I numeri del consumo dell’AI. L’Antitrust francese lancia l’allarme: verso il raddoppio globale entro il 2030
Il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI) non è solo una sfida tecnologica, ma una questione di risorse fisiche. L’Autorité de la concurrence francese ha pubblicato uno studio che esplora il legame inscindibile tra la crescita dei modelli computazionali e il loro impatto energetico e ambientale, delineando uno scenario in cui l’accesso all’elettricità e la “frugalità” diventeranno i nuovi terreni di scontro della competizione globale.
L’integrazione massiccia della AI sta spingendo la domanda di energia verso vette senza precedenti. Secondo i dati riportati dall’Autorité, i data center oggi rappresentano circa l’1,5% del consumo globale di elettricità.
Le proiezioni indicano una crescita esponenziale. Il consumo dei data center potrebbe più che raddoppiare, raggiungendo i 945 terawattora (TWh) entro il 2030. In Francia, nel primo triennio del decennio, il consumo era di 10 TWh; si prevede che salirà a 12-20 TWh entro il 2030 e a 19-28 TWh entro il 2035, arrivando a pesare per il 4% dell’intero consumo nazionale di elettricità.
Per contestualizzare queste cifre, basti pensare che un singolo grande reattore nucleare ha una capacità produttiva di 1 GW, mentre un comune francese di circa 100.000 abitanti consuma annualmente circa 200 GWh.
L’impatto ambientale dell’AI oltre l’elettricità, tante le sfide
L’intelligenza artificiale non consuma solo tanta energia elettrica. Lo studio evidenzia una pressione crescente su acqua, metalli rari e suolo. In Francia, il prelievo di acqua (prevalentemente potabile) per i data center ha raggiunto 0,6 milioni di metri cubi nel 2023, con una crescita annua del +19%. Se si considera l’impronta indiretta legata alla produzione di energia, la cifra sale a oltre 5,2 milioni di metri cubi l’anno.
Inoltre, i grandi operatori digitali hanno segnalato aumenti delle emissioni di gas serra compresi tra il +30% e il +50%, trainati proprio dalle infrastrutture necessarie per la AI.
L’Autorità identifica tre criticità strutturali che potrebbero alterare l’equilibrio del mercato: l’accesso privilegiato all’energia, la “frugalità” come nuovo parametro competitivo e la trasparenza e standardizzazione.
Per quanto riguarda l’accesso, l’elettricità rappresenta tra il 30% e il 50% dei costi operativi di un data center. Il rischio è che i grandi operatori (soprattutto statunitensi) utilizzino la loro forza finanziaria per accaparrarsi forniture di energia decarbonizzata, nucleare o rinnovabile, tramite contratti a lungo termine (CAPN) o accordi di acquisto diretto (PPA), escludendo i player più piccoli.
La frugalità, definita come l’ottimizzazione del consumo di risorse per minimizzare l’impatto ambientale, sta diventando un fattore di qualità e prezzo. Modelli di AI più piccoli e meno energivori permettono a aziende minori di competere su infrastrutture IT esistenti, promuovendo una diversificazione dell’innovazione.
Su trasparenza e standardizzazione, attualmente manca una metodologia condivisa per misurare l’impronta ambientale della AI. L’Autorità sottolinea che dati affidabili e trasparenti sono fondamentali per evitare pratiche di “greenwashing“ e per permettere ai consumatori di confrontare i modelli in base al loro reale impatto.
Verso un mercato più equo e sostenibile?
L’Autorité de la concurrence ha voluto porre particolare enfasi sulla necessità di dati affidabili e trasparenti per garantire una concorrenza efficace. È essenziale che l’accesso alle aree idonee per i data center e all’energia nucleare a prezzi competitivi non rimanga un privilegio dei giganti del settore.
L’Autorità invita tutte le parti interessate a segnalare eventuali pratiche anticoncorrenziali e offre la possibilità di richiedere orientamenti informali sulla compatibilità dei progetti di sostenibilità con le norme della concorrenza. La sfida dell’AI si vincerà non solo sulla potenza di calcolo, ma sull’efficienza e l’equità nella gestione delle risorse del nostro pianeta, in particolare l’energia elettrica.
Un problema che prima o poi riguarderà anche l’Italia.
In Europa, il mercato dei data center è in piena espansione, con l’Italia che rappresenta il 13% delle infrastrutture continentali e una crescita annua dell’8%, superiore ai principali hub come Germania e Olanda.
L’AI renderà l’energia elettrica diventa risorsa scarsa
L’energia elettrica è destinata a diventare una risorsa scarsa nei prossimi anni, a causa della domanda in forte crescita trainata proprio da da AI e data center, che supererà la capacità di espansione della rete e delle rinnovabili. Il nucleare ad oggi, visti i tempi necessari allo sviluppo e la costruzione dei data center di nuova generazione e i celebri piccoli reattori SMR, non sembra poter sopperire questo aumento di fabbisogno su scala globale.
Come ha ben spiegato Giuliano Noci su Il Sole 24 Ore: “L’elettricità non è più solo una risorsa, ma una forma di potere geopolitico. Controllare le catene di fornitura del fotovoltaico, dell’eolico e delle batterie significa oggi ciò che un tempo significava controllare il petrolio. Con una differenza decisiva: chi domina l’elettrone non solo alimenta il mondo, ma lo connette e lo modella”.
La domanda globale di elettricità crescerà del 3-4% annuo fino al 2027, con un aumento cumulativo di 3.500 TWh, equivalente al consumo di un Giappone all’anno. Nei data center, il consumo raddoppierà quasi entro il 2030, passando dall’1-2% al 3-4% del totale globale, grazie all’AI che richiede 10 volte più energia di una ricerca Google. Negli USA, i data center assorbiranno quasi metà della crescita della domanda entro il 2030.
Gli Stati Uniti portano avanti la retorica del “patriottismo energetico”, tornando a scavare come talpe per tirare fuori petrolio, gas e carbone. La Cina ha tracciato la via della Seta elettrica sostenuta da una diplomazia energetica tesa a ridisegnare aree di influenza politica globali.
L’Europa, invita a riflettere Noci, deve decidere se rimanere spettatrice o tornare protagonista, con una strategia industriale capace di rendere la sostenibilità un vantaggio competitivo: “Chi controlla la luce, controlla il futuro“.
