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AI e democrazia, come l’AI ha plasmato le elezioni globali del 2024

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Tra opportunità e minacce, l’impatto dell’AI nei processi elettorali è ormai una realtà tangibile: uno studio rivela cosa è successo nel 2024.

Nel 2024, l’intelligenza artificiale ha giocato un ruolo cruciale e, per molti versi, senza precedenti nei processi elettorali di tutto il mondo. Secondo un gruppo accademico internazionale che monitora l’integrità dell’ambiente informativo — simile per approccio e rigore all’IPCC sul cambiamento climatico — ben quattro elezioni su cinque sono state influenzate dall’uso di strumenti basati sull’AI, con coinvolgimento tanto nei grandi paesi come India e Stati Uniti, quanto in realtà meno popolose.

Una penetrazione globale dell’AI elettorale

Le democrazie che hanno attraversato il 2024 senza subire alterazioni significative legate all’intelligenza artificiale rappresentano l’eccezione: Mongolia, Botswana e Togo sono tra i pochi esempi. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, l’AI è stata impiegata in modo diretto o indiretto per modellare l’opinione pubblica, orientare il voto o, in alcuni casi, destabilizzare l’intero processo democratico.

Contenuti artificiali e origini opache

La principale applicazione dell’AI nelle elezioni è stata nella produzione di contenuti digitali. Circa il 46% dei materiali diffusi non è risultato riconducibile ad alcuna fonte verificabile. Dei contenuti tracciabili, un quarto è stato generato da attori politici locali, mentre il 20% proveniva da soggetti stranieri, spesso con finalità ostili.

Il dato più allarmante riguarda la natura dell’uso di questi strumenti: in oltre due terzi dei casi, l’intelligenza artificiale è stata impiegata per creare deepfake, diffondere disinformazione e manipolare l’elettorato. Tra i casi più emblematici, le Isole Salomone hanno visto attori russi e cinesi lanciare campagne coordinate per influenzare il voto e minare la stabilità politica.

Episodi critici

Uno degli episodi più gravi si è verificato in Romania, dove la diffusione massiccia di contenuti generati artificialmente ha portato all’annullamento delle elezioni presidenziali. Ma non tutte le applicazioni dell’AI si sono rivelate dannose: in Madagascar, la tecnologia è stata impiegata in modo costruttivo per semplificare l’identificazione degli elettori, dimostrando che un utilizzo trasparente e mirato può effettivamente migliorare i processi democratici.

Il dilemma: influenza o determinismo?

Nonostante l’evidenza di un impatto crescente, rimane una questione fondamentale irrisolta: quanto abbia inciso, in modo concreto e misurabile, l’uso dell’AI sull’esito effettivo delle elezioni. Come nel caso del cambiamento climatico, il monitoraggio continuo è fondamentale, ma spetta alla classe politica globale decidere quali contromisure adottare per tutelare la sovranità democratica.

Il 2024 potrebbe passare alla storia come l’anno in cui l’intelligenza artificiale è diventata un attore invisibile ma potente nei processi elettorali globali.

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