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Accenture: Con la blockchain risparmi potenziali fino a 12 miliardi all’anno per le banche d’investimento

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Secondo un report Accenture, per le maggiori banche d'investimento globali risparmi potenziali compresi fra 8 e 12 miliardi di dollari all’anno derivanti dalla blockchain.

La tecnologia blockchain potrebbe far risparmiare a otto delle 10 maggiori banche d’investimento globali fra gli 8 e i 12 miliardi di dollari annui in costi infrastrutturali entro il 2025. Un risparmio medio del 30%, grazie al miglioramento della qualità e della trasparenza dei dati. Le stime arrivano da un report presentato da Accenture in collaborazione con la società di benchmarking McLagan basato sull’analisi del costo di gestione dei dati da parte di otto delle maggiori banche d’investimento globali. Lo studio fornisce un raro esempio concreto di stime reali sui potenziali risparmi derivanti dalla blockchain.

Le conclusioni del rapporto, “Banking on Blockchain: A Value Analysis for Investment Banks”, si basano su un’analisi dei dati granulari sui costi di otto banche, aggregati da McLagan, una società di Aon, specializzata nel settore del benchmarking. Le valutazioni di Accenture sulla tecnologia blockchain e i dati di McLagan sono stati applicati al modello High Performance Investment Bank elaborato da Accenture per capire esattamente dove si potrebbe realizzare valore.

La tecnologia, nata per gestire in modalità peer-to-peer le transazioni in bitcoin, è una catena distribuita di transazioni registrate in rete, realizzata appunto da una rete di computer online che funzionano senza necessità del via libera di un’autorità bancaria centrale.

La blockchain di fatto è un database che permette a diversi attori di condividere l’accesso agli stessi dati con un livello estremamente elevato di fiducia e sicurezza.

“Gli intermediari finanziari operanti sui mercati dei capitali si sono trovati al centro di una tempesta perfetta, con l’aumento dei costi di compliance e le pressioni sui ricavi negli ultimi anni. Ciò li ha spinti ad investire in tecnologie emergenti, da utilizzare come leva per incrementare i profitti”, afferma Richard Lumb, group chief executive—Financial Services di Accenture. “Grazie a questa analisi originale dei dati reali di costo abbiamo un’idea più chiara del valore della blockchain per le banche di investimento. Il nostro obiettivo è quello di assistere le banche a passare rapidamente dal proof-of-concept al sistema di produzione con la tecnologia blockchain, in modo da realizzare risparmi consistenti e migliorare i risultati.”

David Treat, managing director della financial services industry blockchain practice di Accenture, afferma “Visto l’enorme costo di riconciliazione dei dati – che è parte di ogni aspetto degli intermediari che operano nei mercati dei capitali – non c’è da sorprendersi per i notevoli investimenti realizzati nella tecnologia blockchain. Ad ogni modo, come per ogni tecnologia emergente, la sfida è capire cosa possono rendere questi investimenti. Man mano che ci si avvicina all’implementazione della produzione, le banche avranno bisogno di capire chiaramente come e quando le loro strategie devono essere riformulate e i loro modelli operativi ripensati ed è proprio questo il motivo per il quale abbiamo condotto questo studio unico nel suo genere”. 

 Tradizionalmente, le banche di investimento conservano i dati sulle loro operazioni e sui loro clienti, fra gli altri, nei propri database. Per garantirne l’accuratezza e l’integrità, le banche devono riconciliare periodicamente le loro informazioni, in un processo complesso, ad alta intensità di lavoro e soggetto a errori.

Le tecnologie blockchain fanno leva sui progressi dei software, delle comunicazioni e della crittografia per consentire alle banche di investimento di passare dal mantenimento di un database frammentato e separato all’uso di un database condiviso, distribuito, che abbraccia diverse organizzazioni. La tecnologia blockchain supporta un registro digitale condiviso di operazioni registrate e verificate da una rete di partecipanti. Grazie alla tecnologia, le operazioni risiedono in una struttura dati a prova di manipolazioni che è visibile a tutti e che fornisce i necessari livelli di sicurezza dati e di accesso ad ogni utente.

Sostituendo sistemi di database tradizionalmente frammentati che supportano l’elaborazione delle operazioni con un sistema di registro distribuito, le banche possono ridurre o eliminare i costi di riconciliazione, migliorando al contempo la qualità dei dati. Secondo il rapporto, ciò consentirebbe alle banche di realizzare notevoli risparmi nei loro processi di middle e back-office.

Per esempio:

  • I costi di reportistica finanziaria potrebbero diminuire del 70 per cento grazie alla qualità ottimizzata dei dati, alla trasparenza e ai controlli interni offerti con una singola fonte di dati verificati;
  • I costi di Compliance potrebbero diminuire in misura variabile fra il 30 e il 50 per cento a livello di prodotto e su base centralizzata, grazie ad una migliore trasparenza e ad una maggiore accessibilità dei revisori dei conti alle operazioni effettuate
  • Le attività centralizzate a supporto di funzioni quali “Know Your Customer” e l’onboarding dei clienti potrebbero realizzare risparmi fino al 50 per cento, creando processi più efficienti per gestire le identità digitali e condividendo una singola fonte di dati dei clienti con varie banche; e
  • Le attività operative a supporto di negoziazioni, middle office, autorizzazione, regolamento, ricerche potrebbero veder diminuiti i loro costi del 50 per cento, riducendo o eliminando le riconciliazioni, le conferme e l’analisi delle negoziazioni non andate a buon fine.

 

“Questa analisi congiunta con Accenture indica che la tecnologia blockchain potrebbe cambiare notevolmente la struttura dei costi delle banche di investimento nel prossimo decennio”, afferma Chris Blain, partner di McLagan. “La tecnologia rappresenta una grande svolta in un momento in cui le principali banche di investimento cercano in tutti i modi di riportare in alto il rendimento del capitale”.