Data Protection Day

Allarme di Giulia Bongiorno ‘Attenzione alle app che offrono soldi in cambio di dati personali’

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Al convegno organizzato alla Camera dal Garante Privacy per il ‘Data Protection Day, il ministro della PA ha lanciato l’allarme sul nuovo trend: app che pagano gli utenti per cedere dati per poi vederli, a caro prezzo, alle società. Giulia Bongiorno: ‘Diffondere cultura digitale e valore del dato ai cittadini, a partire dai giovani’.

“Nel nostro Paese manca un’adeguata consapevolezza della ricchezza e dell’importanza dei dati”, ha affermato Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica amministrazione, intervenendo al convegno ‘I confini del digitale. Nuovi scenari per la protezione dei dati’, organizzato, a Montecitorio, nell’Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari, dal Garante Privacy, per la celebrazione della Giornata Europea della protezione dei dati personali 2019. (Vai al video completo del convegno).

E Bongiorno ha scelto l’evento giusto per lanciare l’allarme su un nuovo trend, con l’obiettivo di fermarlo al più presto: “Soprattutto ai giovani sfugge l’importanza della privacy, per questo motivo cedono senza riflettere i loro dati ad applicazioni nate di recente, come Killi, che paga gli utenti disposti a cedere i dati personali in cambio di denaro”. Parliamo, in alcuni casi, di circa 40 euro al mese per chi decide, dietro il proprio consenso, di condividere i propri dati (per esempio tenere sempre attivata la localizzazione) in cambio di pochi euro. Poi l’app, che fa razzia dei dati, li vende ad altre società. Anche per scongiurare questo fenomeno “occorre diffondere una cultura digitale ai cittadini per capire la tecnologie e le sue insidie”, ha aggiunto il ministro della PA, secondo il quale il modo migliore per regolare il potere degli Over the Top “non è né una legge nazionale, né europea, ma una normativa sovranazionale applicabile anche negli Usa, per esempio, perché stiamo parlando di un universo digitale”.

Con quest’ultima affermazione Giulia Bongiorno ha risposto alla domanda principale di Licia Califano, componente del Garante per la protezione dei dati personali, posta anche a Giuliano Amato, giudice costituzionale, e a Maurizio Molinari, direttore de “La Stampa” nel corso del panel ‘La sovranità nell’era digitale’.

 

Come si governa la tecnologia digitale? Giuliano Amato: “Con leggi sovranazionali”

“Si governa con regole sovranazionali”, ha detto Amato, “non con leggi nazionali. La miglior difesa della stessa sovranità nazionale sono leggi sovranazionali”, ha affermato il giudice costituzionale, che ha anche lanciato una proposta per porre un freno a tutti i possibili sviluppi (molti possono essere negativi) della tecnologia. “Poniamo un Alt a tutti i possibili sviluppi tecnologici. Il robot al posto dei soldati? Ci garantisce sì meno morti, ma se il robot impazzisce?”. “Credo che un numero di Paesi”, ha concluso Amato, “dovrebbe unirsi per porre un freno a tutti i possibili sviluppi della tecnologia. È anche un modo per vedere dall’alto in basso i robot e dire che noi umani siamo più intelligenti dell’intelligenza artificiale”.

Favorevole a leggi sovranazionali, come strumento giuridico ideale per limitare la sovranità digitale, è anche Maurizio Molinari. Il direttore del quotidiano “La Stampa”, nel suo intervento, ha indicato la nuova sfida da affrontare per gli Stati “regolare l’Intelligenza artificiale (IA)”. In che modo? Secondo Molinari “declinando lo Stato di diritto in versione digitale, ossia con nuove norme, sovranazionali, ma da approvare con velocità, perché l’IA non aspetta”.

Che cos’è l’IA? L’applicazione delle nuove tecnologie a una massa di dati per riuscire ad elaborare i dati e a sviluppare dei programmi che anticipano i ragionamenti degli esseri umani. Quindi più dati uno possiede più può accelerare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. E quale Stato oggi ha a disposizione 1 miliardo di dati al giorno? “La Cina, ecco perché è più avanti di tutti, anche degli Usa sull’intelligenza artificiale”, ha fatto notare Molinari, per il quale “non si può fermare lo sviluppo dell’IA, perché è già in mezzo a noi, ma si può limitarla per proteggere di più i diritti e le libertà dei cittadini”.

Per approfondire:

  • Leggi il resoconto del convegno I confini del digitale. Nuovi scenari per la protezione dei dati organizzato dal garante Privacy in occasione del Data protection day.
  • Leggi il testo integrale dell’intervento con cui Antonello Soro, Garante Privacy, ha aperto i lavori del convegno