Innovazione

Agenti AI, cosa sono e perché conquisteranno il mondo

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La prossima vera grande novità sullo scacchiere tecnologico mondiale saranno gli agenti AI, che svolgeranno compiti molto più complessi rispetto ad oggi, anche in maniera autonoma. Ecco cosa sono e come funzionano, fino ai primi casi d’uso.

Gli agenti AI

A maggio di quest’anno, Google ha presentato il suo nuovo agente di intelligenza artificiale (AI) chiamato Astra, che consente a chiunque di interagire attraverso messaggi audio o video.

Qualcosa del genere lo ha fatto anche OpenAI, con il nuovo modello GPT-4o, definito come agente AI.

Stando a quanto affermato da Sam Altman, fondatore di OpenAI, gli agenti AI saranno la vera, grande, prossima novità in termini di innovazione e trasformazione tecnologica.

Cosa sono e come possiamo utilizzarli?

Secondo un articolo pubblicato sulla celebre rivista online MIT Technology Review, fondata nel 1899 dal Massachusetts Institute of Technology, è ancora presto per dare una definizione precisa di cosa sono gli agenti AI.

Sono modelli e algoritmi di AI che possono prendere decisioni in maniera autonoma”, si legge nella pubblicazione, “un po’ come un nostro assistente assunto a tempo pieno per aiutarci in tutte le nostre attività”.

In futuro ci potrebbero aiutare a trovare lavoro, a pianificare le ferie, a seguire una dieta, a prenotare biglietti per qualsiasi necessità, dai trasporti agli spettacoli culturali, persino a trovare l’anima gemella o ad organizzarci un incontro di qualsiasi natura.

Si tratterà di agenti multimodali, con cui sarà possibile comunicare in qualsiasi modo e attraverso diversi canali, che saranno in grado di elaborare informazioni attraverso il linguaggio naturale, contenuti audio e video.

Ad esempio, nella demo Google di Astra, gli utenti puntano la fotocamera di uno smartphone verso determinati oggetti con la possibilità di porre domande all’agente AI, che a sua volta potrà rispondere attraverso testo, audio e video.

Secondo David Barber, direttore del Centro per l’intelligenza artificiale dell’University College di Londra, un agente AI potrebbe essere in grado di funzionare come un bot di assistenza clienti, ma in maniera più sofisticata e certamente autonoma.

L’attuale generazione di assistenti basati su modelli linguistici può generare solo la parola più probabile in una frase, ma un agente AI avrebbe la capacità di agire su più comandi in linguaggio naturale, in modo autonomo, fino all’elaborazione di attività di assistenza clienti senza supervisione.

Le tre caratteristiche base dell’agente AI

In un articolo di prossima pubblicazione, i ricercatori di Princeton affermano che gli agenti di intelligenza artificiale tendono ad avere tre caratteristiche diverse.

I sistemi di intelligenza artificiale sono considerati “agenti” se possono perseguire obiettivi difficili senza essere addestrati in ambienti complessi.

Sono inoltre qualificati se possono essere addestrati in linguaggio naturale e agire autonomamente senza supervisione.

Infine, il termine “agente” può essere applicato anche a sistemi in grado di utilizzare strumenti, come la ricerca web o la programmazione, o in grado di pianificare. 

Limiti

Kanjun Qiu, CEO e fondatore della startup di intelligenza artificiale Imbue, lavora attualmente su agenti in grado di ragionare e programmare, e ha paragonato lo stato degli agenti AI a quello delle auto a guida autonoma di circa un decennio fa.

Possono fare cose, ma sono inaffidabili e ancora non sono realmente autonomi”, ha spiegato Qiu.

Ad esempio, un agente di programmazione può generare codice, ma a volte sbaglia e non sa come testarli, ha spiegato il manager.

Inoltre, cosa non da poco, gli esseri umani devono ancora essere attivamente coinvolti in questo processo.

Di fatto, i sistemi di intelligenza artificiale non possono ancora ragionare completamente in maniera autonoma e questo è un passaggio fondamentale per operare nel mondo degli uomini, che è complesso e spesso contraddittorio.

Oggi abbiamo già agenti AI tra noi?

No, non li abbiamo, si affrettano a scrivere i ricercatori del MIT, ma qualcosa di simile già c’è.

I plug-in ChatGPT di OpenAI, che consentono alle persone di creare assistenti basati sull’intelligenza artificiale per i browser Web, sono dei primi prototipi, ma risultano ancora inaffidabili e incapaci nel ragionamento complesso.

ChatGPT e GPT-4 di OpenAI potrebbero essere dei primi esempi, ha spiegato Qiu, perché “se interagisce con un software che sembra intelligente come te, è già una specie di agente”.

Al momento, i migliori agenti che abbiamo a disposizione sono sistemi con casi d’uso molto ristretti e specifici, come assistenti di codifica, bot di assistenza clienti o software di automazione del flusso di lavoro come Zapier.

Presto o tardi, avremo a che fare con queste nuove soluzioni di AI e di sicuro cambieranno in maniera sostanziale il nostro modo di interagire con le tecnologie, con nuovi computer e altri device connessi in retee che ci consentiranno di fare molto più cose rispetto ad oggi.

Qualcuno potrebbe chiedere: “E perchè questi agenti AI conquisteranno il mondo?“.
Facile rispondere: “Perchè ci piaceranno da morire e non ne potremmo fare a meno“.
Basta guardare cosa è accaduto con gli smartphone.

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