Key4biz

Abolizione del Roaming? Per il Berec è ‘insostenibile’: ecco perché

roaming

La fine del roaming non s’ha da fare. L’abolizione dei sovrapprezzi che i consumatori pagano per usare il cellulare dall’estero “non è attualmente sostenibile né fattibile in pratica date le significative variazioni in una serie di importanti parametri tra gli stati membri”, tra i quali le tariffe al dettaglio, i costi (sostenuti e praticati) degli operatori e i modelli di consumo.

È questo il giudizio lapidario del Berec, l’organismo che riunisce i regolatori europei delle telecomunicazioni nella sua analisi dei rischi e dell’impatto delle proposte della Commissione europea sull’introduzione del cosiddetto ‘roam like home’ (‘RLAH – paghi come a casa’), uno degli ultimi capisaldi rimasti in piedi del cosiddetto ‘pacchetto Kroes’, la proposta di riforma delle tlc presentata dall’ex Commissario per l’agenda digitale Neelie Kroes.

La questione dell’abolizione delle tariffe di roaming, fissata dal Parlamento europeo alla fine del 2015,  sta creando non pochi attriti tra gli Stati membri. Per evitare eccessivi danni economici per gli operatori si è pensato di introdurre gradualmente il principio del ‘roam like home’, ossia ‘paghi come a casa’.  Ultima in ordine di tempo a cercare una mediazione è stata la Presidenza italiana dell’Ue che però non è riuscita a sanare le divergenze tra gli Stati membri.

Al di là delle evidenti spaccature politiche, secondo il Berec la situazione è resa ancor più complicata dalle differenza tra i prezzi praticati dagli operatori e le abitudini di consumo tra gli Stati membri.

Scorrendo l’analisi del Berec, ad esempio, si evince che I prezzi delle chiamate vocali variano da 2 a 14 centesimi di euro al minuto e che il prezzo medio delle connessioni dati va da 0,2 e 5 centesimi per MB.

Si scopre quindi che il consumo medio di dati in mobilità varia da 19 MB al mese in Ungheria a 1,6 GB al mese in Svezia contro una media Ue di 292 MB al mese.

Anche per quanto riguarda la propensione a viaggiare, ci sono importanti differenze tra i cittadini degli Stati membri, che si riflette anche sulle prese di posizione degli Stati al tavolo dei negoziati

I dati Eurostat ed Eurobarometro mostrano che il numero medio di giorni di permanenza all’estero per i cittadini dei diversi Stati membri varia da meno di un giorno all’anno in Grecia a 2,2 per l’Italia a 27 giorni per anno in Lussemburgo e che sono gli abitanti del Nord Europa a muoversi verso gli Stati meridionali. La conseguenza di questo trend è che gli Stati del nord, con i rispettivi operatori tlc che devono ‘acquistare’ i servizi da quelli del Sud, si sono schierati a favore dell’abolizione, mentre quelli mediterranei propendono per un suo mantenimento.

Più volte, nei mesi scorsi di febbrili negoziati in sede europea, il Berec ha infatti evidenziato che sarebbe stato impossibile definire il principio di roam like home senza creare vincitori e vinti.

Secondo i regolatori, in particolare, dal momento che in molti paesi i prezzi praticati al dettaglio sono inferiori ai prezzi all’ingrosso, il RLAH potrebbe non essere sostenibile per molti operatori, che si vedrebbero costretti ad aumentare i prezzi al dettaglio, con la conseguenza che a pagare la diminuzione delle tariffe applicate ai viaggiatori potrebbero essere i clienti che non viaggiano mai o lo fanno raramente.

Le distorsioni derivanti dall’abolizione del roaming, anche secondo il Berec, non sembrano sanabili né con la cosiddetta ‘clausola di utilizzo corretto’ né con l’introduzione di massimali all’ingrosso. In qualsiasi caso, dicono i regolatori, non si riuscirebbe a trovare un compromesso “tra gli obiettivi di stimolare un maggiore uso del cellulare all’estero, di proteggere la concorrenza, tutelare gli investimenti e, ancora più importante, difendere i consumatori”.

Exit mobile version