori da parte dell’intelligenza artificiale, senza alcuna regolamentazione…

Gli interpreti sono in stato di agitazione per ottenere il primo “Ccnl” della storia del nostro Paese.

In Italia, infatti, contrariamente alla maggior parte dell’Unione Europea, le attrici e gli attori del cine-audiovisivo non hanno un contratto collettivo.

La piattaforma presentata mesi fa dalle sigle sindacali alla controparte datoriale non ha ottenuto alcuna risposta, né tantomeno alcuna convocazione al tavolo negoziale.

I sindacati denunciano l’“ostruzionismo delle principali aziende del settore” in rapporto alle seguenti categorie professionali e aspetti organizzativi del lavoro:

  • atteggiamenti dilatori nel confronto sui rinnovi dei Ccnl “Troupe”;
  • il silenzio sulla piattaforma degli “Stuntmen” (donne e uomini);
  • il rinvio del confronto sul rinnovo del Ccnl degli addetti alle industrie del cineaudiovisivo;
  • la mancata correzione di quanto non convenuto tra le parti nel Ccnl dei “Generici”;
  • il mancato avvio del protocollo condiviso per la sperimentazione della rilevazione oraria sui set, atta a definire l’effettivo orario di lavoro;
  • l’applicazione unilaterale del protocollo sicurezza, senza rispondere alle questioni normative sollevate dai sindacati sulla copertura assicurativa e contrattuale del trattamento economico per malattia;
  • la sottrazione al confronto sull’esigenza di normare la copertura assicurativa per i 3 giorni di cosiddetta “carenza” in caso di malattia della lavoratrice o del lavoratore…

I sindacati denunciano che “le aziende della produzione culturale che mirano a rivestire un ruolo di avanguardia sulla scena internazionale stentano a riconoscere i più essenziali tra i diritti sindacali, la cui conquista e consolidamento è ormai affare del secolo scorso”.

Ed identificano di chi sono le colpe: “la responsabilità del contesto rievocato in capo alle aziende italiane del settore (confederate in Anica, Apa, Ape), è fortemente influenzato dal potere esercitato dalle loro committenti ed in alcuni casi associate, le piattaforme Ott dell’entertainment (Netflix, Amazon Prime, ecc.), la cui natura multinazionale e le cui risorse finanziarie impongono regole non sopportabili per la dignità e qualità del lavoro”.

Ed emerge anche una stoccata alla Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni, che sabato scorso ha sostenuto che il Governo non può intervenire nelle trattative, se non a livello di “moral suasion”: scrive la triade sindacale “d’altro canto, le condizioni di forte disagio del lavoro nel settore vengono liquidate come di «non propria competenza» da un Governo che, attraverso il Ministero della Cultura, eroga la quasi totalità dei finanziamenti e le agevolazioni fiscali con cui il sistema sopravvive, attraverso un fortissimo intervento pubblico”. La critica è corretta e condivisibile. Lo Stato deve intervenire: eccome deve intervenire, ed in modo pro-attivo.

L’invito dei sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil per la manifestazione di sabato prossimo è rivolto a tutte le lavoratrici ed i lavoratori del settore.

Alla manifestazione interverranno anche molteplici associazioni del settore:

  • per gli attori: Unita;
  • per il doppiaggio: Aidac, Aipad, Anad;
  • per le troupe: Anacinetv, Anagruc, Amc, Asc, Aitr, Afs, Uicd, Antepac, Aiarse, Acs, Apai, Aits, Ai, Apci, Aic, Effectumus, Emic, Apmal, Asnac;
  • per i generici: Ais, Agi-Spettacolo;
  • nonché tutte le Rsu e i delegati delle aziende tecniche del cineaudiovisivo, di produzione e post-produzione (quali Cinecittà, Immagine ritrovata, ecc.).

L’iniziativa di sabato prossimo si prospetta come molto stimolante, per la giusta lotta dei doppiatori e degli altri lavoratori del cinema e dell’audiovisivo ed in generale dello spettacolo e della cultura. E perché non coinvolgere anche gli attivisti di “Mi riconosci?” ovvero i lavoratori del settore dei beni culturali?! Alcune problematiche di precarietà e debolezza sono comuni anche ai lavoratori di quel settore “fratello”…

Per la prima volta, dopo decenni, come ha ricordato Umberto Carretti (Coordinatore nazionale Slc Cgil), si prospetta nei prossimi giorni una mobilitazione trasversale e diffusa, come non si vedeva da lungo tempo.

Prevediamo che la sala più grande del cinema Nuovo Aquila non sarà sufficiente per accogliere la partecipazione di centinaia e centinaia di lavoratori.

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”