Il caso

A Westminster vogliono capire cosa pensa di fare Elon Musk con Twitter

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A Westminster qualcuno vuole capire cosa pensa di fare Elon Musk conTwitter e soprattutto con tutti i dati che potrà accumulare tramite la piattaforma di microblogging frequentata da milioni di utenti.

Il Parlamento più antico del mondo chiede di capire cosa voglia farne Elon Musk di Twitter. La Camera dei Comuni inglese ha convocato il nuovo padrone dell’uccellino, per illustrare i suoi progetti e le sue prospettive nella trasformazione della piattaforma. Si tratta della prima volta in cui un parlamento, peraltro a maggioranza conservatrice, decide di interpellare il proprietario di un’infrastruttura globale, quale sono le grandi piattaforme, per renderlo responsabile dei suoi disegni operativi anche rispetto ad un singolo paese.

Parola d’ordine trasparenza

Il presidente del comitato dei media, delle attività digitali e dello sporto della Camera bassa britannica, Julian Knight, l’ha presa alla larga, intanto confermando l’accordo del comitato per le intenzioni di Musk di rendere più trasparente lo spazio di Twitter con la rimozione di tutti gli account fantasma e dei bot automatici che inquinano il dibattito. Un velato e indiretto richiamo ai dubbi espressi da istituzioni e mondo dell’informazione per quell’intenzione di aprire indiscriminatamente le porte ad ogni opinione, senza filtri.

Un modo, si dice, per radicalizzare ulteriormente il clima autorizzando forme di odio organizzato e finalizzato.  

Poi il parlamentare inglese ha aggiunto che “In particolare, la tua intenzione di implementare la verifica per tutti gli utenti fa eco ai nostri appelli al governo del Regno Unito come parte della proposta di legge, che speriamo ripristinerà la fiducia del pubblico britannico nelle piattaforme digitali”, legando la gestione della piattaforma agli indirizzi normativi dei singoli paesi in cui agisce.

Come bilanciare libertà di parola e diritti in Rete?

Infine, si è arrivato al nocciolo della questione quando l’onorevole Knight ha meglio spiegato il senso dell’invito dicendo  che il comitato era “desideroso di scoprire di più su come Musk equilibrerà il suo chiaro impegno per la libertà di parola con i nuovi obblighi per proteggere gli utenti di Twitter dai danni online”, aggiungendo che “Apparire davanti al comitato darà a Musk l’opportunità ideale per esporre le sue proposte per Twitter in modo più approfondito e non vediamo l’ora di accoglierlo” (https://www.bbc.com/news/business-61303221 ).

Il Parlamento vuole discutere le strategie della rete

Da queste dichiarazioni emerge con chiarezza come il nodo che viene al pettine sia il fatto che per la prima volta un’istituzione pubblica nazionale, quale il parlamento inglese, peraltro a maggioranza conservatrice, intenda discutere le strategie del  proprietario di un service provider della rete. Si pone così il tema proprio del carattere dell’attività delle piattaforme e la relazione fra proprietà privata e istituzioni pubbliche nel mondo digitale.

Twitter strumento di pubblica utilità

Infatti, l’acquisto di un’attività, quale Twitter, che coinvolge milioni e milioni di utenti, in tutti i paesi del mondo, ed in particolare è strumento e occasione per la circolazione dell’informazione globale, assegna inevitabilmente a quello spazio un carattere di pubblica utilità, come ogni strumento informativo strutturalmente si trova ad avere.

A questo punto Musk, ma non solo lui, sarebbe costretto, come titolare di un sistema editoriale di fatto, a confrontare le proprie strategie con i vertici dei paesi o delle istituzioni comunitarie, quali ad esempio l’Unione Europea, come capita ad ogni soggetto che acquista o comunque si trova al vertice di grandi gruppi giornalistici.

In questa logica, le singole scelte dell’uomo più ricco del mondo dovrebbero, preventivamente, essere vagliate dagli organismi politici ed istituzionali che si trovano coinvolti dall’attività della piattaforma.

Pensiamo ad esempio in Europa ai commissari alla concorrenza o alla trasparenza dell’Unione, oppure alle authority alla privacy o all’antitrust che dovrebbero analizzare le conseguenze non solo del singolo acquisto da parte di Elon Musk, con i suoi relativi programmi, ma anche le ripercussioni sul mercato dell’integrazione di una infrastruttura così delicata quale è Twitter. La piattaforma di microblogging vede almeno 8 milioni fra giornalisti ed operatori della comunicazione agire nei suoi gruppi, con altre attività di Musk come la ricerca neurale e biotecnologica, la sensoristica  per la guida automatica delle auto Tesla oppure quella poderosa flotta di satelliti che scansiona tutta la superficie terrestre raccogliendo dati sensibili sulle nostre attività e spostamenti.

Cosa vuole fare Musk?

Il primo livello di confronto dovrà essere, ovviamente, lo stile e le caratteristiche delle attività su Twitter, e dunque Musk dovrebbe dare indicazioni precise su cosa intenda quando parla di “migliorare i principi della libertà di parola del sito, e di incrementare il prodotto con nuove funzionalità”.

Oltre a migliorare la verifica, Musk, vorrebbe anche intervenire sul marketing della piattaforma, tagliando ad esempio il prezzo del servizio di abbonamento Twitter Blue.

Operazioni che renderebbe sempre meno conveniente economicamente la gestione del servizio. Dunque qual è il fine di un’operazione che muove 44 miliardi di dollari?

Tasto dolente: i dati e la profilazione

Inevitabilmente, si arriva al dolente tasto dei dati e della profilazione. Si tratterebbe di uno straordinario contributo che Twitter potrebbe dare a quella raccolta di informazioni sensibili che il patron di Tesla ha già avviato con le sue altre società industriali. Twitter infatti registra, anche emotivamente, il flusso di interesse su singole notizie permettendo di registrare e coordinare quei software di scrittura e selezione automatica delle notizie che Musk ha brevettato e che lo stanno portando ad essere uno dei principali fornitori deli processi di digitalizzazione dei sistemi giornalistici globali.

Dati sensibili, algoritmi di scrittura automatica, microchip neurologici: sono solo alcune delle attività del vulcanico magnate che verrebbero valorizzate da un uso indiscriminato di Twitter.

Ora, il Parlamento inglese gli chiede di capire meglio queste strategie. Dopo toccherà agli altri paesi europei e soprattutto alla Commissione Europea, che dovrà misurare la compatibilità di tutto questo con i nuovi provvedimenti che sta approvando proprio in materia di trasparenza e garanzie dai poteri di calcolo sul pensiero umano.