RAI: tutela minori, multa di 50 mila euro dall’Agcom

di Flavio Fabbri |

VINTI

L’emittente pubblica è stata sanzionata dall’Agcom per 50 mila euro, in relazione al servizio del Tg2 sull’alluvione di Genova nel 2011. Oggetto della multa l’intervista ad un minorenne che nella tragedia aveva perso la madre. Il fatto è stato considerato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni come una violazione del codice per la tutela dei minori.

 

In quell’occasione, lo stesso direttore del Tg2, Marcello Masi, aveva immediatamente ammesso l’errore e nell’edizione successiva erano state rivolte le scuse ai telespettatori.

 

Soddisfazione è stata espressa dal Consiglio nazionale degli utenti (CNU) che, anche se in ritardo evidente, vede finalmente sanzionata la RAIper il servizio del Tg2 che aveva indignato gli utenti per la gravissima violazione di leggi, codici di autoregolamentazione, codici deontologici ed elementari regole di convivenza civile“.

Una multa più simbolica che altro, ha spiegato in una nota il presidente del Cnu, Luca Borgomeo, che però, pur trattandosi di una cifra modesta e oltretutto a carico dell’erario, “ha un grande significato perché suona come un vero e proprio richiamo alla Rai servizio pubblico a svolgere con responsabilità competenza e professionalità e, soprattutto nel rispetto della legge, il fondamentale compito di informare“.

 

Serve ora “un’inversione di tendenza nel campo della tutela dei minori“, ha infine chiarito Borgomeo, e un “riconoscimento dei diritti degli utenti ad essere correttamente informati ed intrattenuti dalla tv nel rispetto della loro identità culturale e della dignità di persona“.

 

Proprio oggi Chris Patten, conosciuto anche come Lord Patten, presidente del trust che governa la BBC, in audizione davanti alla commissione parlamentare Cultura, Media e Sport, non ha esitato a definire la tv pubblica italiana come una tra le peggiori in Europa: “Chiunque tratti come spazzatura la BBC dovrebbe essere obbligato a guardare la tv italiana, francese, tedesca o americana. Forse non quella tedesca, ma di certo quella italiana“.