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AI Act, via libera dai Paesi Ue alle nuove regole sull’intelligenza artificiale

La riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 (Coreper I) ha dato il via libera all’AI Act, il nuovo sistema di regole dell’Ue sull’Intelligenza artificiale, per mettere un freno ai sistemi come ChatGPT e vietare l’uso indiscriminato del riconoscimento facciale e della sorveglianza biometrica. Gli ambasciatori degli Stati membri nell’Ue hanno confermato l’accordo raggiunto a dicembre con il Parlamento Ue.

L’AI Act sarà ora sottoposto al voto di una commissione chiave di legislatori dell’UE il 13 febbraio, seguito dal voto del Parlamento Europeo fissato per il 24 aprile. Ma l’entrata in vigore non sarà immediata, bensì per step graduali. Soddisfazione dell’Italia, che ha appoggiato la normativa.

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Ia: Benifei (Pd), soddisfazione per ok unanime Governi ad Ai Act

“Oggi è un bel giorno per l’Unione europea: dopo settimane di rumors sulla stampa e di dubbi, fomentati da qualche grande impresa perlopiù extra-europea e magari da ministri che avrebbero voluto usare queste tecnologie per sorveglianza e attività di controllo sociale senza regole, abbiamo avuto oggi l’approvazione unanime dai rappresentanti permanenti dei governi europei del testo finale del regolamento sull’Intelligenza artificiale, l’Ai Act. Una grande soddisfazione dopo più di due anni di lavoro”. Così in una nota Brando Benifei, eurodeputato che ha guidato il negoziato parlamentare coi governi europei per l’approvazione della prima legge al mondo per la regolazione complessiva dell’Ia. “Con gli ultimi passaggi in Parlamento europeo, a metà febbraio nelle commissioni parlamentari e poi a marzo o inizio aprile in sessione plenaria, il Regolamento sarà legge e inizierà la sua graduale entrata in vigore. E’ fondamentale sostenere l’applicazione anticipata delle regole per il contrasto a disinformazione e deepfakes, sicuramente inizialmente approssimativa per via degli standard ancora non pienamente adottati, ma che sarà fondamentale pur in forma imperfetta per proteggere le nostre democrazie nell’anno elettorale più importante per l’Europa e per il mondo. Con l’Ai Act saremo più sicuri nell’uso delle nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni, nel lavoro così come nel funzionamento delle nostre istituzioni”, conclude.

Accordo politico a dicembre

I paesi e i legislatori dell’UE avevano raggiunto un accordo politico nel dicembre dello scorso anno.

L’ultimo ostacolo da superare è stata la resistenza della Francia e della Germania.

La legge vieta alcune applicazioni della tecnologia AI, impone limiti rigorosi ai casi d’uso considerati ad alto rischio e vincola i modelli software più avanzati con obblighi di trasparenza e stress test.

L’UE è la prima a stabilire norme vincolanti per la tecnologia dell’intelligenza artificiale, prima di altri organismi come il G7 e l’Ocse.

Quando i politici dell’UE hanno annunciato di aver trovato un compromesso finale sui contenuti dell’AI Act a dicembre, la svolta è stata salutata come un passo pionieristico che l’Europa dovrebbe celebrare nel contesto dell’ascesa di strumenti di intelligenza artificiale onnipresenti come ChatGPT di OpenAI e Bard di Google.

Francia e Germania ultime a cedere

Ma il risultato non ha soddisfatto tutti. Germania e Francia, insieme all’Austria hanno alzato le barricate fino ad oggi.

Mentre Vienna si è concentrata sulle disposizioni sulla protezione dei dati, Parigi e Berlino hanno avvertito che le regole per i modelli avanzati di intelligenza artificiale avrebbero ostacolato i campioni europei in erba dell’intelligenza artificiale, come la francese Mistral e la tedesca Aleph Alpha.

La legge sull’AI necessita ancora dell’approvazione formale del Parlamento Europeo. Si prevede che il testo venga approvato a livello di commissione entro due settimane, con un voto in plenaria previsto ad aprile.

I legislatori scontenti a favore della privacy potrebbero ancora tentare di ostacolare l’avanzamento della legge proponendo emendamenti che, se adottati, richiederanno ulteriori negoziati con il Consiglio. Ma la maggior parte delle persone che hanno lavorato all’AI Act in Parlamento sono fiduciose che la legge passerà senza modifiche.

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