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ABIE, al via il Comitato ‘Blockchain per Banche, Intermediari Finanziari e Fintech’

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L’Associazione Blockchain, Imprese ed Enti (ABIE), promuove lo sviluppo delle tecnologie blockchain e distributed ledger nel mondo delle aziende, della Pubblica Amministrazione e degli Enti.

Cos’è l’ABIE

ABIE è socio aggregato di Confindustria Digitale, la federazione di rappresentanza delle imprese di Informatica e delle Telecomunicazioni in Italia: un settore in cui sono impiegati circa 250.000 addetti, con un fatturato annuo di oltre 70 miliardi di euro. Alle componenti storiche di Confindustria Digitale (informatica, telecomunicazioni ed internet provider) si affiancano l’ABIE e gli altri tre soci aggregati, che svolgono attività di ricerca ed innovazione nel settore telematico, pubblicitario, bancario e finanziario.

Il Presidente di ABIE, l’ing. Giuliano Pierucci, è consapevole di quanto le aziende si attendano dalle innovazioni e di quanto sia necessario lo sviluppo di un comparto Fintech per la nostra economia. Per questo motivo ha incoraggiato la formazione di uno specifico comitato “Blockchain per Banking, Intermediari Finanziari e Fintech”.

Il comitato sta lavorando a numerose iniziative, quali:

Le strategie

Nella discussione che segue, cercheremo di riconoscere la strategia dietro a queste iniziative.

Prima, però, è opportuno liberare il campo da un’obiezione di base: i problemi del COVID-19 e del lock-down dell’economia dovrebbero essere prioritari; dunque, perchè lavorare ad un progetto così innovativo? Dalla risposta dell’ing. Pierucci traspare un cauto ottimismo: “A mio parere, è giusto che chi ne ha le competenze si concentri sui problemi prioritari. Parte dei nostri problemi derivano dall’aver investito troppo poco nell’innovazione. L’esperienza di questi giorni mostra come sul telelavoro sia stato possibile realizzare in poche settimane soluzioni su cui si è discusso per molto tempo. Sono convinto che anche in altri settori potremmo raggiungere risultati paragonabili.”

La mia prima domanda riguarda uno studio della Deutsche Bank, secondo il quale le prime valute digitali a corso legale saranno introdotte nel giro di tre anni. Nel nostro orizzonte temporale si tratterebbe di un evento abbastanza lontano: perché occuparsene adesso? Secondo l’ing. Pierucci, lo sviluppo di questi strumenti sta procedendo con una accelerazione costante. “La settimana scorsa, la Libra Association ha presentato la richiesta alla FINMA (l’autorità svizzera per il controllo dei mercati finanziari) per operare un servizio di pagamentointernazionale. La decisione di Facebook di entrare nel settore, promuovendo la formazione della Libra Association sarebbe sufficiente a giustificare il nostro interesse. Inoltre, lo sviluppo delle CBDC presenta numerosi problemi: politici, economici, legali. Solo seguendolo da vicino saremo in grado di collaborare a soluzioni efficienti e di aiutare il mondo della produzione ad utilizzare questi strumenti.”

Smart contracts

Lo sviluppo delle valute digitali va di pari passo con i cosiddetti smart contracts. Cosa si attendono le aziende da questo nuovo strumento? “Gli smart contracts sono una grande opportunità per la nostra economia, perchè costituiscono un primo livello di tutela per le aziende. Un solo esempio: dopo aver effettuato un pagamento, l’azienda che l’ha disposto perde ogni controllo su di esso. Se insorgono delle dispute, per rientrare in possesso della somma, occorre attendere la fine di una vertenza legale. Gli smart contract sono veri e propri programmi in grado di aggiungere clausole aggiuntive a qualsiasi trasferimento di asset. Operazioni che oggi richiedono l’intervento di professionisti, come la costituzione di un deposito di garanzia, potrebbero diventare servizi a valore aggiunto offerti dal nuovo comparto FinTech. L’introduzione degli smart contract garantirebbe una maggiore sicurezza operativa alle piccole e medie aziende, che potrebbero concentrarsi sulla produzione e sull’innovazione.

In queste discussioni è inevitabile affrontare i problemi della sicurezza e della protezione dei dati. Strumenti così innovativi saranno poi veramente sicuri? Quali garanzie ci sono sul funzionamento di questi nuovi prodotti finanziari? “Un certo livello di rischio è connaturato all’innovazione: ABIE collabora al comune obiettivo di ridurlo a dimensioni accettabili. Al livello della legislazione e dei regolamenti, l’Associazione collabora ad identificare i problemi operativi ed a proporre soluzioni.I n particolare, sul problema della sicurezza, ABIE auspica la creazione di consorzi specializzati nello sviluppo e nella certificazione di questi nuovi strumenti.”

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