GOOGLE: Motorola Mobility, l’Antitrust cinese prende tempo

di Flavio Fabbri |

VINTI

Dopo il via libera di Stati Uniti ed Europa all’acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google per 12,5 miliardi, sembra che sarà la Cina a creare i problemi maggiori per il big deal del momento. L’ufficio Antitrust del ministero del Commercio cinese ha deciso di volerci vedere chiaro sull’affare in mano a Mountain View nella ricerca di eventuali incompatibilità con quanto disposto nella leggi contro i grandi monopoli (anti-monopoly laws) in vigore nel grande Paese asiatico.

 

Il problema che il ministro, tramite il suo ufficio Antitrust, potrebbe sollevare è relativo alle disposizioni previste in caso di atto di compravendita tra due società che deve essere comunicato preventivamente al suddetto ufficio durante il mese fiscale precedente l’operazione. L’azione di verifica è inoltre considerata necessaria in Cina in tutti quei casi in cui i ricavi delle due aziende superino i 2 miliardi di yuan nel mese fiscale che precede l’accordo.

 

Secondo gli esperti, la Cina potrebbe ricattare Google per ottenere il consenso all’acquisizione di Motorola Mobility, limitandone di fatto il search business. Il 20 marzo è atteso un primo giudizio da parte del ministero del Commercio di Pechino.

 

Il mercato dei motori di ricerca in Cina, che conta ormai 600 milioni di utenti internet, è uno dei più interessanti per tutte le possibili implicazioni economiche relative alla vendita di prodotti e servizi e del mercato advertising. Google, per i ripetuti scontri con Pechino, ha visto un calo delle sue quote nel business delle ricerche online del 17% nel 2011 a vantaggio di competitor locali come Baidu. Perdite che comunque sono state bilanciate, in qualche modo, dal boom di Android in Cina che controlla il 60% del mercato dei sistemi operativi per smartphone.

 

L’acquisizione di Motorola Mobility da parte di Big G mira proprio ad un rafforzamento del mercato Android in tutto il mondo contro la rivale Apple. Dalla chiusura dell’affare in corso Google otterrebbe la proprietà di oltre 17 mila brevetti, tra componenti mobili ed applicazioni.