Il valore del Sic (Sistema Integrato delle Comunicazioni) nel 2017 è di 17,5 miliardi di euro, pari all’1,01% del Pil, in calo dello 0,9% rispetto al 2016. Le quote più rilevanti del paniere arrivano dall’area radiotelevisiva, che si conferma al primo posto per incidenza sul totale (51%), a fronte di una diminuzione al 22% del peso specifico esercitato dall’editoria (quotidiani, periodici, agenzie di stampa, annuari). È quanto emerge dalla chiusura del procedimento per la valutazione delle dimensioni economiche del SIC per l’anno 2017, deliberata dal Consiglio dell’Agcom.
A fronte del calo dell’editoria cartacea, cresce invece l’incidenza sul SIC dell’area che include l’editoria elettronica e la pubblicità online (14%), laddove il peso del settore cinematografico registra una flessione, attestandosi al di sotto del 5%. Pressoché stabile rimane l’incidenza degli altri comparti, quali pubblicità esterna (2%) e “below the line” (7%).
Sulla base delle informazioni raccolte, Agcom ha determinato la distribuzione delle quote dei principali soggetti presenti nel SIC, da cui si rileva come nessuno di essi abbia realizzato nel 2017 ricavi superiori al limite del 20% previsto dall’art. 43, comma 9, del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR).
A tale riguardo, si evidenzia che i primi dieci gruppi operanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni rappresentano congiuntamente — con quasi 11 miliardi di euro — il 62% delle risorse totali. In particolare, le quote più rilevanti sono detenute da Comcast Corporation/Sky (15,4%), Fininvest (15,2%) e RAI Radiotelevisione Italiana (14,1%). Seguono Google (4,1%), Cairo Communication (3,8%), GEDI Gruppo Editoriale (3,2%), Facebook (2,7%), Discovery (1,3%), Italiaonline (1,3%) e Gruppo 24 Ore (1,1%).