TELELAVORO: Yahoo! ci ripensa, da giugno tutti in ufficio

di Flavio Fabbri |

VINTI

A giugno tutti i dipendenti di Yahoo! che oggi lavorano da casa, con il telelavoro, dovranno di nuovo tirare fuori in completo buono, la cravatta e la valigetta per recarsi in ufficio come ai vecchi tempi. Lo ha annunciato l’azienda per volontà dell’amministrare delegato, Marissa Mayer.

 

La società, infatti, vuole tornare ad un più salutare ‘faccia a faccia’ tra management e dipendenti e tra lavoratori in genere, ritenuto un modello di scambio di esperienze più fecondo e immediato. Secondo studi recenti della San Francisco State University, il lavoro da casa, o telelavoro, al momento da ottimi risultati da un punto di vista della produttività, ma molto meno in termini di creatività e innovazione dei processi.

Secondo un’altra ricerca della Stanford University, invece, lavorare da casa riduce del 50% le possibilità di promozione, rispetto a chi lavora in ufficio a contatto con la direzione.

 

Non sono mancate ovviamente le critiche alla decisione presa dal CEO di Yahoo!, soprattutto dal mondo femminile, che vedeva nel lavoro da casa un modo per tenere in equilibrio carriera professionale e affetti famigliari. Uguale per gli uomini, secondo il Bureau of Labor Statistics, che aumentano progressivamente il proprio tempo lavorativo da casa negli Stati Uniti, grazie ad un orientamento più flessibile di altre grandi aziende come Microsoft e Google. Durante lo scorso anno, il 63% dei lavoratori intervistati ha dichiarato di aver lavorato da casa per un determinato numero di ore a settimana.

 

Il telelavoro consente ad un’impresa di allargare il proprio organico assumendo ottimi professionisti lontani centinaia di chilometri dalla sede della società, senza aumentare i costi per gli spostamenti e gli affitti delle case. Lavorare da casa, inoltre, riduce l’uso di mezzi di trasporto, diminuisce la pressione sulle strade e in città, abbatte la produzione di CO2.

 

Una recente indagine IPSOS ha dimostrato che nel mondo i lavoratori da remoto sono saliti al 17%, di cui il 7% fissi. La ricerca, che ha coinvolto 11 lavoratori di tutto il mondo, ha mostato una crescita del telelavoro soprattutto nei Paesi emergenti e in Europa, molto meno negli USA. I Paesi dove si utilizza di più questa soluzione sono: India, Indonesia, Messico, Argentina, Sud Africa e Turchia. In Europa a favorire il lavoro da remoto ci sono l’Ungheria (3%), la Germania (5%), la Svezia (6%), la Francia e l’Italia in testa con il 7%.