Bilancio 2016

Affaire Vivendi. Conti Mediaset in rosso

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Mediaset chiude il 2016 con perdite record a 294,5 milioni di euro, sui conti pesa per 341 milioni la mancata acquisizione di Premium da parte di Vivendi.

Le violazioni contrattuali di Vivendi per la mancata acquisizione di Premium pesano come un macigno sui conti di Mediaset, che ha chiuso il bilancio 2016 con perdite per 294,5 milioni di euro, rispetto all’utile per 3,8 milioni registrato nel 2015. L’obiettivo però è quello di tornare all’utile già nel 2017, mettendo in atto le linee strategiche presentate a gennaio a Londra nel piano “Mediaset 2020” che punta all’antico, vale a dire sulla pubblicità (che l’anno scorso è cresciuta) e all’apertura della piattaforma di Premium “a tutti i produttori di contenuti interessati a un’offerta pay”, e in questo caso Mediaset apre all’ingresso dei concorrenti sulla sua piattaforma digitale con nuovi contenuti pay.

Il piano Mediaset al 2020: pubblicità, Tv in chiaro e meno pay tv

Insomma, la via è segnata: puntare sulla pubblicità, che peraltro continua a crescere con ricavi in aumento del 2,4% nel primo trimestre del 2017, e ridimensionamento della pay tv. Pay che lo scorso anno nonostante l’esclusiva della Champions League – costata 230 milioni di euro l’anno, da aggiungere ai 373 milioni di euro l’anno spesi per i diritti della Serie A – ha visto i ricavi crescere marginalmente, da 558 a 619 milioni di euro. Quindi, ritorno a pieno ritmo sulla tv in chiaro dove il business della pubblicità cresce.

Per quanto riguarda le prossime aste per i diritti del calcio, serie A e Champions League, possibile partecipazione ma ‘cum grano salis’, senza svenarsi, anche perché la concorrenza di Sky sarà probabilmente arricchita da nuovi player telefonici (Tim?) e del web (si parla di Amazon).

Il danno di Vivendi

Il danno per la marcia indietro di Vivendi su Premium, secondo Mediaset, pesa per 341,3 milioni di euro sulle casse del Biscione, che ha chiuso il 2016 con ricavi netti per 3.667 milioni di euro, in aumento rispetto ai 3.524,8 milioni del 2015, con una crescita del 4,8% in Italia a 2.675,9 milioni e del 2,1% in Spagna a 992 milioni.

Positivo l’andamento della raccolta pubblicitaria televisiva, che in Italia (al netto dei grandi eventi sportivi in particolare le Olimpiadi, trasmessi da altre emittenti) ha registrato ricavi per 2.058,3 milioni rispetto ai 2.002,8 milioni del 2015.

Mediaset fa poi notare che i ricavi di Premium sono cresciuti del 16,7% nel primo semestre, prima cioè che cominciasse la battaglia legale con Vivendi.

L’indebitamento del gruppo è lievitato a 1.162,4 milioni di euro rispetto agli 859 milioni del 2015.

Per quanto riguarda il futuro, l’andamento dei ricavi pubblicitari nel primo trimestre dell’esercizio in corso si mantiene positivo in Italia e in Spagna e si prevede che il trend “dovrebbe proseguire anche nella restante parte dell’esercizio”.

“Senza la vicenda Vivendi avremmo chiuso il 2016 in pareggio. Sono evidenti gli effetti”, ha detto in conferenza stampa l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi che poi, sempre in riferimento alle tensioni con la media company francese ha aggiunto: “Per noi” la soluzione “sarebbe rispetto dell’accordo e risarcimento dei danni” che potrebbero raggiungere addirittura 1,5 miliardi.

Margini di conciliazione?

 La vicenda si concluderà per vie legali, secondo Mediaset, che non vede margini di conciliazione extragiudiziale con il gruppo di Vincent Bollorè.  I francesi, secondo Piersilvio Berlusconi, “si sono mossi in modo miope anche guardando all’interesse di Telecom: quell’accordo (su Premium ndr) portava vantaggi indirettamente anche a Telecom, che ha bisogno di contenuti”, ma “è rimasta indietro rispetto alle altre telco – ha detto – Questa violazione legata alla influenza su Telecom invece non facilita in generale un accordo e anche un accordo commerciale verrà ritardato”.

A questo punto, resta da capire in che modo intende muoversi Bollorè dopo il pronunciamento di Agcom che ha sancito l’abuso di posizione dominante del gruppo francese per la contemporanea presenza in Mediaset e Tim, che ha imposto a Vivendi di diminuire la sua partecipazione in uno dei due gruppi entro un anno.

Ne sapremo di più il 4 maggio, data del Cda di Tim per il rinnovo del consiglio di amministrazione, ed entro due mesi, data entro la quale Vivendi dovrà presentare il suo piano d’azione all’Agcom.

Bilancio Mediaset 2016, i conti di Premium

Nel 2017 Mediaset prevede per Premium ricavi tra i 630 e i 640 milioni, in sostanziale equilibrio con il 2016. Lo ha detto nella ‘conference call’ sui conti 2016 il direttore finanziario di Mediaset e presidente di Premium, Marco Giordani.

La situazione cambierebbe completamente nel 2018-2019, se la pay tv del Biscione non avesse più alcun diritto sul calcio. Il che, in base al piano Mediaset 2020, sembra alquanto probabile.

Secondo gli analisti, Premium senza il calcio avrebbe un giro d’affari ridotto di circa il 90% a 80 milioni con 600mila abbonati (dai 2 milioni attuali) e una spesa media mensile per cliente che scenderebbe da circa 24 a circa 8 euro. “Confermiamo la nostra posizione espressa a inizio anno, di una possibile partecipazione con approccio speculativo (cioè molto attenta ai costi, ndr) alle aste sui diritti” del calcio, aggiunge Giordani. Di fatto Premium potrebbe essere una ‘piattaforma’ per altri soggetti, a partire da Tim ma anche perché no da Vivendi, che acquisissero i diritti su Champions League e serie A.