PRIVACY: nuovi documenti su aziende che rubano dati personali da WikiLeaks e Bureau of Investigative Journalism

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VINTI

Un altro colpo messo a segno da WikiLeaks e il suo fondatore Julian Assange ai danni di quelle aziende che sottraggono indebitamente informazioni personali agli utenti della rete, ma non solo di internet, bensì anche di quella mobile e GPS.

 

Secondo quanto si legge in un nuovo Rapporto-inchiesta chiamato ‘SpyFiles‘ appena presentato a Londra da Assange, e redatto in collaborazione con il Bureau of Investigative Journalism (BIJ) e Privacy International, organizzazione britannica che si batte per il rispetto della privacy, sono tantissime le organizzazioni private che riescono a prendere possesso di dati personali in violazione di qualsiasi normativa sulla privacy.

 

È ciò che è contenuto in 287 nuovi documenti rilasciati da WikiLeaks e relativi a 160 aziende di 25 Paesi che fanno uso di particolari programmi e dispositivi per captare le nostre conversazioni, il contenuto dei messaggi che inviamo e di quello che facciamo in rete.

 

Strumenti avanzatissimi che sembrano usciti da un film di fantascienza, ma che esistono davvero e vengono usati quotidianamente per intercettare le comunicazioni di milioni di persone. Si tratta per lo più di internet security company e fornitori di servizi e tecnologie di vario tipo, tra cui c’è anche l’italiana Hacking Team. Secondo quanto riportato nel dossier, tali imprese progettano virus Trojan in grado di prendere il controllo di smartphone e Pc (Android, iPhone e BlackBerry) registrandone tutti i movimenti, sia in termini di geolocalizzazione, sia di tasti premuti per la composizione di un numero e di un messaggio.

 

A quanto pare, sempre in base a quello che Assange ha raccontato ai giornalisti, queste agenzie, come l’americana SS8 e le francesi Amesyssold e Vupen, possono progettare malware di nuova generazione che riescono persino a registrare i suoni, e quindi le conversazioni, di ogni ambiente in cui ci si muove. Smartphone e tablet usati come microspie, dunque, su cui l’inchiesta ‘SpyFile’ ha permesso di fare luce e di iniziare a verificare la gravità delle accuse mosse da WikiLeaks, Bij e Privacy International.  

 

Tra i Paesi più impegnati in questo tipo di tecnologie spia ci sarebbero gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Australia, il Sud Africa e il Canada. Un apposito sito web (www.spyfiles.org) consente a chiunque di rendersi conto, tramite mappe interattive globali, in che cosa consiste tale sottrazione di dati, in che modo avviene, dove e attraversi quali mezzi di comunicazione. In Italia risulterebbero 7 le compagnie coinvolte da questa nuova inchiesta sulla violazione della privacy.